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Frascati – Comunicazione, pandemia e nuove sfide: incontro online con il Vescovo Martinelli

vescovo martinelli

“Ascoltare con l’orecchio del cuore”. È questo il tema che Papa Francesco ha proposto in occasione della 56esima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali che, quest’anno, si celebrerà domenica 29 maggio. Un argomento che ieri, giornata in cui veniva ricordato San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, è stato sviscerato nell’incontro promosso e organizzato in streaming dal Vescovo della Diocesi di Frascati, Raffaello Martinelli. Un incontro a cui hanno preso parte giornalisti locali e nel corso del quale, portando il contributo e la testimonianza della nostra testata, si è parlato di comunicazione, nuove tecnologie e dialogo all’interno delle famiglie in un momento storico così complesso come quello che stiamo vivendo. È stato inevitabile sottolineare quanto la crisi economica e sociale post pandemica abbia influito sulla stabilità dei rapporti e sulla solidità di famiglie spesso già in difficoltà. “In questo lungo periodo – ha considerato il vescovo Martinelli – le famiglie hanno passato più tempo a stretto contatto e in molti casi abbiamo notato come questa vicinanza non abbia sempre giovato alla solidità dell’impianto familiare. Anche l’aumento dei casi di povertà è raddoppiato nella nostra Diocesi, come abbiamo avuto modo di vedere dal numero delle famiglie che si rivolgono all’emporio della Caritas che fornisce loro cibo e beni di prima necessità. Se prima le famiglie in difficoltà che noi conoscevamo erano circa 300, ora sono più che raddoppiate”.

Una crisi frutto di un momento storico difficile che, oltre alla povertà economica, ha influenzato molto la possibilità di socializzare e vivere in presenza le attività abituali. “Purtroppo – ha proseguito Martinelli – un aspetto che è venuto alla luce è stato quello della solitudine che ha duramente colpito soprattutto gli anziani e i malati ospitati nelle Case di Cura o negli ospedali. Parlando con amici e parenti di persone che non sono riuscite a sconfiggere il Covid, tutti hanno evidenziato il dolore di non poter essere vicini nel momento della sofferenza, magari per alleviare le ultime pene di un genitore o di un proprio caro. Questo aspetto ci insegna quanto sia importante non solo la comunicazione e il bisogno di dialogo, ma anche la presenza e la possibilità di condividere fisicamente quanto siamo chiamati a vivere. È proprio questo che ogni giorno, anche nella catechesi, io cerco di ricordare ai miei fedeli: ci sono nuove forme di comunicazione che ci permettono di interagire a distanza, ma i sacramenti, fondamento vero e imprescindibile della nostra fede, possono essere vissuti solo in presenza, fisicamente. Matrimonio, eucarestia, confessione… solo per fare alcuni esempi: è necessario esserci e vivere il sacramento in pienezza, per questo accanto alle nuove tecnologie, dobbiamo continuare a porre l’accento sulla presenza”.

Nuove tecnologie e forme di comunicazione che comunque la diocesi tuscolana ha ormai da tempo adottato, come dimostra lo stesso incontro a cui Castelli Notizie ha partecipato tramite la piattaforma online e gli inviti gestiti di rettamente da Sua Eccellenza. Catechesi a distanza, incontri e ritiri con i genitori e con i ragazzi, addirittura la Novena di Natale nel dicembre 2020 fu trasmessa online alle 6 di mattina, insomma, una comunicazione che è andata avanti cercando di non lasciare nessuno indietro. “Assolutamente sì – ha confermato il vescovo – ma devo continuare a sottolineare l’importanza di vivere i sacramenti in presenza. La comunità cattolica non può accontentarsi di vivere a distanza certe dinamiche che invece richiedono fisicità. Dobbiamo riflettere sul fatto che Dio ha istituito i 7 sacramenti condizionandoli alla presenza fisica, un motivò c’è di sicuro e dobbiamo comprenderlo, altrimenti usciremo dalla pandemia senza essere divenuti migliori e più forti nella nostra fede”.

Una fede e nuove forme di comunicazione che inevitabilmente devono coinvolgere anche i giovani, punto di riferimento importante per la pastorale diocesana del territorio tuscolano. “I giovani – ha detto Don martinelli – sono sempre più coinvolti, anche se abbiamo constatato che apprezzano molto delle forme di volontariato che siano fattive e in presenza, magari accanto a chi ha bisogno e vive povertà e situazioni di indigenza. La fede cristiana stessa insiste sulla totalità della persona e del resto che proprio per i giovani sia importante la socialità e la condivisione lo abbiamo visto durante la prima ondata pandemica quando sottolineavano tutte le difficoltà della didattica a distanza e l’importanza della socializzazione in classe. Anche io in prima persona, soprattutto nel fine settimana, vedo animarsi piazza San Rocco e le vicinanze del Palazzo Vescovile, segno che i giovani hanno bisogno di viversi e vivere in presenza”.

Un dialogo con il vescovo a cui abbiamo infine chiesto cosa significa per un giornalista oggi “ascoltare con l’orecchio del cuore” e come il giornalista possa comunicare secondo i principi della Chiesa. “Secondo me – ha concluso il vescovo – occorre che i giornalisti mettano al centro la persona, il cuore più che il fatto di cronaca in sé. Occorre approfondire, ascoltare e condividere, più che raccontare semplicemente i fatti. Anche io lo ripeto ai miei collaboratori ogni giorno, anche quando dobbiamo scrivere una lettera o inviare semplicemente una mail: bisogna pensare a chi si ha di fronte, tenendo conto della sua storia e delle sue fragilità. È la stessa cosa che cerco di insegnare nei corsi che tengo per la formazione delle infermiere: curare innanzi tutto la persona, non solo la malattia, a questo siamo chiamati, e a questo è chiamato chi si occupa dell’informazione, ogni giorno”.

 

 

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