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Frascati – Città in dissesto e Sts Commissariata, si volta pagina. De Santis: “Opportunità per ripartire da zero”

de santis frascati

Da oggi Frascati entra ufficialmente a far parte della lunga lista dei 120 Comuni italiani in dissesto finanziario: 9 nel Lazio, tra cui la vicina Monte Porzio Catone. Con 11 voti favorevoli,  2 consiglieri di minoranza astenuti (Emanuela Bruni e Marco Lonzi  e l’uscita dall’aula di Anna Delle Chiaie, Roberto Mastrosanti, Gelindo Forlini e Matteo Angelantoni, è passata intorno alle 16 del pomeriggio di oggi, la delibera che dà l’avvio alla procedura di fallimento finanziario del Comune tuscolano che durerà dal 2022 al 2026. Un processo inevitabile posto come condizione imprescindibile dalla Corte dei Conti che, dopo aver rigettato il Piano di riequilibrio votato nel 2019, ha ritenuto insanabile la situazione economica del Bilancio tuscolano. Una massa passiva di circa 50 milioni di euro, generata negli ultimi 20 anni da “sistematici errori tecnici“, errori di calcolo e anche una confusione contabile fortemente impattante sul Bilancio nel momento in cui andavano applicate le novità contabili del 2011 introdotte da un sistema di sperimentazione a cui il Comune di Frascati aveva aderito. Un fondo di crediti di dubbia esigibilità sottostimato per anni dal Comune e che ha influito pesantemente sui conti portandoli allo stato attuale. Un risanamento della durata di 5 anni che partirà nel momento in cui verrà redatta l’ipotesi di un bilancio riequilibrato.

Cosa accadrà ora? Nei prossimi mesi l’amministrazione dovrà ricostruire un’ipotesi di Bilancio stabilmente riequilibrato, riorganizzare con efficienza tutti i servizi ed eliminando tutti i servizi pubblici non indispensabili. Per i cittadini poco cambierà, visto che per i tributi locali sono applicate le aliquote massime. Parallelamente si insedierà entro due o tre mesi l’OSL, l’organismo straordinario di liquidazione composto da una Commissione di 3 membri e provvederà entro 6 mesi alla rilevazione della massa passiva e stilerà l’elenco dei creditori del Comune. Entro la fine del 2024 l’OSL predispone il piano di estinzione delle passività, sottoposto all’approvazione del Ministero dell’Interno. Verrà quindi ricostruita la massa attiva del Comune. Il percorso di dissesto si dovrebbe concludere entro metà del 2025. 

“Un dissesto progressivo e un percorso da affrontare senza paura e  da leggere con un approccio pro attivo”, come specificato nella lunga ed esaustiva illustrazione del punto da parte dell’assessore al Bilancio Dario De Santis, che ha voluto dare una lettura di questo difficile momento non esclusivamente numerica, ma interpretando il dissesto come un momento da affrontare “con prudenza, pazienza e alleanza. “Il contesto sociale di Frascati –  ha detto un rassicurante De Santis – al netto della crisi finanziaria che stiamo vivendo è comunque positivo. Il territorio ha una buona capacità di resilienza ed è capace di rispondere in maniera importante alle fibrillazioni che un dissesto può creare. Abbiamo indicatori di istruzione ed occupazione della popolazione che costruiscono, insieme ad altri, un aspetto che aiuta ad uscire quanto prima da questo momento complicato. Ovviamente questo non è un giorno di festa né di cordoglio e vorrei fornirne una diversa chiave di lettura: occorre prudenza ed un approccio basato sui dati, che ci consenta di non ricadere negli errori del passato; occorre pazienza per sopportare questa difficile fase amministrativa che dovremo gestire in modo straordinario; sarà poi necessaria un alleanza, ossia fare un blocco unico per consentire all’amministrazione di affrontare questo momento complesso e ricucire il tessuto sociale. L’obiettivo condiviso fin dall’inizio è stato quello di Non saremo soli: Ministero, Osl, Corte dei Conti, Ifel contribuiranno a gestire questo processo. Stiamo entrando in una nuova e straordinaria fase amministrativa, che come tale va gestita con metodi straordinari”.

“Le responsabilità tecniche – ha commentato il consigliere d’opposizione ed ex sindaco Roberto Mastrosanti – della struttura e politiche degli amministratori che si sono avvicendati in questo ventennio ci sono e non si possono nascondere, ma non si può con amarezza non constatare come dal 2009 ad oggi il Comune di Frascati non sia mai stato oggetto di specifiche sanzioni o segnalazioni da parte degli organi di controllo. Perché tutti gli errori che oggi hanno portato a questa situazione, come anche la crisi costante degli organismi partecipati, non sono mai stati segnalati? Allora iniziamo a dire, e mi rivolgo all’aula riferendomi anche ad Sts, teniamo alto il livello di controllo perché la politica non sbaglia se il livello di controllo all’interno delle istituzioni è indipendente e molto alto. Le ultime rilevazioni risalgono al 2009 e arriviamo solo oggi al dissesto. Verrebbe da dire che la stalla è stata chiusa dopo che i buoi sono scappati”.

È intervenuta nella discussione anche la sindaca Francesca Sbardella, che riadattando le parole di Aldo Moro alla difficile giornata di oggi ha detto: “Se fosse possibile dire saltiamo questo tempo e andiamo direttamente a domani, credo che tutti accetteremmo di farlo. Ma non è possibile. Oggi dobbiamo vivere, oggi è la nostra responsabilità. Si tratta di essere coraggiosi e fiduciosi al tempo stesso. Si tratta di vivere il tempo che ci è dato vivere con tutte le sue difficoltà. Dobbiamo leggere, tutti insieme, questo dissesto come un punto importante per ripartire – ha ribadito – oggi ci assumiamo una grande responsabilità proprio come abbiamo fatto nel 2015 in rottura con le amministrazioni del passato e così come vogliamo dare un preciso cambio di rotta con le indicazioni che riguardano Sts e sono al prossimo punto all’ordine del giorno. In questa vicenda siamo poi chiamati ad intervenire soprattutto sul nostro personale per motivarlo e renderlo consapevole della situazione che andiamo ad affrontare. Negli anni c’è stata poca programmazione sul personale e sugli uffici comunali: non a caso da domani saremo senza un Ufficio Ambiente che è uno dei settori strategici di questa città e in questo momento è retto da due figure a tempo determinato in art.110, che con la dichiarazione di dissesto di oggi decadranno. Vediamo quindi che il dissesto del Comune non è solo un dissesto economico ma è anche un dissesto funzionale e in questo risiede la sfida più grande: non solo trovare nuove risorse, diminuire le spese e lavorare sul patrimonio, ma ristrutturare la macchina amministrativa nel tempo abbandonata a se stessa”.

Un altro punto saliente all’Ordine del Giorno ha riguardato la Sts, la municipalizzata cittadina ormai da tempo interessata da un importante processo di esternalizzazione dei servizi. Il Consiglio Comunale ha nominato Stefano Galliani come Revisore Unico, in attesa della nomina che avverrà probabilmente già in settimana di un Commissario Straordinario, che per un anno avrà il compito di rilanciare l’azienda speciale e dare impulso e qualità ai servizi offerti, con particolare attenzione alla valorizzazione del personale. Un traghettatore, una figura di supporto all’amministrazione che potrà così individuare la migliore forma giuridica da adottare per la Multiservizi. Un Commissario che non avrà alcuna facoltà di chiudere l’azienda ma, secondo l’input fornito dalla politica e dalla stessa Corte dei Conti lo scorso 29 novembre, dovrà contribuire al rilancio della partecipata, attraverso un piano aziendale specifico. Una figura più snella, maggiormente centrata e più competente rispetto ai temi che dovrà affrontare. “Tranquillizziamo i consiglieri e i dipendenti – ha detto la sindaca Sbardella – perché confermiamo l’assoluta volontà di rilanciare l’azienda e anzi fornire nuovi strumenti più efficaci per condurla fuori da questo momento straordinario che, in quanto tale, ha necessità di essere affrontato con misure straordinarie come appunto la scelta di un Commissario unico. Diversi rilievi sono stati fatti sull’azienda forse anche perché la forma collegiale che si è perseguita non è stata la migliore, allo stesso tempo la scelta di un unico revisore dei conti anziché affidarci all’alea del rischio di un’estrazione ci aiuta ad impostare un controllo sull’azienda che possa essere più centrato sull’ente locale. Una presa in carico dei ruoli di Cda solo temporanea per il Commissario, visto che poi verrà nuovamente nominato un Direttore generale e un Presidente”.

Il lungo, complesso e doloroso percorso del dissesto finanziario ha dunque preso il largo, tra le riflessioni di un’aula che oggi, a testa bassa, ha fatto parziale ammenda per oltre 20 anni di errori e colpe che comunque, alla fine, nessuno pagherà.

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