In attesa che arrivino le paventate novità sulla sospirata riapertura del Museo Civico di Geopaleontologia e Preistoria di Velletri, da troppo tempo chiuso, i consiglieri comunali di opposizione, Giorgio Greci, Chiara Ercoli e Paolo Felci, sono tornati sul tema, segnalando quella che, senza remore, hanno definito “una iniquità relativa all’accessibilità riservata ed in esclusiva ad un luogo culturale cittadino”.
“Si legge nel programma della suddetta manifestazione – continuano Greci, Ercoli e Felci – che l’ingresso al Museo Civico sarà pari ad €4 PREVIA PRESENTAZIONE DEL BIGLIETTO DEL TRENO STORICO. Non si tratta evidentemente di una convenzione in quanto il costo, come da sito del museo stesso, è pari ad €4 ma di un’evidente ESCLUSIVITA’, ovvero l’ingresso è subordinato all’esibizione del biglietto del treno storico, ovvero RISERVATO ai POSSESSORI di tale biglietto”.
A questo punto i capigruppo di Lega, Fratelli d’Italia e Difendere Velletri si rifanno a quanto già evidenziato dalla storica dell’arte Silvia Sfrecola Romani: “Un MUSEO CIVICO NON È UN MUSEO PRIVATO del quale poter disporre a proprio piacimento. Dunque questa “esclusività” è in evidente contrasto con la funzione di un museo civico il cui patrimonio, così come la sua fruizione, sono e devono restare pubblici. Un episodio simile si è verificato in data 13 settembre 2021 quando il Museo è stato aperto in pompa magna per il gruppo di Pellegrini della Francigena, escludendo ancora una volta i cittadini, ovvero I PRIMI DESTINATARI DELL’OFFERTA CULTURALE DI UNA CITTA’.
Evidentemente il Museo Civico ed in particolare il “Sarcofago della fatiche di Ercole”, pezzo di immenso valore storico artistico e culturale, è diventato nient’altro che una esibizione di potere (il potere di aprire e quello di chiudere), abdicando completamente alla funzione educativa territoriale che si esplica attraverso la tutela, la ricerca, la comunicazione ed in primis l’apertura al pubblico (e non esclusiva ovvero rivolta ad un gruppo di invitati) permanente”, concludono Giorgio Greci, Chiara Ercoli e Paolo Felci.
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