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Ariccia saluta Abu, il barista maliano dell’Antico Caffè: una bellissima storia di integrazione ai Castelli Romani

Generico febbraio 2022

Ariccia – “Bà, per favore, scrivi tu qualcosa su Facebook per ringraziare tutti. Io non so come fare. Lasciare voi, lasciare Ariccia è veramente difficile adesso per me. Non ti dimenticare. Ringrazia tutti da parte mia”. Sono queste le parole che Abu ha detto a Paolo e Barbara proprietari del bar Antico Caffè ad Ariccia prima di salutarli, per poi intraprendere un nuovo viaggio dopo la morte del fratello più grande.

Ed è a questo punto che Paolo ha deciso di raccontare la sua storia mantenendo la promessa fatta ad Abu.

Succede che un ragazzo di 16 anni scappa dalla guerra civile del Mali. Dopo una serie di vicissitudini in Libia, un viaggio in barcone e un paio d’anni di rimbalzi fra centri di accoglienza, arriva a quello di Ariccia. E ad Ariccia succede che i titolari di un bar, Paolo e Barbara, decidono di dargli un’occasione, ma non per buonismo, lo fanno perchè gli serve qualcuno di volenteroso e perchè Paolo ha visto negli occhi di quel ragazzino qualcosa che gli ricorda se stesso diciottenne.

Anche lui, come Abubakar, era stato un giovane emigrato che aveva voglia di riscatto. Era un rischio prenderlo a lavorare Abu, in fondo siamo in un paese di provincia, non certo cosmopolita, e le novità non si accolgono sempre a braccia aperte. Chissà quanti clienti non avrebbero gradito un volto straniero e per di più nero… Ma forse questa provocazione è stato lo stimolo, era un messaggio forte e chiaro” scrive Paolo sul profilo del bar Antico Caffè.

Un’intuizione, questa, che si è rivelata più che fortunata per il piccolo bar nel cuore di Ariccia. Abu, infatti, col suo sorriso sempiterno, affidabile, leale, sempre gentile, nei mesi si è guadagnato subito un contratto duraturo, l’aiuto per trovare casa e l’amicizia di tutti quelli che si soffermano a conoscerlo. E così, da peso per le casse statali, come qualcuno direbbe, diventa una risorsa: paga le tasse, un affitto regolare, le commissioni bancarie del suo conto e fa la spesa nei negozi di vicinato.

Questa che oggi vi raccontiamo è una bella storia d’integrazione, ma sul più bello ecco il colpo di scena che stravolge Abu e la sua famiglia. Suo fratello maggiore, muratore, muore d’incidente sul lavoro, in Spagna, mentre costruiva una casa. Abu parte subito per il riconoscimento e, una volta lì, capisce che niente sarà più come prima.

Oltre al dolore, ci sarà tanto da dover affrontare e dovrà farlo da solo: dovrà riportare la salma in Mali e sarà un’impresa costosa, difficile e dolorosa perchè l’incidente è sotto inchiesta, ci sarà un avvocato da pagare e una causa lunga da seguire. In più, come la tradizione maliana vuole, Abu dovrà prendersi cura della cognata e dei nipoti come se fossero suoi figli.

Abu aveva un sogno. Voleva tornare in Mali definitivamente e, con quello che avrebbe messo da parte lavorando, voleva costruirsi una casa, sposarsi e mettere su famiglia, inoltre, insieme a questo fratello più grande, per lui guida e mentore, voleva aprire una ditta edile.

Ora i suoi sogni si sono infranti. Si trova senza un fratello, con una famiglia da mantenere, tante beghe da seguire e soldi da impegnare per provvedere a tutto.

Lui che ha solo 26 anni e un lavoro da barista cui dovrà rinunciare per restare vicino ai suoi nipoti, di sicuro per un bel pezzo.

Ed ecco che allora la sua città adottiva si mobilita e la risposta di Ariccia arriva forte, calda e inaspettata grazie a Paolo e Barbara che capiscono subito la voglia di tanta gente di aiutare Abu ad affrontare questa tragedia e come dice lo stesso Paolo sui social “non si tratta solo di dispiacere per quel ragazzo che ti porgeva il cappuccino tutte le mattine, si tratta di vero coinvolgimento, di commozione, di affetto sincero”.

Ed è così che all’Antico Caffè si apre una raccolta fondi. In poco meno di una settimana, senza pubblicità, solo con un giro di messaggi che da soli si moltiplicano, raccolgono una cifra che non si sarebbero aspettati.
Abu riceve da Ariccia un aiuto imprevisto, che non avrebbe mai chiesto, ma che ha del tutto meritato, grazie alla sua gentilezza e il suo sorriso sincero, che lo lascia senza parole.

Abu si commuove quando Paolo e Barbara gli porgono l’assegno, si copre gli occhi e – di riflesso – lo fanno anche loro. Discreto e dignitoso – come raccontano sui social – sussurra: “Non so cosa dire. Grazie, grazie veramente di cuore. Ringrazia tutti da parte mia”. Abu ringrazia tanto Ariccia, ma grazie a lui, Ariccia dà a tutti una grande lezione di generosità e accoglienza.

Grazie a Paolo e Barbara per aver accolto Abu, per aver mostrato a tutti cosa significa accoglienza e soprattutto grazie ad Abu che con i suoi modi gentili, la sua cordialità e il suo cuore buono ricorda a tutti noi l’importanza di essere umani.

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