Discarica di Albano, la protesta dal basso cresce e punta alla gestione rifiuti di Roma e Lazio

Nella giornata di sabato, centinaia di cittadini sono scesi per le strade di Albano Laziale per ribadire ancora una volta la loro ferma e totale contrarietà alla gestione dei rifiuti romani, che non ricade certamente solo sul comune di Albano con la riapertura della discarica di Roncigliano, ma anche su molti altri territori dell’area metropolitana e della regione Lazio. Una manifestazione pacifica e colorata, decisa e concreta, che testimonia come la protesta dal basso non si ferma nonostante decisioni istituzionali già prese: la prima a venire in mente è la proroga dell’ordinanza Raggi, firmata dal sindaco capitolino e metropolitano Gualtieri, che manterrà aperta la discarica almeno fino a luglio. Ed è proprio su quell’”almeno” che comitati, cittadini e associazioni puntano a dire la loro: protesta nel presente per evitare che in futuro si ripetano le scelte del passato. Che tradotto vuol dire: chiusura definitiva del sito di Roncigliano.

Più in generale, il corteo di sabato ha sottolineato la critica alla gestione complessiva del ciclo rifiuti a Roma e nel Lazio, decretando la contrarietà cittadina a discariche, inceneritori e impianti inquinanti: “le buche e i mega impianti biogas non sono la soluzione, né qui né altrove – ha scritto il giorno dopo la manifestazione il comitato No Inc -. Sono state presenti al nostro fianco diverse rappresentanze di comitati e associazioni, che ringraziamo fortemente e insieme ai quali stiamo ponendo le basi per intraprendere un percorso comune per contrastare un piano di rifiuti che prevede ancora discariche, inceneritori e finti impianti ecologici, che di eco non hanno proprio nulla”. In questo contesto, il presidio si scaglia poi contro i comuni: “Rivolgiamo la nostra ferma condanna anche all’operato dei Sindaci, che pur ricoprendo un ruolo decisivo per la tutela dei territori e della salute dei propri cittadini, nulla hanno fatto sinora, nonostante le legittime richieste che abbiamo avanzato da subito in primo luogo al sindaco di Albano: produrre atti di chiusura della discarica e dichiarazioni di area a rischio ambientale. In cambio abbiamo avuto come unica risposta la svendita della salute dei propri cittadini per ottenere ristori e la palesata complicità ad un sistema che continua a dichiarare guerra alla maggioranza della popolazione”.

La lotta dunque è destinata certamente a rinnovarsi, con una rete territoriali di realtà pronte a non mollare un centimetro. Non a caso, al corteo di sabato hanno aderito “al nostro appello e abbiamo avuto al nostro fianco, la Rete Ecosistemica Romana, i comitati di Magliano Romano, l’associazione Aprilia Libera, Il Comitato Alternativa Sostenibile, il Comitato Risanamento Ambientale di Guidonia, la Rete Ecologista Castelli, il comitato No al Fossile di Civitavecchia, i comitati di Cava Covalca, il DLF di Velletri e molti altri con i quali ci auguriamo di proseguire condividendo intenti e percorsi di lotta comune. Non ci fermeremo”, ricordano ancora dal No Inc. Che poi chiosa deciso: “lo faremo con convinzione insieme a quanti condividono appieno le ragioni della nostra lotta: divisi siamo niente, uniti siamo tutto! Adelante!”