Salute

Covid, Bassetti: “Capire quante morti sono realmente causate dal virus. In GB dati in linea col passato pre-pandemico”

bassetti

Ai microfoni di iNews24, Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive del Policlinico di Genova, ha fatto il punto sull’attuale andamento epidemiologico. Di seguito una sintesi dell’intervista, trasmessa a Castelli Notizie proprio dalla redazione di iNews24.

Emerge in tutta evidenza, come Bassetti abbia nelle ultime settimane invertito la rotta e sia ormai tra i più ottimisti circa il superamento della lunga emergenza sanitaria.

“In tre settimane – ha esordito – abbiamo perso il 35% dei ricoverati in terapia intensiva, non solo perché i pazienti sono usciti ma anche perché non sono entrati. Questa settimana si potrebbe chiudere con meno di mille malati in terapia intensiva. Il tasso di positività è alto ma questo indicatore varia a seconda del numero dei tamponi. La quarta ondata si sta risolvendo e l’auspicio è che sia l’ultima con questa crescita esponenziale dei ricoveri. Con Omicron e i vaccini abbiamo il 95% della popolazione coperta”.

Secondo l’infettivologo andrebbe avviato uno studio approfondito sulle schede dei decessi per “capire se tutti sono avvenuti a causa del Covid o se ci siano anche morti con il Covid: ovvero con tampone positivo ma con altri problemi. Attualmente inseriamo nello stesso calcolo chi ha la polmonite causata dal virus o altre forme legate a quest’ultimo e anche chi ha un problema diverso ed è asintomatico. Siamo rimasti l’unico Paese a contare questi morti. Oggi ad esempio, la Gran Bretagna ha annunciato un numero di decessi in linea con la situazione pre-pandemica”.

Bassetti ritiene che sia arrivato il momento di “entrare nell’ottica della convivenza con il Sars-CoV-2, come facciamo con altri microrganismi. È tempo di gestire la situazione a livello medico e non più mediatico e populista”. Alla domanda se arriveranno altre ondate, il professore risponde: “Se la protezione del vaccino e della malattia naturale, come già sembra, durerà nel tempo, difficilmente avremo nuove ondate come quella appena trascorsa. In autunno potremmo avere delle “ondine”, con nuovi casi, ma non con le stesse acuzie”.

Infine, sull’ipotesi quarte dosi: “Credo che anche questo argomento debba ormai essere affrontato a livello medico, e non più mediatico e populista. Noi oggi sappiamo che con tre dosi abbiamo una copertura che permette di evitare le forme gravi della malattia. Gli studi clinici di diranno se ne servirà una quarta. Pensiamo prima a terminare i booster e anche a somministrare le prime dosi. Poi vedremo, sulla base anche degli studi di Israele, se sarà necessaria una quarta. Penso però, che in ogni caso si tratterà di un richiamo da fare ai fragili e agli anziani e di certo non a distanza ravvicinata dalla terza”.

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