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Infermiera 27enne muore in un incidente stradale, dopo un doppio turno notturno, l’amarezza dell’UGL Salute

Il caso dell’infermiera 27enne di San Vito dei Normanni (Brindisi), morta ieri mattina in un incidente stradale sulla strada provinciale che collega San Vito dei Normanni a San Michele Salentino, nel Brindisino, riaccende ancora una volta i riflettori sulle condizioni di lavoro degli operatori sanitari. La giovane donna, che aveva studiato presso l’Università degli Studi di Tor Vergata,  intorno alle 6.40 ha perso il controllo della sua Renault Twingo, andando a schiantarsi contro un palo. 

A quanto accertato, questa mattina, intorno alle 6.40, la donna ha perso il controllo della sua auto, una Renault Twingo, andando a sbattere contro un palo. L’infermiera, da quanto riferito dalla Fp Cgil di Brindisi, “lavorava da 20 giorni alla Fondazione San Raffaele di Ceglie Messapica, ed è morta mentre lasciava il lavoro e aveva fatto due notti consecutive dopo un turno settimanale piuttosto impegnativo”.

In una nota stampa inviata a “Castelli Notizie, l’UGL Salute torna proprio sulla tragedia in Puglia, per porre l’accento sulla condizione lavorativa degli operatori sanitari. 

“La giovane – dichiarano Gianna De Amicis Segretario Confederale della Ugl e Gianluca Giuliano Segretario Nazionale della Ugl Salute – stava tornando a casa dopo aver lavorato per la seconda volta consecutiva in orario notturno. Era stata assunta da poco e subito catapultata nel vortice di turni massacranti con molti pazienti da assistere. La responsabilità della sua morte è in un sistema, quello sanitario, che non è in grado di mettere in sicurezza gli operatori impegnati. La violenza nei loro confronti non è solo quella legata alle aggressioni, fisiche e verbali, che di continuo subiscono ma anche nell’organizzazione del lavoro.

Manca personale e la pandemia ha scoperchiato un vaso di Pandora che volutamente in tanti, in ossequio ai tagli indiscriminati assestati alla sanità, hanno ignorato per anni. Questo terribile lutto è un ennesimo tributo che i professionisti della salute pagano di persona. Non c’è tempo da perdere per garantire agli operatori sanitari la certezza di lavorare per vivere. Questo è, per l’intera Ugl, non solo lo slogan della campagna contro il triste fenomeno delle morti bianche, ma la promessa di una battaglia per la sicurezza dei lavoratori che combatteremo senza tregua”.

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