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Ciampino, appello di “Donne fuori dal silenzio” per il sostegno a Save the Children e Croce Rossa

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Quest’anno avremmo voluto dedicare l’8 marzo alle donne afghane, al loro dramma e alla loro resistenza contro il regime dei talebani”. Così “Donne fuori dal silenzio – Ciampino”, che continua: “Ma un’altra tragedia, purtroppo ancora più vicina a noi, ha sconvolto il cuore dell’Europa: la guerra in Ucraina. Forse solo nel peggiore degli incubi a due anni di devastante pandemia succede una guerra lacerante contro la democrazia: questo purtroppo è lo scenario al quale stiamo assistendo in questi tristi giorni. Ed ancora più tristi delle tragiche immagini e dei racconti che i media ci propongono h24 (per fortuna…), ci sono le dichiarazioni dei neo specialisti di guerra, politica estera ecc… che dilagano in ogni dove, fornendo le più varie spiegazioni e giustificazioni.
Ogni opinione, a patto che sia democratica e antirazzista, è legittima, ma solo dopo aver condannato la Russia e sostenuto l’Ucraina, senza se e senza ma.
Ora c’è bisogno di fare, di solidarizzare, accogliere e proteggere e, soprattutto, mettere in campo qualsiasi azione per fermare la guerra. E non dimentichiamo, solo perché geograficamente più lontane da noi, tutte le altre guerre, quelle cosiddette “a bassa intensità” o quelle ormai purtroppo “croniche”, alle quali non prestiamo più neanche un minuto di attenzione, che si combattono da anni e che uccidono centinaia di migliaia di persone ogni anno e causano milioni di profughi e rifugiati.
E le tragedie che queste guerre comportano soprattutto sulle donne: i report che giornalmente arrivano dall’Afghanistan descrivono ancora violenze disumane per tacitare il loro dissenso, tanto che alcune di loro preferiscono uccidersi piuttosto che cadere vive nelle mani dei talebani; ma ricordiamo anche le donne siriane o di altri paesi arabi, ormai da anni costrette all’esilio e ai campi profughi”.

“Ecco, noi oggi – continuano da Donne fuori dal silenzio – vogliamo riprendere le parole di Gino Strada, fondatore di Emergency, pronunciate quando ricevette nel 2015 il Right Livelihood Awards, il “Nobel alternativo” riconosciutogli per «la cura delle vittime delle guerre»:
«…La guerra, come le malattie letali, deve essere prevenuta e curata: va abolita. (…) Ogni guerra ha una costante: il 90% delle vittime sono civili, persone che non hanno mai imbracciato un fucile. Che non sanno neanche perché gli arriva in testa una bomba. Le guerre vengono dichiarate dai ricchi e potenti, che poi ci mandano a morire i figli dei poveri».
Aggiungiamo una riflessione: sono quasi sempre le donne a pagare il peso più grande in ogni guerra fin dagli albori dell’umanità: alle donne è sempre toccato il compito della cura in ogni aspetto, bambini, anziani, casa, feriti. Hanno dovuto sostituire gli uomini “impegnati” in battaglia, hanno sopportato ogni tipo di violenza, soprattutto gli stupri “etnici”.
E proprio per questo diciamo, con le parole di Svetlana Aleksievič, scrittrice bielorussa nata in Ucraina, premio nobel 2015,: “La guerra non ha un volto di donna”, ma le donne faranno la loro parte per solidarizzare, aiutare, cercare di fermare la guerra.
Invitiamo tutte a ricordare il nostro 8 marzo con una donazione a Save the Children o alla Croce Rossa
https://www.savethechildren.it/dona-fondo-emergenze#form-start
https://cri.it/emergenzaucraina/“

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