Scuola

Velletri, al Liceo Linguistico “Mancinelli” la testimonianza del rifugiato politico camerunense Vincent

Anche quest’anno la prof.ssa D’Antonio ha voluto onorare una tradizione ormai consolidata di collaborazione con il Centro Astalli di Roma per dare forma ad un Progetto in lingua francese che ha avuto il suo focus sulle “guerre e persecuzioni”, “sullo sradicamento forzato” di destini in fuga da terre martoriate da violenza

Liceo Mancinelli Velletri

Quando la professione è vocazione, il docente, la SCUOLA, non possono sfuggire alla richiesta fondata oggi più che mai di volontà di crescere, sempre e comunque, da parte delle nuove generazioni. Accanto alla loro richiesta sottaciuta di una “normalità” (ritorno alla tranquillità della routine quotidiana, all’immediatezza gratuita di comportamenti e gesti che significavano relazione con l’Altro non temuto, alla sicurezza dei luoghi di vita), c’è anche un’altra domanda capitale che si è posta all’immaginario collettivo: quale può essere nell’oggi postpandemico (speriamo!!) il compito della SCUOLA? Come porsi di fronte ad alunne e alunni che tornano a scuola pieni di esperienze anche dure, ma pieni anche di attese? Come raggiungere pienamente quella umanità di cui abbiamo reclamato la vicinanza nei mesi del distanziamento forzato?

La prof.ssa Marcella D’Antonio, docente di lingua francese presso il Liceo Linguistico “Mancinelli” di Velletri, ma dott.ssa anche in Scienze Pedagogiche, da sempre, ed in questo periodo in special modo, ha avvertito nella scuola tutta la carenza di uno sguardo pedagogico, inteso come la capacità di saper coniugare la didattica con un percorso educativo che miri a recuperare pienamente il valore della relazione educativa e provare una progettualità formativa nella straordinarietà. I progetti di cui si fa promotrice con forte basamento sui contenuti di CITTADINANZA ATTIVA, vanno soprattutto nella direzione di una esperienza di crescita che compendi conoscenze del proprio vissuto storico-culturale, competenze di lettura ed interpretazione profonda dei fenomeni che lo caratterizzano e sviluppo di capacità di assoluta umanità.

Anche quest’anno la prof.ssa D’Antonio ha voluto onorare una tradizione ormai consolidata di collaborazione con il Centro Astalli di Roma per dare forma ad un Progetto in lingua francese che ha avuto il suo focus sulle “guerre e persecuzioni”, “sullo sradicamento forzato” di destini in fuga da terre martoriate da violenza, aggressioni, povertà, indigenza, dove la dignità della persona non ha baluardi di difesa, dove non esistono garanzie per i diritti umani.

Le classi del Liceo linguistico “Mancinelli” hanno partecipato vivamente al percorso didattico maggiormente motivati dalla guerra scellerata che si sta consumando nel cuore dell’Europa. In particolare la proposta didattica si è sostanziata di un approfondimento del fenomeno migratorio sviluppato alla lente di ingrandimento del focus “ARTE-MUSICA”. La scuola è diventato un vero atelier di ricerca, confronto, discussioni nel fine comune di comprendere le ragioni di tanta sofferenza, di dare volto a tanto dolore, nella consapevolezza che come dice papa Francesco “Chi fa la guerra dimentica l’Umanità”.

Ed è proprio in questo sforzo di comprensione che in data 1 marzo, in un convegno con il Centro Astalli, si è interrogato il vissuto del rifugiato politico camerunense Vincent. Una storia la sua fatta di sopraffazioni, maltrattamenti e torture che mentre si raccontavano, costruivano nello sguardo attento ed emozionato dei ragazzi il sentimento di difendere la vita propria e del prossimo sotto l’egida di valori di giustizia, solidarietà, uguaglianza.

Il progetto quest’anno è stato davvero ambizioso in quanto si è riusciti ad avere l’intervento della dott.ssa Angela Caponnetto giornalista professionista della Rai – Radiotelevisione italiana e Rai News24, impegnata su diversi scenari scottanti della storia del nostro paese. Minacciata dalla mafia, in questi ultimi anni, si è spesa con energia ed in prima persona nel documentare il fenomeno migratorio sondandolo in tutte le sue pieghe, denunciandolo in tutte le sue aberrazioni, andando sulle rotte migratorie, sulle navi e portando direttamente soccorso, salvando naufraghi.

La sua testimonianza è stata di particolare significanza, perché ogni sua parola faceva vedere, riusciva a dare l’idea di quello che è storia sofferta e ingombrante di tanta umanità straziata. Gli studenti hanno attinto anche dalle sue pause, dalla sua emozione quando li ha salutati congedandosi con la frase “guardate alto, pensate in grande ragazzi”.

Allora ecco che riprendendo un suo auspicio “lavorare alla pulizia delle menti, alla pulizia delle menti dei giovani” perché non siano preda di facili inganni sulla verità e sappiano tenere la barra dritta nel discernimento tra ciò che è giusto e ingiusto, onesto e disonesto, tra bene e male, che ben vengano “progetti di vita” come questo, nonostante la miopia di chi nella scuola non sa vedere nella fecondità della progettualità condivisa con i ragazzi la chiave di svolta del presente e del domani.

Ce lo chiede quest’epoca del tutto straordinaria, senza precedenti, nella quale la navigazione verso un porto educativo giusto ha bisogno di pensare insieme le rotte, come evitare i rischi, come cercare il vento giusto. Forse la verità più profonda di questa fase è proprio questo nuovo bisogno di un progetto per il futuro.

MDA

Liceo Mancinelli Velletri
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