Cultura

Lariano, l’8 marzo si è parlato di donne e femminicidi con la scrittrice Cinzia Tani: presentato il suo libro “Angeli e carnefici”

Nel pomeriggio di martedì 8 marzo, a Lariano si è svolto l’incontro conclusivo della “Giornata internazionale dei diritti delle donne” , con la presentazione del libro “Angeli e carnefici” scritto da Cinzia Tani, giornalista e scrittrice, presso il Polifunzionale Tiberio Bartoli. L’evento ha fatto seguito a quello dell’intitolazione della sala Giunta a Manuela Papa, durante la mattinata.

Le assessore alla Cultura, Prof.ssa Maria Grazia Gabrielli, e alle Pari Opportunità, Chiara Colasanti, hanno dato l’avvio all’evento, moderato dalla Prof.ssa Rita Cerasani, sottolineando come l’essere donna non significhi essere necessariamente un personaggio positivo, ma che ognuno di noi è se stesso al di là della connotazione dovuta alla propria natura maschile o femminile, nella necessità di superare gli stereotipi sociali.

Il libro racconta il ritratto di undici coppie di donne, ogni coppia ha in comune l’anno di nascita ma ognuna rappresenta i due poli , il negativo e il positivo. “Apparentemente abitano mondi distanti destinati a non incontrarsi mai, eppure qualcosa lega a due a due queste donne formando coppie unite da un doppio filo. Che cosa hanno in comune? Lo stesso anno di nascita e forse anche qualche dettaglio in più”, si legge nella quarta di copertina.

Ogni capitolo del libro si apre con un anno nel quale sono nate due donne, ciascuna si presenta brevemente senza indicare come si sia conclusa la propria vita e inizia così il racconto dell’autrice che ne analizza in modo minuzioso le tappe e i loro traguardi positivi o negativi. L’obiettivo della scrittrice, che ci racconta la difficoltà nel rintracciare coppie di donne che unite dalla data di nascita rappresentassero due vite contrapposte, l’una verso il bene e l’altra verso il male, è stato quello di cercare di comprendere le motivazioni che le hanno condotte verso un percorso di vita piuttosto che un altro. Si giunge così alla considerazione che probabilmente i fattori determinanti sono molteplici, e vanno dal background all’ambiente sociale, dalla famiglia alle componenti culturali, influendo così sul carattere di ognuno. Tutte le donne appartengono ad un periodo compreso tra l’800 e il 900, questo perché era necessario che la scrittrice avesse accesso ad una serie di informazioni ampie e adeguate per la loro biografia.

“Una donna di grandissima e profonda cultura – ha detto l’assessora Gabrielli -, ci ha illustrato come ha scritto questo libro, ed è stata affascinante la sua capacità di coinvolgere il pubblico. Ha raccontato di essersi lungamente preparata per i suoi libri dallo sfondo storico, dedicati a grandi sovrani quali Federico II, agli Asburgo d’Austria, ciò a dimostrazione del fatto che nonostante sia conosciuta alla maggior parte del pubblico come giornalista sia in realtà anche una grande scrittrice. La sua scrittura sembra quasi cinematografica, sembra di vedere le cose che racconta, e non a caso infatti il cinema, come lei stessa ci dice , è una delle arti che ama di più’”.

Cinzia Tani, dopo aver dichiarato il suo amore per la narrativa e non aver lesinato commenti negativi su quelle italiana, dichiarando quanto sia difficile in Italia averne e farne di grande valore, ha poi analizzato il tema del femminicidio: “La differenza tra l’omicidio maschile e femminile è che la donna ha ucciso nell’ambito della coppia fino ad un certo momento, poi ha smesso. Guardate sui giornali, vedete se trovate una donna che ha ucciso il suo compagno perché è stata lasciata – ha dichiarato-. La donna non uccide all’interno della coppia. Ci saranno altri motivi per le uccisioni, poche, ma non in coppia. Se la donna viene lasciata si rifà una vita al contrario accade per uomini che se vengono lasciati decidono di uccidere la propria compagna, e qui abbiamo i numerosissimi femminicidi. Il femminicidio non è mai esistito nel passato – ha continuato l’autrice – perché l’uomo avrebbe dovuto uccidere una donna : la donna non aveva soldi, non lavorava, non usciva di casa, poteva essere maltrattata, doveva fare tutto quello che l’uomo voleva. Non ci sono omicidi di uomini nei confronti di donne nel passato, al massimo il cosiddetto “delitto d’onore”, che era scandaloso e per fortuna non esiste più. È oggi che l’uomo uccide la propria compagna, dopo l’emancipazione femminile. Tutto nasce dal momento in cui la donna ha cominciato ad uscire di casa, a lavorare, a incontrare altri uomini, ad avere i suoi soldi, a poter e scegliere. Da quel momento è cambiato tutto” ha concluso Cinzia Tani, attualizzando i tempi di questo triste e aberrante fenomeno.

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