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Albano, Don Antonio: “Bene sequestro preventivo discarica. Ma non doveva riaprire”

discarica salimbeni

Don Antonio Salimbeni è il parroco delle due parrocchie di Albano-Cancelliera e Ariccia-Fontana di Papa e da tempo si occupa di temi ambientali e sociali, ivi inclusa la discarica di Roncigliano, situata a poche centinaia di metri, in linea d’aria, dalla parrocchia di Cancelliera.

Don Antonio, avrà appreso della notizia legata al sequestro preventivo della discarica di Roncigliano. Che idea si è fatto?
“Ho appreso, con positiva sorpresa, la notizia del sequestro della discarica di Roncigliano. La mia cauta gioia rispetto a questo avvenimento ha però, anche, un retrogusto amaro; se le irregolarità amministrative alla base del provvedimento di sequestro dovessero essere così importanti e rilevanti, gli enti competenti non avrebbero mai dovuto procedere alla riapertura e alla rimessa in funzione della stessa, con una decisione che, a suo tempo, io ho definito scellerata, e che si è mostrata proprio come frutto, per  lo meno, di grande disattenzione e poco approfondimento della questione sotto tutti i punti di vista”.

Dalla sua ottica, Don Antonio, la vicenda della discarica porta, ancora una volta, a riflettere sul nostro modello di sviluppo?
“Certamente, un modello di sviluppo che è permeato, purtroppo di una visione del mondo “usa e getta”, che è contraria a quanto ci indica la fede cristiana, come ci ricorda continuamente papa Francesco; gli uomini pensano di poter disporre a proprio piacimento del pianeta e delle sue risorse, senza alcuna misura, seguendo solo il criterio del  più forte che  prende tutto e non lascia che gli scarti al più debole; di questa distorsione sono simbolo le discariche, tutte, che assumono sempre più le fattezze di un cimitero della nostra civiltà e della dignità dell’uomo, svenduta alla sete di profitto. Noi cristiani invece crediamo che il mondo non è una riserva di caccia, un limone da spremere, ma un dono prezioso del Padre che ci ha dato la vita; un dono che va tutelato, difeso, amato, e condiviso tra tutti gli uomini e fra gli uomini e le altre creature.

Cosa suggerisce, dunque, Don Antonio?
“Ecco perché, fratelli e sorelle, occorre ripensare il nostro stile di vita individuale e collettivo, puntando su un diverso modo di intendere la nostra esistenza, in tutti i campi, anche in quello dei rifiuti.
Bisogna che vengano messe in campo tutte le azioni necessarie affinchè il rifiuto non sia considerato e trattato solo come scarto, ma, invece, come risorsa, che può essere riutilizzata per il bene di tutti.
Tutte quelle iniziative, individuali e comunitarie, che puntano al riciclo, al riutilizzo, al recupero del rifiuto contribuiscono non solo a evitare che nascano altre discariche che avvelenano ed inquinano il territorio dove operano, e danneggiano gravemente la salute delle persone che ci vivono, ma anche a non consumare eccessivamente nuove risorse per la produzione di nuovi beni, potendo costituire, questi processi di riutilizzo, anche occasioni per creare nuovi posti di lavoro”

Don Antonio, vuole aggiungere qualcosa?
“Come ci stiamo rendendo conto in questi giorni nei quali stiamo assistendo alla tragedia della guerra, come mai avremmo pensato, per cambiare il mondo dobbiamo prima cambiare il nostro cuore, accogliendovi Gesù e il suo Vangelo; solo quando capiremo, ad ogni livello e in ogni settore, che solo seguendo ciò che Lui ha predicato possiamo salvaguardare la nostra dignità di uomini ed impedire la distruzione della vita, il dono più prezioso che Dio ci ha fatto, con comportamenti e decisioni che la mettono gravemente in pericolo, solo allora l’esistenza del nostro pianeta e dell’umanità cambierà davvero. Gesù, Via, Verità e Vita mostra, ad ognuno di noi, che la strada maestra è quella della cura reciproca, che deve riguardare ogni aspetto della nostra vita, così da non lasciare nessuno fuori dall’abbraccio misericordioso del Suo Amore”.

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