Cronaca

Frascati – Equi Diritti su immobile demolito: “Per 20 anni negata possibilità di sanare”

immobile demolito
Il Comitato spontaneo nato contro le demolizioni e le acquisizioni di immobili al patrimonio pubblico, presieduto da Cristina Milani, è intervenuto con una nota sulla demolizione avvenuta nei giorni scorsi dell’abitazione abusiva di via San Giacinto in località Selvotta, alla periferia di Frascati.
“Legalità, giustizia, e…un mucchio di macerie! Mentre le ripetute immagini dei media ci mostrano lo scempio di una guerra e ci facciamo stretti, stretti per dare asilo e sostegno ai rifugiati, mentre attendiamo mesi per riuscire ad ottenere una prescrizione sanitaria o un ricovero in ospedale e perdiamo il lavoro a seguito di opinabili scelte dovute ad una prevedibile crisi economica, il 14 marzo u.s. i contribuenti per la modica cifra di circa 80.000 euro devoluti ad una ditta di demolizioni napoletana, hanno assistito nella periferia di Frascati in Via S. Giacinto n.28 alla distruzione di una casa bifamiliare abitata da oltre vent’anni da due famiglie.
Questa guerra silente, che in nome della legalità butta giù a campione le case senza sprecare bombe e miete vittime senza fare morti, nasce dall’inadempienza dei Comuni nell’aggiornare gli obsoleti strumenti urbanistici e dall’ingordigia delle Istituzioni che dopo aver percepito gli esosi denari di un condono, negano dopo oltre vent’anni la possibilità di regolarizzare l’esistente, favorendo troppo spesso quel dovuto consumo di suolo a beneficio di facoltosi costruttori. È veramente difficile intravedere o percepire la giustizia, quando tutt’intorno a quelle fumose macerie che furono una casa amata, curata, costruita con i risparmi di una vita, sorgono altrettante dimore attualmente più fortunate perché allo stato ignorate e non cadute nelle maglie della giustizia. – Purtroppo facciamo parte di un popolo abituato a nascondere la testa sotto la sabbia o meglio dietro le persiane della propria abitazione ed è vergognoso che in Italia, migliaia di famiglie nella stessa situazione urbanistica, decidano di non intervenire con la speranza che la loro dimora venga dimenticata e non diventi preda di ruspe di nebbiosi appalti dai costi esorbitanti.
In un clima, dove l’emergenza abitativa ha raggiunto apici mai visti prima, sperperare 80.000 euro per incrementare la popolazione dei “senza casa” e lasciare altre due famiglie per strada ha il sapore dell’inverosimile. Non sarebbe stato meglio investire gli 80.000 euro nella costruzione di alloggi popolari anziché inquinare l’ambiente con materiali di risulta? – continua il presidente di Equi Diritti che lancia un monito a tutte quelle pavide persone che avendo presentato domanda di condono non ancora evasa sperando nell’invisibilità si ritengono al riparo – La bomba è esplosa, dal 13 marzo è in vigore la Banca Dati Nazionali sull’abusivismo finalizzata alla demolizione di tutti gli immobili non regolari e i Comuni saranno tenuti a condividere e trasmettere alla Banca Dati tutte le informazioni sull’esistente, quell’esistente che in attesa di concessione nonostante il pagamento dell’esoso condono non verrà regolarizzato. È arrivato il tempo di aprire le persiane e scendere in piazza perché nessuno è al riparo ed il prossimo immobile demolito potrebbe essere il tuo”.
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