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Gli studenti di Monte Compatri dicono “No” alla guerra e diventano “costruttori di pace”

Quasi 500 studenti hanno invaso e colorato Monte Compatri stamattina per manifestare in favore della pace in Ucraina. L’Istituto Comprensivo Paolo Borsellino e l’Amministrazione comunale hanno organizzato infatti una serie di iniziative per lanciare un grido forte contro la guerra con striscioni, cartelli, poesie e tanta musica.

La Manifestazione per la Pace è stata accompagnata dallo slogan “#CostruttoridiPace”. Per l’occasione il Comune di Monte Compatri ha provveduto a colorare simbolicamente con i colori della pace cinque panchine affiggendo altrettante targhe con citazioni a tema di Papa Giovanni Paolo II, Nelson Mandela, Madre Teresa di Calcutta e Maria Montessori.

La manifestazione è iniziata alle ore 9 con le classi del centro urbano che hanno percorso la Passeggiata di Viale Busnago fino ad arrivare al Monumento ai Caduti in piazza Marco Mastrofini. Qui hanno letto brani di Quasimodo e Ungaretti, ballato e sventolato bandiere della pace. Stesso copione alle ore 11 a Laghetto, con le classi dell’Istituto Comprensivo che da piazza Lago Regillo sono arrivate al piazzale antistante la Scuola Primaria.

“Questo è quello che volevamo esprimere – ha spiegato la dirigente scolastica Loredana Di Tommaso –. Tenere alla pace significa prendersi cura di chi è meno fortunato di noi. Un ringraziamento al Comune di Monte Compatri e agli insegnanti perché, come dico sempre, noi portiamo le idee e loro ci mettono le gambe”.

Per il comune erano presenti molti rappresentanti dell’Amministrazione tra cui il sindaco Francesco Ferri, il vice Nicoletta Felici e il consigliere comunale delegato alla Scuola Francesca Vinci.

Il primo cittadino ha raccontato le esperienze di questi giorni con le prime famiglie ucraine arrivate in paese ed esortato tutti a fare la propria parte per farle sentire a casa propria.

“Molte persone mi hanno chiesto perché non organizzavamo una manifestazione per la pace a Monte Compatri – ha spiegato il sindaco Francesco Ferri –. Abbiamo preferito far camminare i nostri bambini lungo le strade del paese per comunicare quanto è importante la pace. La pace è libertà e dobbiamo essere capaci di accogliere e abbracciare le persone che fuggono dalla guerra. Apriamo i nostri cuori all’accoglienza e dimostriamo ancora una volta quello che siamo”.

 

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