Cultura

Monte Compatri – “Mario Intreccialagli, calzolaio”, i monticiani commemorano i loro martiri delle Fosse Ardeatine

“La strage è organizzata da Kappler con meticolosità teutonica. Calcolo dei tempi, conteggio di armi e munizioni occorrenti per l’esecuzione, organizzazione delle squadre che avrebbero a turno sparato. Modalità dell’esecuzione: un singolo colpo alla nuca. Segretezza del luogo, celerità dei tempi, segretezza dei trasferimenti. Il capitano Priebke tiene l’elenco delle vittime. Nonostante questa meticolosità verranno uccise 5 persone in più rispetto al numero di 330 fissato da Kappler, numero già di per sé arbitrario.

Un massacro atroce per le modalità di esecuzione. I prigionieri a gruppi di cinque entrano nella caverna delle Fosse Ardeatine condotti da altrettanti militari. Fatti inginocchiare vengono uccisi con un colpo alla nuca.”

Una descrizione secca, asciutta, con cui Danilo Intreccialagli ha ricordato la tragica fine del suo antenato nel libro “Mario Intreccialagli, calzolaio” (ed. Photo Club Controluce) e con cui si è aperto il Convegno nella Sala Consiliare di Monte Compatri tenutosi ieri sera in suo onore.

In occasione del 78° anniversario del massacro, la presentazione del libro è divenuta occasione per commemorare il giovane partigiano di appena 22 anni, nato e cresciuto a Monte Compatri, trucidato insieme ad un altro insigne monticiano, Placido Martini, il 24 marzo 1944 nell’eccidio nazifascista delle Fosse Ardeatine che portò alla morte di 335 persone.

Un ragazzo semplice, un uomo del popolo, un ciabattino e un antifascista che ha difeso il Paese militando nel Partito d’Azione, la cui storia viene pazientemente e meticolosamente ricostruita da Danilo Intreccialagli ripercorrendo le tappe che dall’arresto del 21 marzo del ’44 portarono alle torture nella Pensione Oltremare, dove “gli furono tolti tutti i denti della mascella destra”, quindi alla prigione di Regina Coeli e infine alla morte, decretata con il suo nome scritto al numero 30 della Lista Caruso.

Partecipando al convegno in suo ricordo, promosso e organizzato dal Photo Club Controluce, il Sindaco di Monte Compatri, Francesco Ferri, e l’Assessore alla Cultura, Serena Gara, hanno voluto concludere la giornata delle celebrazioni dedicata ai martiri delle Fosse Ardeatine: “quel 24 marzo alle Fosse Ardeatine sono morti azionisti, militanti, civili, è morta parte di una società – ha ricordato il Sindaco – La nostra forza è quella di conservare e perseguire la memoria, per questo da primo cittadino ringrazio Danilo per averci dato questo contributo. A volte si danno delle spiegazioni banali di quello che è stato l’antifascismo: essere antifascisti in quel periodo voleva dire prendere una posizione, essere contro il regime, e a questo noi dobbiamo tener fede, perché dall’antifascismo è nato un Paese diverso”.

Fondamentali gli interventi di Salvatore Rondello, Presidente del Circolo Giustizia e Libertà, di Giorgio Benvenuto, Presidente della Fondazione Bruno Buozzi, e dello storico Ugo Mancini, che con il ricordo di nomi e storie dei partigiani provenienti dal territorio dei Castelli Romani ha messo in luce il fermento antifascista in cui si è formato Mario Intreccialagli: “contributi che hanno arricchito la tessitura di questo libro”, come ha ricordato Danilo Intreccialagli nei ringraziamenti e nei saluti della sentita e partecipata serata.

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