Cultura

Albano – Il mondo con gli occhi della fotografa Margaret Bourke-White: stimolante incontro al Museo Civico

In occasione dell’incontro tematico “Salotto al Museo“, ad Albano Laziale si è tenuta una conferenza per raccontare la vita di Margaret Bourke-White, storica fotografa del ‘900. Non solo emblema di forza ed intraprendenza in un mondo fatto di uomini, ma anche punto di riferimento per tutti i fotogiornalisti futuri, la Bourke-White cercò di mirare sempre alla perfezione in tutto l’arco della sua carriera, riuscendoci prontamente e divenendo una delle più importanti figure storiche del secolo scorso.

Innamorata da sempre dell’obiettivo, la fotografa iniziò a scattare a soli 20 anni, nel 1927, prediligendo argomenti che riguardassero il mondo dell’industria e il cambiamento della società dell’epoca. Per la prima volta, grazie ad un viaggio di documentazione nel sud dell’America, il paese venne immortalato nel suo divenire moderno, in preda ad un’evoluzione che vide la macchina e la tecnologia come veri e propri punti cardine dell’esistenza.

Nonostante questo reportage innovativo e le continue collaborazioni con la rivista “Life”, che la volle come propria fotografa e per la quale la Bourke-White scattò fotografie memorabili, la vera intraprendenza di questa donna si notò allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, quando realizzò dei veri e propri servizi fotografici per documentare il decadimento e l’orrore del conflitto più terribile della storia. Fu la prima straniera ammessa a scattare nell’URSS, ad immortalare le condizioni della Russia invasa dai nazisti, a fotografare i caccia americani e, soprattutto, a scattare il primo ritratto di Stalin. Da quel momento in poi non si fermò mai più: partecipò come fotoreporter alla guerra in Corea e alle rivolte del Sud Africa, continuando a creare fin quando non si ammalò di Parkinson e morì, il 27 Agosto del 1971.

“Abbiamo scelto questa figura prima del 24 Febbraio per una rassegna che avesse come oggetto la memoria, oggi è diventata un esempio di resistenza alla guerra” hanno affermato i relatori Roberta Trombetta e Mariano Fanini, accennando alla situazione in cui l’Europa si trova e definendo Margaret Bourke-White come la prima fotografa a voler “salvare la democrazia del mondo tramite le sue immagini”.
Improntate ad una ripresa dello stile cubista inaugurato da Pablo Picasso, le sue foto sono caratterizzate da bidimensionalità e dalla tecnica della sovrapposizione dei piani, oltre che da un’atmosfera tipica del cinema espressionista e della corrente romantica.

Una personalità che, in poche parole, è riuscita a lasciare il segno e ad ispirare molti fotografi venuti dopo di lei. Tenace, forte, indipendente, Margaret Bourke-White non ha fatto altro che anticipare i tempi e dimostrare alle giovani donne dell’epoca che potevano fare molto di più, che potevano spingersi verso limiti prima di allora inconcepibili per il genere femminile.

E oggi ricordarla è più importante che mai, non solo per questi motivi, ma anche per il coraggio con cui ha saputo immortalare la guerra su una pellicola in bianco e nero. Un personaggio più che attuale è riuscito a tornare in vita nell’arco di una chiacchierata di un’ora al Museo di Albano, mentre si sorseggiava un dolce té e si mangiavano pasticcini per allietare la stimolante conversazione.

 

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