Ambiente

Quelle singolari chiazze verdi sul Lago Albano (Castel Gandolfo). Una lettrice: “Fate qualcosa!”

Lo ammettiamo: sulle prime non siamo stati in grado di stabilire ad occhio nudo, tanto più col tramite di alcune fotografie, se si trattasse di un fenomeno naturale o, come poteva sembrare senza particolari cognizioni di causa, di scarichi illeciti. Sono tuttavia fotografie che meritavano di essere guardate quelle inviateci da una nostra lettrice, la cui attenzione – dopo una passeggiata sulle rive del Lago Albano – è stata catturata proprio dallo stato delle acque del bacino lacustre castellano.

“Sono una frequentatrice del lago, e purtroppo da tempo il livello di inquinamento del lago è preoccupante”, ci ha riferito Maria, questo il suo nome, al termine della passeggiata effettuata nella giornata di ieri, sabato 26 marzo. Una testimonianza, la sua, che è stata indirizzata anche al Parco dei Castelli Romani, col tramite dei guardia parco. “Oggi sono riuscita a fotografare le condizioni di degrado e di un inquinamento non più tollerabile in un parco come quello dei Castelli Romani. Come potrete vedere dalle foto ci sono litri di una pittura / liquido che galleggia sull’acqua. Mi auguro riuscirete a fare qualcosa”.

Ricordiamo che il Lago Albano di Castel Gandolfo è di recente tornato a tingersi di rosso, grazie al fenomeno delle cosiddette “alghe rosse“, dovute alla “Plankthotrix rubescens“, la mucillagine che da qualche anno colora le acque del lago castellano. A testimonianza che anche la natura si “diverte” a creare nuovi colori, sebbene il mito di un lago dalle acque limpide porti a ritenere innaturali certe “cartoline”…

E’ stato poi Roberto Salustri, direttore dell’EcoIstituto RESEDA Onlus, a fornirci indicazioni attendibili sulle chiazze verdi immortalati dalla nostra lettrice: “Sono alghe, indicatori dello squilibrio ecologico del lago. Purtroppo è un brutto segno, visto che sono tossiche per la vita acquatica. In particolare è la Oscillatoria rubescens o Planktronix rubescens. È considerata un indicatore di aumentata trofia di un lago: fiorisce infatti in maniera abbondante quando è disponibile molto materiale organico o inorganico, togliendo ossigeno all’acqua e causando la scomparsa di zooplancton.  Questo a sua volta è dovuto a un particolare pigmento fotosintetico, la ficoeritrina, che svolge una funzione analoga alla clorofilla, ma è più efficiente di questa in acque profonde e poco luminose. Ormai – ha aggiunto – sono decenni che denunciamo questa situazione e non a caso ci siamo uniti nel “contratto per i laghi” per coinvolgere più enti. Sono pochi – ha concluso con amarezza – i Comuni sensibili a tutto questo…”.

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