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È tornata la Neve, l’intervista a Luca Esposito (Meteo Castelli Romani): “Colpo di coda dell’inverno 2022”

Generico aprile 2022

All’indomani degli episodi nevosi che hanno interessato anche il nostro territorio, che ha fatto i conti con la neve in questo insolito primo fine settimana di aprile, abbiamo raggiunto per una breve intervista Luca Esposito, fondatore dell’apprezzata Pagina Facebook Meteo Castelli Romani, per capire con lui cosa sta accadendo in questi giorni di un aprile che è iniziato come fosse dicembre, provando a fare chiarezza, anche a beneficio di chi ha ironizzato sulla ricostruzione di quanto accaduto.

Luca, quali argomentazioni tratta nello specifico la vostra Pagina, che troviamo davvero molto interessante e, tra l’altro, sempre estremamente puntuale e precisa nelle previsioni meteo?

“Trattiamo aggiornamenti climatici, geologici e naturalistici in genere, per quello che concerne il territorio castellano, ma non solo. Invito chiunque abbia interesse a seguirla. L’organigramma della pagina è abbastanza ampio, e si amplierà ulteriormente con l’inizio della prossima stagione invernale”.

Quanti siete dello staff?

Li vorrei nominare tutti, sperando di non dimenticare nessuno: Luigi Scarpellini, Luca Esposito, Andrea Gatta, Arman Santachiara, Andrea Bernardoni, Mauro Guglielmo, Stefano Amici, Alessio Orsini, Mirko Chilelli, ognuno con un ruolo ben definito, ognuno che lavora e partecipa alla vita della Pagina. Dopo diverse collaborazioni negli anni, abbiamo deciso di aprire noi una pagina amatoriale meteo, la quale, all’inizio, si chiamava Meteo stagione invernale Castelli Romani, per poi evolvere, da circa 2/3 anni, a quella che è conosciuta oggi, ossia Meteo Castelli Romani”.

Sarebbe bene parlare di quello che è accaduto in questa stagione così particolare. Tu cosa ci dici in merito?

“La stagione è partita alla ribalta con mesi come ottobre e novembre decisamente sotto media per il periodo, per assistere poi a circa due mesi siccitosi e sopra media, con un inizio aprile decisamente anomalo. Più anomalo, ancora, lo è stato sicuramente il mese di febbraio, con anomalie termiche di +2,55. Meno dicembre e gennaio, nonostante leggere anomalie di + 0.7, +0.8”.

Ma come mai la situazione invernale quest’anno si è presentata così costantemente anomala?

“Stiamo vivendo periodi di Nina abbastanza forte: questo indice ENSO è un raffreddamento delle acque pacifiche TROPICALI, le quali portano anomalie importanti anche in atmosfera. Dobbiamo ricordarci che i mari sono i termometri del mondo e che ogni situazione climatica parte dal basso.

Torniamo all’ENSO: questa situazione ha portato blocchi, quindi aeree di alta pressione, ben radicate e forti sui settori occidentali e nord europei, precludendo, quindi, non solo il freddo in entrata, ma anche avvezioni fredde da est, a livello di freddo e precipitazioni. Dunque, ne ha beneficiato il comparto sud-est europeo, come è possibile percepire guardando alle nevicate in Grecia e Turchia”.

Ieri, invece, cosa è accaduto?

“Abbiamo avuto un non inverno e quello che è accaduto ieri si può chiamare un “colpo di coda invernale”. Abbiamo assistito ad un’entrata tardiva, una sorta di Final Warming. Il Vortice Polare si sta maciullando e una forte aria artico marittima è entrata dalla Valle del Rodano, formando un minimo Ligure il quale, dopo una fase di assestamento, ha cominciato a traslare verso zone più consone alle precipitazioni, quindi verso sud-est, portandosi dietro l’entrata gelida ed apportando precipitazioni e temporali convettivi sulle nostre zone. Da ricordare, sempre, che l’aria artico marittima porta aria gelida in quota, dai 33000 – 5000 mt.

È importante infine sapere che l’aria artico marittima è molto fredda dai 3000 metri in su, e quindi servono temporali per avere neve a quote basse. Proprio quanto è accaduto nelle ultime ore”.

Luca, in molti, ieri, hanno sostenuto che quella che abbiamo visto fosse grandine e non neve.

“Nulla di più sbagliato. Ogni entrata artico-marittima porta temperature di – 33 /- 34 in quota. Queste situazioni, prima dell’evento, portano richiami da sud-est, quindi scirocco, con termiche abbastanza alte e quindi caldo. Questa aria calda, con l’avvezione fredda, tende a salire e questa spinta fa si che i fiocchi di neve presenti nei cumulonembi, rimangano in sospensione, acquisendo volume e ghiacciando, finchè il volume diventa piú forte della spinta, provocando così le precipitazioni di neve tonda.

Tutto altro discorso quello della grandine: il concetto rimane lo stesso, ma la grandine si forma con gocce di pioggia, aria calda in sospensione non le fa scendere, il freddo nei cumulonembi fa si che queste gocce si ghiacciano, prendendo anche esse piu’ volume, finché non cadono in forma di precipitazioni.

Quella di ieri si chiama graupel, o neve tonda appunto, ed è tutt’altra storia poiché, in quota, il freddo in entrata di aria artico marittima genera situazioni organizzate di temporali convettivi i quali, al loro interno, non hanno gocce di acqua ma fiocchi di neve. Le basse temperature e, come dicevo prima, l’aria calda in risalita, fanno si che il fiocco rimanga in sospensione e si ghiacci per poi cadere, ma sempre neve è.

La differenza tra Graupel e Grandine è semplicemente questa è, direi, che cambia proprio la matrice”.

Grazie Luca per le tue esaustive spiegazioni, che ci auguriamo contribuiscano a fare ulteriormente chiarezza.

“Grazie a voi e un caro saluto a tutti”.

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