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Marta Elisa Bevilacqua eletta co-portavoce provinciale di Europa Verde: incarico di peso per la consigliera di Genzano

Si è svolta sabato 9 Aprile, al Centro Congressi Villa Palestro di Roma, l’Assemblea provinciale romana di Europa Verde. Un’Assemblea che ha visto la partecipazione di numerosi iscritti e iscritte, soprattutto dei giovani europeisti verdi, molto attivi su Roma e Provincia. Accanto alla riconferma di Guglielmo Calcerano, già co-portavoce romano dal 2018 è stata eletta Marta Elisa Bevilacqua, Consigliera comunale di Europa Verde di Genzano

Si è svolta sabato 9 Aprile, al Centro Congressi Villa Palestro di Roma, l’Assemblea provinciale romana di Europa Verde. Un’Assemblea che ha visto la partecipazione di numerosi iscritti e iscritte, soprattutto dei giovani europeisti verdi, molto attivi su Roma e Provincia. Il congresso è stato presieduto dai co-portavoce regionali del Partito, Filiberto Zaratti e Simona Saraceno.

Non sono mancati i saluti di diversi esponenti della politica romana, tendenti a sottolineare la necessità di continuare a portare avanti battaglie comuni e quel proficuo dialogo tra le forze democratiche, progressiste, femministe ed ecologiste che devono affrontare le sfide del nostro tempo. Sono intervenuti, riferendo anche sulle attività amministrative, tra gli altri, il capogruppo capitolino Ferdinando Bonessio e il giovane e dinamico Consigliere regionale Marco Cacciatore.

Generico aprile 2022

L’assemblea provinciale ha anche eletto i membri del Consiglio federale del Lazio, i membri dell’esecutivo e ha nominato i due co-portavoce provinciali. Accanto alla riconferma di Guglielmo Calcerano, già co-portavoce romano dal 2018 e attuale Assessore ai Lavori Pubblici del X Municipio (Ostia) è stata eletta Marta Elisa Bevilacqua, Consigliera comunale di Europa Verde di Genzano.

I due co-portavoce, autori della mozione votata all’unanimità dall’Assemblea, hanno voluto insistere sulla necessità di organizzare il partito, valorizzando soprattutto l’operato dei giovani: “Un partito, quello di Europa Verde, che vuole essere protagonista di questa fase della politica locale, italiana e internazionale: Europa Verde vuole indicare che c’è una strategia, concreta, per tenere insieme la qualità della vita delle persone, il rispetto dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile. C’è bisogno di un cambiamento nel nostro modo di vivere e di fare politica e Europa Verde vuole essere protagonista, insieme alle nuove generazioni, di questa necessaria transizione ecologica”.

Marta Elisa Bevilacqua, Massimo Andolfi e Guglielmo Calcerano

In foto Marta Elisa Bevilacqua, Massimo Anfdolfi e Guglielmo Calcerano

L’incarico dato a Marta Elisa Bevilacqua rappresenta il riconoscimento al merito del grande lavoro svolto come amministratrice locale, lei che è già stata vicepresidente del Consiglio comunale genzanese ed è alla seconda esperienza consiliare, in una maggioranza in cui ha saputo infondere i principi dell’ecosostenibilità a lei tanto cari, senza esimersi dal chiedere un cambio di passo dopo la stasi dei primi tempi. Un incarico, il suo, che rappresenta un premio anche al folto gruppo dei Castelli Romani, all’interno del quale spicca anche il dirigente nazionale Massimo Andolfi. La caratura della neo co-portavoce provinciale (che chiameremmo segretario in altri partiti, ndr), è ben riassunta dall’intervento che segue, che ha strappato più di qualche applauso durante l’Assemblea andata in scena nella Capitale.

L’INTERVENTO DI MARTA ELISA BEVILACQUA ALL’ASSEMBLEA PROVINCIALE DI EUROPA VERDE

“Teniamo questa assemblea provinciale in un clima davvero preoccupante: da 45 giorni l’Europa vive una guerra e fa ancora fatica a trovare una propria identità, stiamo uscendo a fatica da una pandemia e ancora le persone, le attività, le nostre scuole convivono con regole e paure. Abbiamo da decenni, ormai, un convitato di pietra – che è presente da anni e che ci si ostina, ancora a definire emergenza, come se si stesse presentando adesso, l’emergenza climatica. E’ una fase, lunga, di crisi. Questo sembrerebbe il quadro, tutto desolante. Eppure, in questo scenario, ci sono dei barlumi, delle possibilità, delle potenzialità.

Noi viviamo in un presente che comincia a maturare delle consapevolezze: per molto tempo siamo stati da soli a percepire quanto fosse necessario invertire la rotta, quanto, ormai, il nostro modo di produrre e di vivere non fosse più sostenibile. Noi abbiamo avuto il coraggio di dire che si poteva pensare un altro modello di sviluppo che tenesse insieme la dignità delle persone e la dignità dell’ambiente, noi non siamo caduti nella dicotomia. Certo, all’inizio il nostro è sembrato un discorso di un’avanguardia, per essere buoni, da radical chic per chi continuava a vedere cesure e profitti dove noi vedevamo la coesistenza di sviluppo e giustizia. Ecco, adesso, piano piano, per ricorrere alla metafora che Guglielmo ha voluto usare nel nostro documento, le lanterne verdi sono cresciute nel numero e nella consapevolezza.

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Allora ci viene detto che i nostri ideali sono irrealizzabili. Ed è qui che noi siamo in grado di fare la differenza, qui è importante essere precisi e qui è importante, anche, ciò che facciamo oggi e nei giorni e nelle settimane a seguire. Noi siamo quella forza politica che ha resistito alle sirene della facile demagogia: ed era facile il gioco. Invece noi siamo quel partito che ha ancora l’orgoglio di organizzarsi come partito perché sa bene che non basta la denuncia di un problema, se contestualmente non si predispone lo strumento per risolverlo. Don Milani si chiedeva a cosa servisse avere le mani pulite se poi non le si usano, ecco, noi vogliamo farci carico, nella società, lì dove il malessere sociale, la bruttura ambientale si annidano a creare disagio e lì vogliamo contribuire alla soluzione, nel concreto.

Nel concreto, questa Provincia è enorme e assolutamente disomogenea. Va dalla capitale con la sua immane bellezza e le sue enormi difficoltà gestionali a comuni che non arrivano a mille abitanti. Una Provincia che non ha più una provincia, che non elegge più i propri rappresentanti, un’area metropolitana che rischia di diventare una periferia di Roma senza rappresentanza e senza servizi.

Anche lì le sirene della demagogia avevano fatto credere nel risparmio, e quanto abbiamo ottenuto, invece, è la perdita della possibilità, per noi cittadini, di avere rappresentanti, eletti direttamente, che possano manifestare le istanze reali, dai trasporti, alla mobilità, alle scuole.
Abbiamo vissuto, con questa pandemia, l’esperienza dello smart working che poteva essere un’occasione per rivedere i tempi di vita delle persone: quanto tempo sottraiamo, ogni giorno, alla nostra vita personale, sociale o famigliare, in viaggi della speranza o dovendo ricorrere ai nostri mezzi privati? Purtroppo, vista la situazione delle nostre connessioni e visto il sussistere dell’economia del tramezzino – altra trovata del governo dei migliori- lo smart working con tutte le occasioni di miglioramento che poteva offrirci, è stato prima declassato a home working e poi cassato come esperimento da evitare in futuro.

Le nostre realtà, pur nelle loro peculiarità, possono e debbono fare rete e anche qui possiamo e dobbiamo immaginare nuove forme di turismo sostenibile.

Tutto questo, però, passa per la nostra capacità di implementare la nostra organizzazione e qui è necessario, per noi, metterci un po’ di orgoglio. Mi rendo conto che possa sembrare fuori contesto, ma nella crisi dei partiti tradizionali chi ha pagato le conseguenze sono i cosiddetti partiti piccoli. Ecco, noi dobbiamo essere le lanterne verdi che sanno portare la loro tonalità in ogni contesto, ma dobbiamo avere l’orgoglio di essere presenti, nelle vertenze, nelle istituzioni, ovunque ci troviamo a essere, con la nostra identità. Nell’organizzazione un rilievo particolare devono avere le giovani e i giovani del partito, col loro entusiasmo e con la loro capacità di costruire”.

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