Cultura

Velletri, (ri)aperti i Musei Civici: ecco gli orari per visitare il Museo Civico Archeologico e il Museo Civico di Geopaleontologia e Preistoria dei Colli Albani

Generico aprile 2022

La loro perdurante chiusura era stata oggetto di numerose polemiche, con tanto di accuse politiche più o meno marcate. Ora, finalmente, dopo che la loro gestione è stata affidata alla Cooperativa bolognese “Le Macchine Celibi” (come anticipato da Castelli Notizie nelle scorse settimane), i Musei Civici di Velletri possono finalmente riaprire le loro porte.

E’ cosi, a partire da oggi, giovedì 21 aprile, per il Museo Civico Archeologico Oreste Nardini e il Museo Civico di Geopaleontologia e Preistoria dei Colli Albani. Ricordiamo che la cooperativa avrà in gestione anche l’Area Archeologica Urbana delle SS. Stimmate.

I Musei Civici, appena riaperti dopo 2 anni di stop, osserveranno i seguenti orari:
Lunedì – Chiuso
Martedì 9.30 – 13.30
Mercoledì 9.30 – 13.30
Giovedì 9.30 – 13.30
Venerdì 9.30 – 13.30
Sabato, domenica e festivi 10.00 – 17.00
ℹ️ Info e prenotazioni:
📞 0696158268
✉️ museicivicivelletri@gmail.com

Lunedì 25 aprile 2022 CHIUSO

Visite guidate dal 1° maggio 2022

Contatti

Per informazioni e prenotazioni è possibile contattare i seguenti recapiti:

Telefono 0696158268
Email museicivicivelletri@gmail.com

Museo Civico Archeologico “Oreste Nardini”

Istituito nei primi anni del Novecento da Oreste Nardini, una delle figure più significative della storia cittadina, il Museo Civico Archeologico di Velletri conserva le più antiche e preziose testimonianze storico-archeologiche di questo territorio, vantando opere di straordinaria importanza, come il famoso Sarcofago delle fatiche di Ercole, noto alla letteratura artistica internazionale anche con il nome di Sarcofago di Velletri.Dopo la morte di Oreste Nardini l’istituzione museale perde la funzione di testimone della storia cittadina e, sconvolta dalle distruzioni e sottrazioni della guerra, assume un ruolo sempre più marginale nella vita sociale della comunità. Bisognerà attendere gli anni Cinquanta con il rinvenimento del Sarcofago di Velletri (1955) perché riaffiori nella cittadinanza l’orgoglio delle proprie radici storiche e l’attaccamento al patrimonio archeologico della città.Dal 1982 il Museo alterna periodi di apertura e chiusura al pubblico per molteplici problematiche gestionali e di sicurezza degli spazi. Nel 1998 viene avviato un nuovo intervento di ristrutturazione e ampliamento, finanziato dalla Regione Lazio e completato nel 2001, grazie al quale la struttura museale si rinnova nell’allestimento delle raccolte e dei criteri espositivi, si arricchisce anche di una biblioteca specializzata, un laboratorio di restauro, due depositi, una sala conferenze e diversi uffici. In questa occasione il Museo viene intitolato a Oreste Nardini, vero nume tutelare delle antichità veliterne. L’origine collezionistica della raccolta, la nascita del museo nel periodo post-unitario e il clima culturale dell’epoca in cui gli Ispettori Onorari svolsero un ruolo fondamentale per la tutela del territorio nazionale, rappresentano la nuova chiave di lettura del percorso museale. Riaperto il 17 Novembre 2011, a conclusione del progetto di realizzazione dei “Nuovi Itinerari Didattici”, il Museo risulta arricchito da nuovi materiali e da una duplice serie di pannelli didattici: una costituita da pannelli bilingui rivolti a un ampio pubblico, l’altra illustrata per i bambini (Itinerario Bimbi).
Ingresso Musei

Collezione e percorso espositivo

Ricostruzione di una stipe votiva

Ospitato al piano terra del Palazzo Comunale, il Museo espone tutte opere archeologiche provenienti dal territorio di Velletri e zone limitrofe. La raccolta è costituita preminentemente da materiali lapidei (cippi, sculture, urne funerarie, epigrafi) e materiali fittili (lastre architettoniche, votivi, instrumentum domesticum)che vanno dal periodo preistorico a quello altomedievale.

Il primo nucleo collezionistico del museo proviene dalla località “Fosso del Metabo”. Sotto la direzione di Oreste Nardini, Ispettore Onorario ai Monumenti e agli Scavi di Velletri, la collezione si arricchisce grazie a vari ritrovamenti, donazioni e acquisti da parte del Comune.

Il nucleo più antico della collezione, scampato alle vicende di distruzione e dispersione dell’ultima guerra e definito ”Raccolta Nardini”, vanta una serie di ex voto in terracotta (piedi, teste, mani, gambe, uteri, piccoli animali), nonché un nucleo di utensili, oggetti ornamentali e armi in bronzo del periodo protostorico (ritrovati in diverse necropoli del territorio) oltre a diversi cippi, epigrafi, urne cinerarie, antefisse e lastre Campana, teste e busti marmorei di epoca romana, provenienti dalle numerose ville un tempo presenti sul territorio veliterno.

Lastra con Dioniso bambino affiancato da due satiri (fine sec. I a.C.)

Il museo presenta un allestimento distribuito su due piani, in dodici sezioni.

Le prime due sale sono dedicate rispettivamente alla Storia del Museo e delle collezioni veliterne al rapporto con l’antico e alla salvaguardia del patrimonio culturale.

La sala successiva illustra la storia più antica della città e accoglie materiali provenienti dalle campagne di scavo dell’area delle SS. Stimmate, il sito archeologico più importante del centro urbano.

La sala della Velletri romana ospita diverse lastre Campana e reperti provenienti dalle numerose ville un tempo presenti nelle campagne veliterne. Al centro della sala vi è la ricostruzione di un ambiente di scavo archeologico. Estremamente interessante per la storia del territorio è la donazione Pellegrini, un nucleo di centosettanta frammenti di lastre “Campana” provenienti dalla località di Madonna degli Angeli, dove la tradizione colloca la Villa degli Ottavi in cui il futuro imperatore Cesare Ottaviano Augusto trascorse l’infanzia. Le lastre sono entrate a far parte della collezione museale nel 2003 e in parte sono esposte in questa sezione del museo.

Sala Sarcofagi

Di notevole effetto la sala Statuaria e Sarcofagi nella quale troneggia il famoso Sarcofago di Velletri, o Sarcofago delle fatiche di Ercole (II sec. d.C.). Di eccezionale valore storico-artistico, questo splendido manufatto dell’arte romana rappresenta l’emblema del patrimonio archeologico della città e del Museo Civico.

Sarcofago (II sec. d.C.)

Il sarcofago presenta una ricca figurazione mitologica su tutta la superficie, in cui spicca il tema delle fatiche di Ercole, l’eroe che sopporta con forza le prove impostegli dalla vita. Su uno dei lati lunghi sono presenti i miti di Proserpina, Alcesti e Protesilao a simboleggiare l’immortalità dell’anima e la possibilità di comunicare con l’aldilà attraverso l’amore.

Nella stessa sala è esposto il Sarcofago della Civitana, inquadrabile nella produzione artistica romana della seconda metà del III sec. d.C.. Decorato solo sulla fronte, presenta due campi strigilati separati al centro da una colonnina liscia su cui è raffigurata una vittoria alata e, lateralmente a entrambi i campi di strigilature, un personaggio maschile (a destra) e uno femminile (a sinistra), evidentemente la coppia di defunti a cui il sarcofago era destinato. Una serie di sculture collocate in apposite nicchie illuminate completano il suggestivo allestimento di questo ambiente che immette il visitatore nuovamente nell’atrio di ingresso.

Sovrastata dall’alto soffitto cassettonato con volta a botte, si staglia maestosa sullo sfondo la Pallade di Velletri, calco in gesso della celebre scultura oggi esposta al Museo del Louvre. Una serie di epigrafi alle pareti di destra e di sinistra suggerisce l’idea del lapidarium e la lastra sepolcrale della nobildonna veliterna Euridice Monticelli trova collocazione centrale, a incasso nel pavimento.

Salendo al piano sopraelevato si può ammirare un singolare oscillum in marmo con scena di deposizione e la ricostruzione in sezione di una delle prime tombe ad incinerazione ritrovata nel 1891 in località Vigna D’Andrea (X sec. a.C.). Segue l’esposizione di corredi funeraridell’età del Ferro ( IX-VII sec.a.C.) provenienti dalla necropoli di Vallone (Lariano).

La sezione successiva è dedicata al Tempio delle Stimmate ed espone le lastre di rivestimento in terracotta ritrovate in quest’area sacra. La soluzione espositiva di queste lastre, ritenute per lungo tempo erroneamente volsche, ricrea linearmente il frontone di un tempio arcaico e offre una migliore leggibilità dei materiali frammentari con l’accostamento di porzioni grafiche che ricompongono le diverse scene rappresentate (corse di cocchi e cavalieri, processioni con cavalli alati, scene di consessi e banchetti).

Il percorso si conclude con la sezione dedicata agli usi funebri nella Roma antica. In questa sala è esposta la Lastra Sepolcrale dell’Orante, con decorazioni a rilievo di soggetto cristiano (IV sec. d. C.). Il bassorilievo, destinato a ornare la fronte di un sarcofago, reca scolpiti il Buon Pastore a sinistra, un’orante al centro e un pastore seduto a guardia del gregge, a destra. Nei due spazi compresi tra queste figure sono scolpite una serie di scene tratte dal Vecchio e dal Nuovo Testamento.

Lastra dell’Orante
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