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Velletri – Pocci ricorda il valore della resistenza nella cerimonia del 25 aprile

Riportiamo il discorso integrale pronunciato questa mattina dal sindaco di Velletri, Orlando Pocci, per la Festa della Liberazione del 25 aprile. Nel corso della consueta cerimonia di deposizione della corona d’alloro al monumento ai caduti, sito in Piazza Garibaldi (qui per l’articolo e la diretta), il primo cittadino di Velletri ha così affermato:

“Il dibattito di questi giorni sta rischiando di far passare in secondo piano la barbarie della guerra che, come ci ricorda Bertolt Brecth, semina disperazione sia tra i vinti che tra i vincitori. E questo per una ragione ben precisa: in una guerra nessuno vince, perdiamo tutti.

Negli anni passati abbiamo sempre cercato di mantenere alto il monito; la Festa della Liberazione è una festa di Pace e il valore della Pace lo sentiamo forte proprio adesso che stiamo rischiando di perderla, anzi l’abbiamo persa sotto il frastuono delle bombe che sentiamo proprio qui dietro, proprio nel cuore dell’Europa dei popoli che ancora una volta deve sopportare una guerra incomprensibile.

Il valore della Resistenza è anch’esso tornato di moda, purtroppo con distinzioni ideologiche che fatichiamo a comprendere e che ci fanno temere che in tutti questi anni abbiamo speso fiumi di parole senza però arrivare al cuore delle persone, al cuore delle ragazze e dei ragazzi che oggi assistono, impotenti e impauriti, alla disfatta dell’idea di democrazia e di libertà che hanno letto sui libri di storia.

Siamo ancora in tempo e questa giornata deve essere dedicata alla riflessione, alla ponderazione e al rispetto dei valori fondativi della nostra Costituzione che proprio da una lotta di Liberazione è nata e che abbiamo coltivato in queste 77 anni che ci separano dal quel 25 aprile 1945 quando Milano fu liberata ponendo fine, almeno in Italia, alla Seconda Guerra Mondiale.

Sono certo che quei valori sono ancora vivi nella coscienza collettiva ma che, tuttavia, non possono essere oggetto di una disputa da bar: in gioco c’è la vita delle persone e la sopravvivenza delle libere istituzioni, fosse anche in un Paese diverso dal nostro che sta subendo un’aggressione, comunque non giustificata.
Ridurre tutto questo a un semplice dibattito rischia di diventare un gioco pericoloso che non possiamo, né dobbiamo permetterci.

Oggi ricordiamo il sacrifico delle donne e degli uomini che si batterono per la nostra libertà e che seppero dare vita a quell’articolo 11 della Costituzione che ci ricorda sì che “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”; ma questa è solo la prima parte di quello straordinario articolo della Costituzione; nella seconda parte di ricorda che l’Italia “consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”. Ovvero che aiuta i popoli in difficoltà e lo fa di concerto con le organizzazioni internazionali alle quali aderisce.
Esattamente quello che sta accadendo e che ritengo ponga il nostro Paese nel solco della legalità internazionale.

Decisamente una conquista della Guerra di Resistenza dalla quale abbiamo imparato che le oppressioni dei popoli non possono essere mai tollerate: vale per noi, vale per gli altri!
Viva la Festa della Liberazione, Viva la Repubblica. E sia Pace per tutti i popoli”.

A queste parole hanno fatto seguito l’inno nazionale di Mameli, la sfilata delle rappresentanze dell’arma, del gonfalone di Velletri e, a conclusione della cerimonia, l’immancabile saluto al suon di “Bella Ciao”.

 

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