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Guerra in Ucraina, gli scout di Genzano e Albano in prima linea per l’accoglienza dei profughi

Dopo la decisione dei ragazzi del Clan Wankantanka del gruppo Scout Albalonga 1° Federscout, di rendersi parte attiva per aiutare i rifugiati dalla guerra in Ucraina, è cominciata l’accoglienza pratica, con l’invito ad un mini campo ad aprile per Vitalic, 18 anni compiuti a marzo, e riuscito solo per pochissimi giorni a passare in Europa, raggiungendo l’Italia e la comunità ospitata a Castel Gandolfo, a poche centinaia di metri dalla sede Scout di Albano.

“Dal 22 al 25 Aprile, in occasione del S. Giorgio – racconta Maeva, del Liceo Vailati, entrata nella
Compagnia da pochi mesi, dopo il campo scuola Soss – era in programma un’uscita di quattro giorni a Reggio Calabria, dove ci avrebbero ospitato i ragazzi del Clan Nadir, un gruppo scout nautico, come il nostro, con cui faremo un campo a Salina questa estate, insieme ai nostri fratelli delle Isole Eolie, con attività in barca a vela, salvataggio cetacei e tartarughe marine a Filicudi. Dopo gli incontri avuti con la responsabile del centro rifugiati a Castel Gandolfo, la signora Lesya Vusyk, che si occupa di oltre 50 profughi, tra cui molti bambini e ragazzi – prosegue Livia – ci è sembrato che la cosa migliore fosse far capire con un’attività pratica al più “grande” dei ragazzi Ucraini di cosa ci occupiamo”.

“La parte più complessa dell’accoglienza, in questa particolare situazione – ci spiega Guido, Capo Clan ed infermiere del 118 – è la lingua. Abbiamo verificato nelle nostre prime visite al centro, che le profughe, Vitalic e, chiaramente, i bambini più piccoli, non parlano minimamente inglese o italiano, così abbiamo deciso che era necessario creare un ponte tra i nostri ragazzi e i loro. I campi fatti in Kosovo e Albania (a luglio è prevista una missione del nostro gruppo a Vau Dejes) ci hanno insegnato tantissime cose, e lavorare in condizioni difficili, come la mancanza di interpreti, è una cosa che è già successa tante volte”.

Il progetto di accoglienza è così partito nel migliore dei modi, oltre agli 8 partecipanti della Federscout di Albano il nuovo entrato, Vitalic, ha avuto modo di conoscere, partendo da Castel Gandolfo e arrivando fino a Reggio Calabria, gli 8 ragazzi delle Eolie e i 14 di Reggio Calabria, vivendo in comunità 4 giorni di Scautismo operativo, dormendo in sedi Scout, in strutture e terreni requisiti alla ‘ndrangheta, con lunghe route, cucina, escursioni e avventura, ma soprattutto con un “bombardamento” di cultura, visitando il paese fantasma di Pentidattilo, i Bronzi di Riace, il Museo Navale di Reggio e, al ritorno, scoprire Ercolano, completamente ospite dei gruppi Federscout, che si sono organizzati per procurare la prima attrezzatura necessaria, zaino, sacco a pelo e stuoino, utilizzando la cassa gestita dai Clan, con l’aiuto di genitori volenterosi come Massimo di Genzano e capi Scout storici come Alessandro, Roberto e Daniela di Reggio.

“Cancellare i ricordi della guerra con quelli dell’amicizia e della cultura è quanto ci ha chiesto la signora Lesya – concludono Emanuele e Flavio, 18 e 15 anni – il nostro gruppo Scout, con il lavoro di
autofinanziamento dei ragazzi del Riparto, è anche riuscito ad offrire ai rifugiati, con l’aiuto della ditta Leoni Randolfo di Ariccia, una “porchetta di benvenuto in Italia”, e questo ci ha permesso di essere “ri-invitati” a dai nostri nuovi amici Ucraini, non con le solite fredde modalità Profugo/Paese Ospitante, ma con un’ottica diversa, dove noi ragazzi collaboriamo e giochiamo tra di noi, senza pregiudizi o altro, tra “fratelli” proprio come insegnava il nostro fondatore ancora prima della Prima Guerra Mondiale”-.

“Come operatore del 118 vedo incidenti e intervengo in soccorsi tutti i giorni – conclude Guido – e vi posso assicurare che mandare i propri figli agli Scout, indipendentemente dal nome del gruppo o
dell’associazione, cattolici o laici che siano, è tutt’ora una delle cose migliori che i genitori possono offrire ai loro ragazzi, solo “facendo” si impara, non c’è assolutamente altro modo, e certamente farlo con la massima sicurezza è fondamentale”.

Ricordiamo che scuole come il Vailati di Genzano, con i campi Soss, (Squadre Operative Soccorso Studenti) dove gli Scout siamo chiamati per insegnare tecniche e prevenzione, insieme alla Croce Rossa, la Protezione Civile e altre associazioni operative come Castelli in Green, Arco di Diana e El Perro, con soccorso cinofilo, stanno iniziando a “formare” intere classi di studenti su cosa fare e come comportarsi in caso di emergenza, e questo grazie a professori e presidi che hanno capito l’importanza della prevenzione, dell’accoglienza e del volontariato, anche se questo comporta per loro un aumento del lavoro e un forte impegno personale.

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