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Velletri – “25 aprile R/esistenza”, al Dopolavoro Ferroviario la Liberazione si è celebrata cantando

“Viva la Resistenza, viva il 25 aprile, viva Velletri!”, con queste parole si è chiuso l’evento “25 Aprile R/esistenza” organizzato nei locali del Dopolavoro Ferroviario di Velletri dall’associazione R/Esistenza e dal circolo DLF per festeggiare la Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. La giornata celebrativa è iniziata verso l’ora di pranzo con gli interventi dei portavoce di varie realtà del territorio: MEMORIA ‘900, la sezione locale dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI), l’associazione di volontariato AUSER, il sindacato SPI-CGL e i circoli Arci Montefortino e Arci R/Esistenza. Infine, ha preso la parola anche il presidente dell’associazione R/esistenza Mattia Bongiovanni a nome del collettivo organizzatore e curatore dell’evento.

“25 aprile R/esistenza” è stato una scommessa vinta da parte dello staff del circolo, che ha voluto offrire ai veliterni, desiderosi di ritrovare la gioia di mangiare insieme e ascoltare un concerto dal vivo dopo oltre due anni di pandemia e privazioni, una giornata all’insegna della spensieratezza dei vecchi tempi.

Dal palco sul quale si sono alternate diverse band locali presentate da Gianmarco Cellucci, il direttore artistico dell’associazione, si è sprigionata un’ondata di energia, entusiasmo e voglia di vivere che ha emozionato tutti i presenti, generando un crescendo virtuoso di coinvolgimento da parte del pubblico, culminato in cori da stadio, saltelli e trenini.

Il concertone è stato aperto dal duo Sami Nanni e Martina Cori, che hanno eseguito le cover di Cohiba di Daniele Silvestri, Inverno di Fabrizio De André e alcuni brani dei Modena City Ramblers: Quarant’anni, Oltre il Ponte, Contessa e, ovviamente, non poteva mancare Bella Ciao. Questi ultimi due e Inverno sono stati eseguiti con il contributo del chitarrista Cristiano Mattei.

Poi è stata la volta di MODERNO, con il vocalist Fedenco Moderno, nome d’arte di Federico Petitto, accompagnato da Sami Nanni alla chitarra elettrica, Federico Pistolesi al basso e Diego Zaccagnini alla batteria. La band ha eseguito i brani originali: Le prime volte, Mi stupisco, Sento ergo Sum e infine S.E.R.E.N.A.

Nanni e Zaccagnini hanno continuato a suonare anche dopo ma in qualità di componenti dei Darnout, trio musicale del quale fanno parte assieme al contrabbassista Giovanni Ludovisi, detto Joe, assente per motivi di salute. La band ha eseguito un brano originale, Canzone semplice, e tre cover: Whole Lotta Love dei Led Zeppelin, Wheels dei Foo Fighters e 20th Century Boy dei T Rex. Era previsto che suonassero tutti brani originali ma all’ultimo è stata modificata la scaletta a causa della mancanza del terzo componente.

Il concerto è proseguito con i The Salvatelli’s, duo composto dai fratelli Giulio e Livio Salvatelli, rispettivamente vocalist e chitarrista il primo e batterista il secondo. La band ha eseguito un brano originale, Miele, e tre cover: Il chitarrista di Ivan Graziani, Senza Vento dei Timoria e Jeeg Robot d’Acciaio, versione rock della sigla dell’omonima serie animata giapponese.

A seguire, si è esibito il DOnO, gruppo composto da Daniele Cedroni (voce e chitarra), Andrea Fatale (chitarra solista), Lorenzo Mancini (basso) e Antonello Rabuffi (batteria). Mancini e Rabuffi hanno sostituito in questa occasione Riccardo Marinelli e Paolo di Cori, rispettivamente bassista e batterista ufficiali della band. I musicisti hanno fatto scatenare il pubblico con i brani originali Come il vento, Ciò che rimane, Mangrovia e Retro per chiudere con Song for Zelda.

Un momento particolarmente emozionante è stato quando, nell’introdurre l’ultimo pezzo, Cedroni ha voluto omaggiare la memoria del giovane musicista Simone Massarut, recentemente scomparso, declamando il testo di Stai al centro, brano originale dei Resistenze, band della quale il ragazzo faceva parte.

La ciliegina sulla torta di una serata all’insegna del rock e della socialità è stata l’esibizione dell’Orchestra del Paese Immobile, progetto nato dal fortunato incontro tra le poesie di Roberto Zaccagnini e il genio musicale di Matteo Scannicchio. L’OPI, composta da quest’ultimo (voce e tastiera), Martina Cori (voce), Livio Salvatelli (batteria), Lorenzo Mancini (basso), Augusto Pallocca (synth/sax), Laura Zaottini (violino/ukulele) e Cristiano Mattei (chitarra), ha esordito con lo spiritoso Quiete in Famiglia, per proseguire con l’evocativa Certe specie di rumore, la simpatica Indico, la scanzonata critica sociale Microbo o Moschino e il brano rap Callo de Maggio, cantato da Aku (Augusto Pallocca), chiudendo in bellezza con l’ode alla natura Quanno finisce l’incantesimo. A un certo punto è salito sul palco anche lo scrittore Roberto Zaccagnini, raccogliendo l’affetto di un pubblico che ha ormai imparato a memoria i testi delle sue poesie, trasformate in canzoni, e ne cantava a squarciagola i ritornelli. Per celebrare il significato della giornata, Zaccagnini ha eseguito una versione dell’inno partigiano Bella Ciao con l’armonica, accompagnato dalla vibrante tastiera di Matteo Scannicchio.

Il concerto sarebbe dovuto finire con l’ultimo brano, ma di fronte al fomento generale la band ha continuato a deliziare il pubblico con una seconda versione di Bella Ciao, ancora più coinvolgente e partecipata della precedente, e poi il bis e addirittura il tris delle amatissime Indico e Microbo o Moschino, che il pubblico ha accolto con esultanza e applausi a non finire. “25 Aprile R/Esistenza” si è concluso con tre frasi, urlate al microfono di fronte a una folla in visibilio, che riassumono un po’ il senso dell’intero evento:

“Viva la Resistenza, viva il 25 aprile, viva Velletri!”.

In un comunicato, l’associazione R/Esistenza ha voluto ringraziare tutto lo staff per l’impegno profuso nella buona riuscita dell’evento, i collettivi intervenuti, le band che hanno partecipato, il tecnico del suono Marco Quaglia, la fotografa ufficiale Michela Catarinelli e tutte le persone che hanno aderito all’iniziativa. La quale, nelle parole del collettivo, ha avuto l’obiettivo di “riscoprire un territorio da difendere e valorizzare, una Velletri che canta, salta, strilla ed è disposta a rimboccarsi le maniche con passione per vedersi brillare”.

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