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Frascati – In città si alza la protesta contro il benservito della Curia al Maestro Pietro Delle Chiaie

chiesa San Pietro Frascati

Non è andato giù a tantissimi frascatani e fedeli cattolici, lo “strano” benservito che la Curia tuscolana ha riservato al Maestro Pietro Delle Chiaie, storico organista della Cattedrale di San Pietro di Frascati.

A testimoniare la solidarietà e la vicinanza di molti, proprio a ridosso della celebrazione dei Santi Filippo e Giacomo, patroni della città tuscolana, è apparso un manifesto di ringraziamento da parte di alcuni cittadini nei confronti del Maestro Delle Chiaie che per oltre 30 anni ha accompagnato Sante Messe, Novene e celebrazioni liturgiche legate a ricorrenze importanti della vita privata di tantissimi frascatani. Matrimoni, cresime, battesimi: tanti momenti intimi e familiari resi speciali da un accompagnamento musicale affidato a mani sapienti, in grado, come recita anche il manifesto che riprende un discorso del Santo Padre, di  “creare ponti e avvicinare persone, anche le più lontane”.

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Un talento e una maestria indiscussi – messi a servizio della comunità cattolica a fronte di un compenso non propriamente lauto – che erano ormai un punto fermo della tradizione musicale locale. Un organo, strumento complesso e delicato, che lo stesso Maestro Delle Chiaie, oggi cinquantaduenne, aveva contribuito a costruire e per il quale con la sua associazione aveva raccolto oltre 20mila euro; uno strumento di cui si è sempre preso cura in modo impeccabile e che oggi è stato costretto ad abbandonare senza una reale spiegazione ma venendo semplicemente liquidato con la necessità di “fare economia”.

Un atteggiamento da parte della Curia guidata dal vescovo Raffaello Martinelli, che alla città di Frascati non è andato giù, così come si evince anche dai numerosi messaggi che in queste ore si susseguono sui social. Una “protesta” pacifica e composta che, nella speranza di far cambiare idea ai vertici della Diocesi, ha già raggiunto le stanze del Vaticano, dove il Santo Padre ha ricevuto e preso visione di numerose lettere inviate dai fedeli che illustravano la singolare decisione della Curia tuscolana.

Un tema delicato su cui in tanti si interrogano poiché tocca da vicino non solo le sorti di un musicista allontanato dal suo lavoro all’età di cinquantadue anni, ma anche i tanti fedeli tuscolani che, grazie alle sue note hanno lodato, pregato e negli anni sono divenuti comunità.

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