Lettera al direttore

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Ciampino, una cittadina: “Da 3 anni attendo invano l’accesso in graduatoria per una casa popolare”

Una cittadina di Ciampino, residente nella zona 167, si è rivolta a noi per segnalarci la situazione di difficoltà nella quale sta vivendo da 3 anni.

“Io e la mia famiglia – ci ha spiegato – viviamo in una casa Ater a Ciampino. Siamo in 5, io, mio marito e i nostri 3 figli, tutti e 3 minorenni, bloccati in 40 metri quadri, in un appartamento senza caldaia, con la muffa sul soffitto e sulle pareti, con infiltrazioni che fanno passare l’acqua quando piove e con l’impianto elettrico dell’unica camera non più funzionante da diverso tempo. La mia condizione, che è comune a quella di tante famiglie, è in attesa di una soluzione dal 2019, ma è stata affrontata male da parte del Comune di Ciampino e dell’Ater stesso, soprattutto per indolenza e scarsa attenzione”.

“Dopo aver subito uno sfratto – ha aggiunto –, mi sono appoggiata a questo appartamento, ma ho tutti i requisiti, come ha stabilito anche un giudice, per entrare in graduatoria per una casa popolare. Infatti, io ho fatto diversi ricorsi contro l’Ater, che ho puntualmente vinto, al Consiglio di Stato e al TAR, ma nonostante ciò non vengo inserita in graduatoria e continuo a vedere persone che, come me, sono in lista e vengono abbandonate, mentre altri occupano le case Ater senza meritarlo. Non voglio creare problemi a nessuno, vorrei solo che la mia situazione fosse regolarizzata”.

“Anche l’ex sindaco Daniela Ballico – ha detto ancora questa cittadina – ha cercato di aiutarmi, ma persone vicine a lei e altre che lavorano tuttora negli uffici Ater hanno sempre declinato e mi hanno lasciato sola. Gli uffici predisposti devono funzionare, ci sono tante persone che hanno bisogno di essere ascoltate e che hanno problemi seri. Peraltro, quando c’è da farsi pagare l’affitto e da fare regolari accertamenti sono sempre molto attivi, ma per le graduatorie e le assegnazioni decisamente no”.

“Ho aspettato abbastanza e sono stata sempre tollerante, ma è dal 2019 che sto aspettando di essere inserita in graduatoria e mi sono stancata di gente che non fa quello che dev’essere fatto perché siano rispettati i diritti delle persone. Ora, poi, che siamo sotto elezioni, qualcuno crede che non si debba lavorare e che si possano accantonare tutte le pratiche. C’è mancanza di rispetto e di umanità”.

“Adesso io sto prendendo il reddito di cittadinanza e non riesco a parlare nemmeno con il commissario, mentre riesce a parlarci chi ha più conoscenze. Vorrei – conclude la cittadina – che la nuova amministrazione mandasse a casa chi occupa posti di spessore e si permette di non fare il suo dovere e di bistrattare chi ha bisogno di aiuto. Non gli viene chiesto di fare miracoli, ma di leggere semplicemente un foglio… Mi auguro davvero che chi ha bisogno, non solo io, ma anche altre persone, possa trovare aiuto, o quantomeno ascolto”.

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