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Longevità, nel Lazio le donne vivono più a lungo: sono i 2/3 degli over 80. Obesità la piaga degli uomini

E' quanto emerge dai dati del primo Rapporto sulla salute di Genere a cura del Dipartimento di Epidemiologia regionale (DEP Lazio), presentato oggi dal Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti e l'Assessore alla Sanità, Alessio D'Amato.

Generico maggio 2022

Anche nel Lazio la popolazione femminile vive mediamente più a lungo: 5 anni in più rispetto alla popolazione maschile (la speranza di vita alla nascita delle donne è 84,5 anni contro 79,8 anni degli uomini). E’ quanto emerge dai dati del primo Rapporto sulla salute di Genere a cura del Dipartimento di Epidemiologia regionale (DEP Lazio), presentato oggi dal Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti e l’Assessore alla Sanità, Alessio D’Amato.

La maggior durata di vita media delle donne fa sì che nella popolazione anziana le donne siano più numerose. Rispetto alla popolazione over 80, i 2/3 sono donne e di queste l’85% ha almeno una patologia cronica, un dato importante da considerare nella definizione dei bisogni di salute della popolazione.

“Il Lazio è la prima Regione italiana a realizzare uno studio sulla salute di genere anche al fine di orientare gli interventi programmati con il PNRR in ambito sanitario. Questo rapporto è un lavoro prezioso che porterà un forte contributo nello sviluppo delle cure più appropriate per le patologie più frequenti nelle donne, favorendo anche una migliore definizione dei programmi per la promozione di campagne di comunicazione e informazione rivolte al cittadino allo scopo di diffondere informazioni sulla salute di genere”, ha dichiarato il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.

Secondo i dati la demenza colpisce più le donne, mentre sovrappreso e obesità colpiscono più gli uomini. La diversità di genere non riguarda solamente le patologie croniche, i dati documentano infatti che la proporzione di donne con infarto che effettuano un’angioplastica primaria è significativamente inferiore rispetto agli uomini. Nelle donne è inoltre meno probabile un’adeguata terapia post-infarto.

Per quanto riguarda i tumori, anche se complessivamente più frequenti nei maschi, le donne hanno un incidenza di tumore più alta tra i 40 e i 64 anni attribuibile al tumore della mammella che, anche grazie ai programmi di screening e ai progressi terapeutici ha visto un aumento della sopravvivenza.
“Anche la pandemia Covid ha messo in evidenza importanti differenze. L’incidenza dell’infezione è risultata maggiore nelle donne soprattutto nelle fasce di età più giovani (25/54 anni). Tutti questi approfondimenti sono contenuti in questo rapporto ed è la prima volta che una Regione italiana realizza un rapporto di salute di genere così esteso e completo”, ha aggiunto l’Assessore regionale alla Salute, Alessio D’Amato. 

Nello specifico, tornando alle donne del Lazio, sono poco meno di 3 milioni, pari al 51,7% della popolazione regionale, e nella percentuale maggiore (oltre il 62%) hanno un’età compresa tra 15 e 64 anni e dai 65 anni in poi sono più numerose degli uomini, fino ad arrivare a essere il doppio dei maschi over 85 anni. Sono particolarmente colpite da malattia di Alzheimer e altri tipi di demenze, meno da cardiopatia ischemica e ipertensione rispetto ai loro coetanei uomini, mentre i tumori che le riguardano maggiormente, a parte quelli dell’apparato riproduttivo, è quello alla tiroide.

Sono alcuni dei dati relativi alla salute delle donne residenti nella Regione Lazio, contenuti nel primo rapporto ‘Salute e genere nella Regione Lazio. I dati epidemiologici’, presentato oggi dal presidente Nicola Zingaretti e dall’assessore alla Sanità e all’integrazione socio-sanitaria, Alessio D’Amato, presso la sala Folchi del complesso monumentale San Giovanni Addolorata.

Dall’indagine epidemiologica emerge che l’Alzheimer e le demenze hanno una prevalenza equivalente tra uomini e donne fino a 74 anni, dai 75 anni in poi invece queste patologie colpiscono maggiormente le donne, con percentuali in progressiva crescita con l’avanzare dell’età.

Particolare attenzione merita l’analisi dell’andamento della broncopneumopatia cronica ostruttiva (bpco) per maschi e femmine nelle diverse fasce d’età. Esiste infatti un rapporto inverso nelle fasce d’età più giovani rispetto a quelle più avanzate. Fino ai 65 anni la prevalenza di patologia è più elevata nelle donne mentre, dopo una parità tra i 65 e i 75 anni, diventa più elevata negli uomini. Questo andamento riflette, almeno in parte, le modifiche nell’abitudine al fumo che hanno interessato le donne negli ultimi decenni e la maggiore vulnerabilità al danno da fumo di tabacco. 

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