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Frascati – Approvata l’ipotesi di Bilancio stabilmente riequilibrato: tagli ed esternalizzazioni per domare le fiamme del dissesto

dario de santis frascati

Con 10 voti favorevoli, 5 contrari, e quasi 6 ore di discussione in aula, il Consiglio comunale di Frascati ha approvato oggi le 87 pagine di delibera di ipotesi di Bilancio stabilmente riequilibrato, il primo atto post dissesto caratterizzato da scelte di natura politica e di indirizzo. Un provvedimento che si è reso necessario per effetto del dissesto finanziario dichiarato lo scorso febbraio dall’amministrazione Sbardella, obbligata dalle  direttive impartite dalla Corte dei Conti in seguito alla bocciatura del Piano di Riequilibrio 2019.

Una delibera, quella approvata oggi, che rappresenta, come ha sottolineato nell’illustrarla l’assessore al Bilancio Dario De Santis, “l’adempimento più caratterizzante di questa consiliatura, perché contiene scelte messe in campo dall’amministrazione e programmate per avere un effetto nei prossimi cinque anni. Cosa comporta dunque un ripiano in cinque anni? Essenzialmente due effetti: un taglio dei servizi del 20% e la riorganizzazione e razionalizzazione delle partecipate che nel caso di Frascati sostanzialmente sono rappresentate dalla STS che fornisce appunto i servizi che la norma impone di tagliare nei prossimi cinque anni. In tutto questo – ha proseguito De Santis – abbiamo affrontato in prospettiva un discorso più ampio sulla nostra azienda speciale, ricordando che questa non può essere un’impresa e non ha una capacità di investimento tale da portare avanti alcuni assets di rilevanza commerciale. Settori che nella Sts comprendono la sosta a pagamento, le farmacie comunali e in ultima istanza il servizio cimiteriale che però non abbiamo avuto bisogno di prendere in considerazione in questa ipotesi di delibera”.

Come preannunciato nei giorni scorsi quindi il servizio dei parcheggi a pagamento sarà affidato ad una ditta esterna, entro il 2023 e successivamente anche le farmacie comunali di Vermicino e Villa Muti, oggi in capo ad Sts, verranno esternalizzate e affidate a un privato. “Oggi abbiamo una casa che va in fiamme – ha detto De Santis – ed è necessario spegnere questo fuoco riportando un equilibrio quinquennale.

Come? Esternalizzazione di parcheggi e farmacie; quota dello scuolabus interamente a carico degli utenti; rinegoziazione e riduzione di alcuni contratti e utenze che prevedono un’ampia ricognizione sul territori;  razionalizzazione dei costi per il ricovero dei randagi; riduzione per la manutenzione ordinaria del verde (servizio già esternalizzato) attraverso l’eliminazione di alcune attività previste nel contratto come progetti di educazione ambientale, orti ludico didattici, festa dell’albero, marketing; riduzione delle dotazioni informatiche e razionalizzazione dell’autoparco; riorganizzazione delle biblioteche e chiusure della Casa di Pia; affidamento di alcuni impianti sportivi a soggetti privati. Tutto questo comporterà una riduzione di spesa del 20% con il seguente un andamento negli anni dal 2022 al 2026: nel 2022 uno sbilancio di 589mila euro, nel 2023 970mila euro, nel 2024 1,092 milioni, nel 2025 925mila euro, nel 2026 0,00.

“Oggi – ha concluso De Santis – approviamo questa ipotesi di bilancio che a sua volta, entro 4 mesi circa, il Ministero dovrebbe vagliare e firmare. A quel punto, se tutto andrà come nelle previsioni, è possibile che arriveremo in equilibrio anche molto prima del 2026. Il dissesto vero e proprio terminerà comunque quando la OSL concluderà il suo lavoro della rilevazione della massa passiva e la ricostruzione della massa attiva. La nostra ipotesi deve far inoltre emergere delle caratteristiche di buona amministrazione e quindi presentare un piano che prevedesse una maggiore entrata derivante sulla raccolta tributaria o delle esternalizzazioni di servizi non economicamente rilevanti, probabilmente non avrebbe trovato il favore del Ministero e ci avrebbe esposto ancora di più con la Corte dei Conti. Questo bilancio è stato fatto alla luce del sole e costruito senza artifici contabili per migliorare i saldi delle entrate e degli accantonamenti dei fondi”.

Una delibera che ha inevitabilmente spaccato l’aula tra il favore della maggioranza e la contrarietà dei consiglieri d’opposizione che non hanno risparmiato dure polemiche. Una discussione inizialmente incentrata sui contenuti dettati dalle inevitabili ripercussioni sociali di alcune “decisioni che gravano pesantemente – ha detto la consigliera Anna Delle Chiaie – sul bilancio già in difficoltà di molte famiglie tuscolane. Penso allo scuolabus che ora sarà interamente a carico degli utenti, così come l’assistenza domiciliare che ha subito una riduzione. Anche la chiusura della Casa di Pia è un vero peccato, per non parlare poi delle farmacie comunali che passeranno ai privati, ipotesi che aveva sempre trovato la contrarietà della sindaca Sbardella quando faceva parte dell’opposizione”.

Farmacie su cui oggi è stata particolarmente apprezzata la digressione tecnica del consigliere delegato Enrico Maggi che, numeri alla mano, ha evidenziato tutta la fragilità di un asset che si è scoperto essere solo potenzialmente remunerativo.  Numeri impietosi che hanno sottolineato ancora una volta l’impossibilità per la STS di affrontare gli investimenti necessari a rendere realmente appetibili e competitive le attività di Villa Muti e Vermicino. “Nel 2021 – ha detto Maggi – il fatturato complessivo è stato di 889 mila euro e la spesa di 823 mila euro circa con un differenziale di 66mila euro che non sono stati neanche sufficienti a coprire il canone concessorio dovuto al Comune, generando così un passivo di 34mila euro. Considerando poi le spese per il personale interno ad Sts ed esterno, e gli oneri generali delle farmacie: si può dire che le farmacie abbiano chiuso il 2012 con un passivo che oscilla fra i 70 e i 100mila euro”.

Ha espresso contrarietà ma anche comprensione per alcune decisioni il consigliere Matteo Angelantoni, ricordando il percorso della precedente amministrazione di cui faceva parte e che aveva affrontato una condizione di pre dissesto che tanti paletti già imponeva. “Oggi discutiamo un’ipotesi – ha dichiarato Angelantoni – che espone tutti a un giudizio di chi queste scelte le subirà, i cittadini e noi compresi. Alcune scelte però, come già ho detto in Commissione, non ce le aspettavamo, Tagli ai servizi sociali, esternalizzazioni e riduzioni per utenze che francamente non comprendo come si potranno ottenere. Non possiamo non esprimere la nostra contrarietà rispetto a un provvedimento del genere”.

Ha espresso perplessità, soprattutto rispetto al futuro della Sts, il consigliere Roberto Mastrosanti che nel corso dei suoi interventi è poi tornato sul tema delle responsabilità pregresse – e ad onor del vero mai realmente accertate – sulle cause di un dissesto che parte da lontano e oggi pesa come un macigno sulla testa dei frascatani. Un excursus tecnico-politico in cui si sono ripercorsi i punti che hanno portato alle scelte attuate dall’amministrazione Mastrosanti in fase di piano di riequilibrio nel 2019 e che mettevano pesantemente mano all’azienda speciale attraverso le tanto vituperate esternalizzazioni di alcuni servizi, oggi invece adottate in questa ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato.

Una contraddizione e un “tradimento delle promesse fatte in campagna elettorale” dalla sindaca, secondo la minoranza; un necessario cambio di rotta imposto da un dissesto che effettivamente ha cambiato le carte in tavola imponendo all’amministrazione scelte impopolari che non avrebbe mai fatto in un altro contesto. Mutatis mutandis, oggi il dissesto c’è e non lo si può ignorare.  Piaccia o no. “Un piano difficile – ha confermato Alessio Ducci – che però non può essere al contempo, come dice la minoranza, timido e al contempo feroce nelle decisioni prese. Diteci quale può essere l’alternativa, solo così la critica diventa costruttiva e fino ad ora non mi sembra sia arrivata. Questo è stato un piano assolutamente coraggioso”.

“Questa casa – ha detto Mastrosanti – è in fiamme dal 2013 e non da oggi. Non voglio fare polemica sul cambio di opinioni ma vorrei entrare nel merito di queste decisioni che vengono assunte, ossia esternalizzare i servizi più appetibili sul mercato, ma bisogna vedere se alla fine verranno esternalizzati anche tutti i costi. Come ad esempio il personale amministrativo, tecnico etc.., cosa che potrebbe far diminuire l’appeal del servizio. Penso che questa manovra sia stata troppo prudente, con il braccino corto e che a mio avviso non sarà sufficiente”.

Nessuna prudenza ma anzi un metterci la faccia facendo scelte sicuramente poco premianti in termini di consenso. Così ha risposto il consigliere Riccardo Tomei all’ex sindaco: “Incredibile che oggi ci venga detto che siamo stati timidi – avete perso 4 anni perché questo dissesto andava dichiarato già all’epoca, mentre voi avete cercato di arrabbattarvi pensando che il dissesto rappresentasse chissà quale onta. Quattro anni di nulla a e un piano di riequilibrio posticipato a 20 anni, bocciato e ribocciato. Non possiamo prendere lezioni da voi e dal consigliere Mastrosanti che da oggi chiamerò Mister 12 milioni”. Un appellativo poco felice che non è andato giù a Mastrosanti e ha sicuramente contribuito ad alzare i toni.

“Ci siamo caricati questa responsabilità sulle spalle – ha tuonato la Sbardella. – senza ricercare dei colpevoli perché l’obiettivo è riconsegnare alla città un ente risanato. Noi ci siamo assunti delle responsabilità immediate, a differenza della passata amministrazione il cui Piano di riequilibrio, tra le altre cose, è stato bocciato per l’illegittima crono programmazione del ripiano in violazione del principio di responsabilità del mandato, che spalmava il debito nel secondo decennio del mandato, trasferendolo alle future amministrazioni. Ora basta. Le nostre scelte le pagheremo tutte noi. Per noi non è finita la stagione delle aziende pubbliche e l’Sts per noi non è un cancro, come qualcuno dell’amministrazione passata ha detto. Abbiamo fatto dei tagli importanti ma necessari e li abbiamo fatti non a cuor leggero. Abbiamo poi deciso di esternalizzare i parcheggi ma lo abbiamo fatto innanzi tutto condividendolo in maggioranza e comunicandolo ai lavoratori interessati, con cui ci impegneremo affinché i loro posti vengano preservati e valorizzati, non come è accaduto con il servizio pulizie. Sulle fragilità non ci siamo tirati indietro e lì c’è la nostra anima di centrosinistra. Questo piano dà una prospettiva alla città, ci farà soffrire un po’, ma sappiamo che al termine di questi 5 anni restituiremo una Frascati finalmente sana”.

Un intervento che ha dato il via allo scontro tesissimo che ha alzato oltremodo toni che tutto sommato erano incredibilmente rimasti nel perimetro di un normale confronto dialettico. Un climax di natura politico personale  – e tutto sommato forse di poco interesse per i cittadini –  tra l’ex Primo cittadino e l’attuale sindaca con un rimpallo di responsabilità senza esclusione di colpi e di parole: mistificazione, demagogia, continuità col passato, coerenza… Stracci volati che forse un po’ alla fine erano nell’aria e che hanno probabilmente  contribuito a placare la sete di chi lamentava “consigli camomilla”. Utile? Non spetta a noi dirlo e magari potranno farlo i pochi cittadini che hanno assistito online, visto che in aula Falcone Borsellino non c’era proprio nessuno. Di certo da oggi Frascati ha provato – auspichiamo arrivi il favore del Ministero – a fare un ulteriore passo in avanti verso il riequilibrio di bilancio; nel frattempo a noi, e crediamo di interpretare il sentimento di molti cittadini tuscolani, piacerebbe sapere in che modo si è arrivati a collezionare un passivo così importante. Nessuna caccia alle streghe o ricerca di un colpevole, ma oggi si è parlato di responsabilità e la politica, presente e passata, ha iniziato ad assumersele mettendoci la faccia per il futuro o scontando scelte passate. Bene, forse è ora però di mettere in gioco tutti gli attori di un sistema che non riguarda solo la politica in senso stretto, ma l’intera macchina amministrativa comunale. Non fosse altro per non ripetere domani, gli errori o “le sviste” che oggi sta pagando a caro prezzo un’intera città.

 

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