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Curiosità su Ruinart, la maison di champagne più antica al mondo

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La tradizione del brindisi con le bollicine è ormai risalente e si ripete puntualmente in tutto il mondo, dando risalto ai prodotti più prestigiosi e con una tradizione in certi casi pluricentenaria. Lo champagne è sicuramente la bevanda più usata in queste circostanze e viene regolarmente associato al lusso anche perché storicamente la sua presenza era garantita all’interno delle corti aristocratiche europee. Un vero e proprio status symbol e un fenomeno di costume che è andato ad affermarsi nella seconda parte del diciannovesimo secolo e che continua a fare da contorni ai momenti più gioiosi delle nostre vite. Ruinart – il produttore di champagne più antico al mondo – si avvicina a grandi passi al traguardo dei 300 anni, e per questo motivo conoscere nel dettaglio qualche aspetto rilevante della storia della famosa maison francese può essere sicuramente interessante. 

Le origini

La nascita di Ruinart è legata alle idee innovative di Nicolas Ruinart che, incuriosito dai racconti dello zio Thierry sugli esperimenti condotti in quel tempo da Dom Pérignon, decise di lanciarsi nella produzione di bevande con le bollicine. In prima battuta le bottiglie prodotte erano destinate ad arrivare in regalo ai più grandi imprenditori del tempo, soprattutto quelli del settore dei tessuti. Solo in un secondo momento la bevanda è stata messa sul mercato. 

Le gallerie sotterranee

Con la crescita del giro d’affari, grazie all’intuizione di Claude Ruinart, la casa francese ha optato per la costruzione di un intrico di gallerie sotterranee sotto la città di Reims, con l’obiettivo di conservare nel miglior modo possibile il numero sempre più consistente di bottiglie di champagne. Un insieme di cunicoli che si estendono per 8 chilometri a quasi 40 metri di profondità, che nel 1931 è diventato monumento storico. Durante il secondo conflitto bellico le cantine sono state razziate quasi completamente dai tedeschi, ed è per questo che al suo interno non ci sono bottiglie prodotte prima del 1945. 

Un ufficio galleggiante

E rimanendo in tema di guerre, durante la prima guerra mondiale le tenute Ruinart sono state quasi completamente distrutte. Per evitare che la produzione venisse condizionata dagli eventi bellici, André Ruinart decise di spostare il suo ufficio sottoterra nelle crayères (le gallerie viste prima). Ma siccome non c’è mai fine agli eventi avversi, le cantine vennero sommerse d’acqua, mettendo a dura la prova la resilienza dell’indomito imprenditore vinicolo francese, che però continuò imperterrito a lavorare sopra una vera e propria zattera. La sua morte fu prematura e il testimone fu raccolto dalla moglie Charlotte.

Bollicine e arte

La maison francese si è sempre distinta per gli stretti legami con gli ambienti aristocratici, ma anche quelli artistici. Nel 1895 il già citato André Ruinart commissionò all’illustratore ceco Alphons Mucha la creazione di uno dei primi poster pubblicitari mai prodotti sul territorio transalpino. Da quella prima esperienza l’azienda ha sempre scelto meticolosamente i partner creativi per impreziosire ancora di più la produzione dei suoi preziosi champagne.

La giusta temperatura

Durante il diciottesimo secolo lo champagne veniva servito freddo a una temperatura che oscillava tra i 6 e gli 8 gradi. Il ghiaccio veniva raccolto durante la stagione invernale e conservato in celle apposite, pronto ad essere utilizzato all’occorrenza. Un cambio di rotta si verificò attorno al 1830, con la tendenza ad abbassare ulteriormente la temperatura della bevanda nel tentativo di mitigare la dolcezza della stessa, dovuta all’aggiunta massiccia di zuccheri per la fermentazione. La temperatura ideale oggi non si discosta molto dalle tendenze originarie. La bottiglia viene aperta quando ha una temperatura di 6/8 gradi e viene servita  e consumata tra gli 8 e i 10 gradi.

Collezionisti o amanti delle bollicine?

Dare lustro alla propria propria cantina personale con bottiglie di champagne d’annata è sempre stata un’abitudine comune a tantissime persone particolarmente facoltose. Ma chi sceglie Ruinart lo fa soprattutto perché ama il sapore inconfondibile delle sue produzioni e non quindi per investire il proprio denaro.

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