Rischia di finire nel registro degli indagati la tata, una donna di 50 anni, cui era stato affidato dai genitori il piccolo di 2 anni e mezzo morto annegato ieri a Santa Severa (litorale a Nord di Roma). I carabinieri che indagano sulla tragedia, coordinati dalla Procura di Civitavecchia che non ha ancora formalmente aperto una indagine, hanno ascoltato la donna cercando di ricostruire quanto avvenuto. Secondo quanto accertato il piccolo, aveva raggiunto il mare allontanandosi dall’ombrellone dove si trovava la donna assieme alla sorellina di 4 anni.
Il povero Francesco, secondo una prima ricostruzione, sarebbe caduto accidentalmente in avanti e non sarebbe riuscito a rialzarsi. La morte è quindi sopraggiunta per annegamento, nonostante il disperato tentativo del bagnino di rianimarlo. L’uomo, insieme ai soccorritori, ha tentato per cinquanta minuti di rianimare il bimbo, che è stato poi portato elitrasportato verso l’ospedale pediatrico Bambino Gesù, dove è stato dichiarato morto.
A rendere ancor più choccante quanto avvenuto l’inquietante ipotesi, al vaglio degli investigatori, che la donna (cui erano stati affidati dai genitori i due piccoli), possa essersi distratta perché al telefono quando il piccolo si è allontanato…
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