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Frascati – Via Ferri, il “ripensamento” sui lavori dell’immobile finisce in consiglio comunale

via felice ferri frascati

Solo sei mesi fa, raggiungendo telefonicamente l’assessore ai Lavori Pubblici di Frascati Claudio Cerroni,  avevamo anticipato il progetto che prevedeva la demolizione e ricostruzione dell’immobile comunale di via Felice Ferri, per il quale il Comune tuscolano nel dicembre 2021 ha ottenuto oltre 15 milioni di euro di fondi PNRR. Un progetto che da subito aveva destato diverse perplessità, relative soprattutto alle tempistiche ridotte rispetto alla portata dell’intervento per il quale sarebbe stato necessario ricollocare i nuclei familiari dei residenti, demolire la struttura, ricostruirla e rendicontare il tutto entro il 2026. Una soluzione mai digerita dai  residenti, che proprio dalla stampa appresero sbigottiti la notizia di un progetto tanto impattante.

Pochi giorni fa invece, attraverso un comunicato stampa, il Comune ha comunicato un drastico cambio di passo, confermando che l’immobile non verrà più demolito, ma si procederà ad una ristrutturazione con miglioramento sismico ed efficientamento energetico, mantenendo integri gli aspetti delle facciate che verranno restaurate. Un ripensamento maturato in seguito a diverse interlocuzioni avvenute tra i tecnici comunali, la sindaca e la Sovrintendenza dei Beni Archeologici e Paesaggistici al termine dei quali si è arrivati a questa soluzione “di comune accordo, per non incorrere in problematiche che potessero comportare il mancato rispetto dei tempi previsti dal PNRR”.

Un dietrofront che non è piaciuto a parte dei consiglieri di minoranza di Palazzo Marconi, soprattutto relativamente alle modalità forse poco chiare con le quali sarebbe stato condiviso e diffuso. Perplessità che ieri sono state formalizzate nero su bianco in una mozione che finirà prossimamente in aula Falcone e Borsellino e che porta la firma dei consiglieri di tre dei quattro gruppi di minoranza: Anna Delle Chiaie, Roberto Mastrosanti, Gelindo Forlini e Matteo Angelantoni.

“Il tempo – si legge nella mozione presentata ieri mattina – ha confermato i dubbi da subito manifestati dalle opposizioni anche in ordine alla realizzabilità dell’intervento nei tempi previsti dal finanziamento, tant’è che, sempre dagli organi di stampa, si è appreso che ci sarebbe stato un ripensamento e che, in luogo della demolizione e ricostruzione, si vorrebbe procedere con una riqualificazione strutturale ed efficientamento energetico del plesso immobiliare. Singolare che la circostanza, certo molto rilevante per impatto economico e sociale, non sia stata immediatamente condivisa nella riunione della specifica Commissione PNRR posto che la sua rilevanza lascia pensare che sia stata assunta già da quale che tempo. Inoltre, non è dato rinvenire in quale atto amministrativo sia stato formalizzato questo atto di indirizzo (da demolizione a ristrutturazione) del quale si ribadisce si è avuta notizia solo dalla stampa e da quanto riferito da qualche
residente”.

Una mozione con la quale i firmatari impegnano l’esecutivo della sindaca Sbardella ad “inviare alla Commissione PNRR tutti i documenti ed atti inerenti il progetto; ad istituire un tavolo di confronto permanente con i cittadini residenti nello stabile per garantire una completa e continua informazione sull’evolversi della situazione e delle decisioni e, al contempo, programmare al meglio le attività in considerazione della loro incidenza nella prospettiva di vita quotidiana dei residenti medesimi per un periodo non certo breve; a definire celermente i probabili costi dell’intervento ad oggi previsto di riqualificazione mediante la predisposizione di un dettagliato studio di fattibilità, determinando al contempo la quota di risorse residuanti e le misure atte ad un suo reimpiego per evitare che vada perduta una parte del finanziamento con grave danno per la comunità; a condividere nelle sedi istituzionali eventuali ulteriori modifiche di indirizzo evitando la pratica invalsa della comunicazione attraverso canali informali e non verificabili”.

Visto il ridimensionamento dell’intervento, sarà dunque interessante sapere, al netto delle considerazioni politiche che emergeranno nel dibattito in aula, cosa ne sarà della parte del finanziamento che non verrà impiegata.

 

 

 

 

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