Con Luca Leoni ci siamo conosciuti oltre 20 anni fa, all’interno della redazione de ‘Il Cittadino’ in via Padella, nel borgo medievale situato a sud del centro storico di Velletri, ai tempi del compianto Guido Di Vito. Collaborava soprattutto per quella che si chiamava la ‘Terza pagina’, che nella storia del giornalismo italiano è sempre stata dedicata alla cultura. Ha sempre avuto una predilezione per la Storia e l’Arte e, dagli articoli, è poi passato alle conferenze e alle monografie. Nel 2008 ha pubblicato in volume la prima biografia del pittore castellano Domenico Tojetti, nativo di Rocca di Papa e morto a San Francisco nel 1892. Nel 2013 ha deciso di raccogliere racconti legati alla sua famiglia e, per le edizioni Controluce, ha pubblicato ‘Righi sulla cenere’.
Ora che ha superato abbondantemente i cinquanta e si avvia speditamente verso i sessanta, ancora per le edizioni Controluce ha dato alle stampe una pubblicazione ‘sui generis’: un saggio in materia di storia dell’arte ma anche un diario di bordo, nel quale ha convogliato le sue emozioni, i suoi ricordi e alcuni suoi compagni di viaggio.
Colpisce il segnalibro del volume che, con la scusa dell’autodenuncia di un refuso, sintetizza il cuore pulsante della pubblicazione del Leoni sia ricercatore che creativo, ma soprattutto essere umano che inizia a fare un bilancio della sua esistenza: “‘Ritratto d’ignoto committente’ è un omaggio a chi mi ha permesso di acquisire gli strumenti per mettere nero su bianco i miei ricordi, le mie emozioni, le mie conoscenze. In un delicato momento della vita in cui sono stato preso, a mie spese, per un calesse o per un aratro, mi sono reso conto di essere – e da decenni – un animale da traino: è stata una presa di coscienza, portare a termine questa pubblicazione, generata dal coraggio parsimonioso di non vanificare anni di ricerche, sogni e sacrifici”.
Gli abbiamo chiesto da dove sia nata, questa sua ricerca in ambito artistico, che viene spiegata nella seconda parte del titolo: ‘in una Crocifissione quattrocentesca’. “Ero alle scuole medie – ci racconta – e vidi un grande dipinto ‘parcheggiato’ in una cappella laterale della cattedrale di Velletri e seminascosto dall’oscurità. La parte più visibile mostrava un uomo inginocchiato e in preghiera, con un copricapo appoggiato sulle mani giunte. Da quella curiosità di sapere chi fosse è iniziato tutto”.
Dal concepimento alla pubblicazione sono passati quasi 45 anni, un tempo lunghissimo…: “La vita ti assorbe e ti risucchia, prima di una ricerca e di una pubblicazione ci sono delle priorità inderogabili, però alla fine ho esaudito questo mio desiderio”.
Abbiamo notato che alla fine del testo, prima delle note bibliografiche, elenchi quattro nomi. Sono legati alla tua pubblicazione?
“Sono quattro persone uscite, purtroppo, dall’anagrafe terrena e che, ciascuno a modo suo, hanno contribuito alla riuscita di questa che a lungo ho considerato una ‘missione impossibile’. Sono persone che mi hanno ispirato e incoraggiato e che per me vivranno sempre”.
Cosa ti auguri che ‘Ritratto d’ignoto committente’ possa provocare in chi vorrà leggerlo?
“Parlo per me. I libri d’arte che ho amato mi hanno spinto a vedere le opere di persona. E siccome la nostra Velletri, così come tutta la nostra Italia, nonostante le spoliazioni subite nei secoli ha ancora un patrimonio artistico di tutto rispetto, invito tutti a visitare chiese e musei per godere della Bellezza”.
Ringraziando Luca per la sua disponibilità, informiamo che le copie della sua fatica editoriale sono reperibili esclusivamente presso la libreria ‘Numero 6’ in Via Croce 6, a Velletri, e che una prima presentazione di ‘Ritratto d’ignoto committente’ è prevista nel Museo Diocesano di Velletri sabato 16 luglio, alle ore 17.
La sede della presentazione non è casuale. Infatti l’affresco quattrocentesco della ‘Crocifissione’ sul quale è basata la pubblicazione è conservato in quel museo e lo si potrà ammirare durante l’evento, al quale farà da sfondo.
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