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Roma, la Polizia Locale cerca una riorganizzazione. Ma mancano uomini e un progetto chiaro

polizia locale roma

È sul tavolo sindacale la proposta di riorganizzazione del Corpo della Polizia Locale di Roma Capitale. Il documento proposto dal comandante generale, dr. Ugo Angeloni, prevede un aumento delle posizioni apicali come responsabili di sezioni (attualmente pressoché scomparse) e una riduzione dei quadri intermedi, ma, di fondo, a fronte di un sottorganico di oltre 3mila unità.

“Una proposta di riordino di cui non si sentiva l’esigenza”. Inizia così il commento del segretario romano aggiunto del SULPL Marco Milani alla proposta di modifica fatta pervenire dal comandante generale Ugo Angeloni alle parti sociali.

“A parte il contentino di aumentare ben retribuite figure di responsabilità, portando da 4 a 6 il numero di caposezione in ogni gruppo territoriale – continua Milani -, ciò che preoccupa è la totale cancellazione di ogni competenza sul monitoraggio e controllo del fenomeno nomadi e degli insediamenti abusivi spontanei, che sempre più spesso condizioni di disagio sociale vedono proliferare fin anche nelle zone del centro, come le aree dei parchi archeologici e le stazioni ferroviarie”.

“Quando si intende mettere mano a unità organizzative quali la U.O. Sicurezza Pubblica Emergenziale, non bisognerebbe mai dimenticare le esigenze cittadine che portarono l’amministrazione ad istituirla, confluendone, e per precisa volontà del sindaco, competenze dell’ufficio speciale nomadi e di sicurezza sociale”.

“Rinnoviamo l’invito al sindaco Gualtieri – conclude Milani – di prendere in mano il timone delle politiche sulla sicurezza e sugli indirizzi del Corpo, che a 9 mesi dall’elezione necessitano di risorse, aumento di agenti e sottufficiali su strada in una pianta organica ormai scesa ai livelli degli anni ’70 e chiari indirizzi, prima ancora di ulteriori atti ufficiali che ne appesantiscono i bilanci senza portare benefici al territorio”.

Questa, invece, l’analisi di sintesi del coordinamento UGL-PL.
“I sogni nel cassetto sono belli, ma rischiano di rimanere tali se non hanno gambe su cui camminare – evidenzia Sergio Fabrizi, coordinatore nazionale UGL-PL -. Siamo in presenza di una grave carenza di organico, senza che sia ancora bandito il nuovo concorso annunciato a più riprese dall’amministrazione per poter prevedere il futuro del Corpo”.

“Ma soprattutto – incalza Fabrizi -, manca l’idea di quale sia l’indirizzo politico del sindaco. Quale pensa debba essere la missione del Corpo? Che continui a svolgere funzioni di ‘steward da stadio’, concentrandosi sul non far sedere i turisti sulla scalinata di Trinità dei Monti o sul bordo delle vasche delle principali fontane del centro storico, quale Fontana di Trevi, e sul continuare a fare i piantoni condominiali agli accessi dei campi nomadi, senza realizzare una vera azione di controllo e repressione delle azioni illegali e una politica sociale sul tema”.

“Si decidano prima le priorità dell’azione che deve essere posta in essere dal Corpo nella sua interezza, poi si decida il modello organizzativo e la squadra necessaria per raggiungerli”.

“Il progetto presentato dal comandante generale – dice invece Ivano Ardovini, RSU e neo-coordinatore della UGL Autonomie di Roma – continua a non rispettare la gerarchia e i gradi previsti dalla Legge Regionale del Lazio del 2005, unico caso in tutta la Regione. Si continua a restare impantanati in una organizzazione di oltre 15 anni fa, superata ormai dalle nuove dinamiche sociali e dalle ulteriori funzioni assegnate dallo Stato alla Polizia Locale in termini di sicurezza urbana e sicurezza integrata”.

“Il sindaco – chiede in conclusione il sindacato UGL Autonomie – dia per primo il segnale di cambiamento e di applicazione delle norme superiori”.

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