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Il Lazio pronto al Vaccino contro il Vaiolo delle Scimmie: dei 505 casi solo 4 donne

Generico agosto 2022

L’Istituto per le malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma sarà “presto pronto a partire con il vaccino del vaiolo per monkeypox e attende dal ministero le modalità di reclutamento”. Lo ha comunicato oggi l’Assessore alla Sanità della regione Lazio, Alessio D’Amato, che ha così confermato come presto, alla campagna di comunicazione pro vaccino anti Covid (giunto alla quarta dose, ndr) si sommerà quella contro il Vaiolo delle Scimmie.

Da un virus all’altro, da un vaccino all’altro: ancora una volta le autorità sanitarie si mobilitano spianando la strada all’arrivo di una nuova inoculazione, ritenendola necessaria a frenare il dilagare dei contagi.

Dati alla mano sono intanto arrivati a 505 i casi di vaiolo delle scimmie in Italia. L’infezione continua a svilupparsi quasi esclusivamente fra maschi (501) rispetto ai soli 4 casi fra donne, secondo l’ultimo bollettino del Ministero della Salute aggiornato a oggi

Sono 26 in più nel confronto con l’ultima rilevazione di 4 giorni fa. E proprio il ministero della Salute oggi ha emanato una circolare che indica la possibilità, per i contatti, stretti di fare ricorso alla quarantena. “In specifici contesti ambientali ed epidemiologici, si legge, sulla base delle valutazioni delle autorità sanitarie, potrebbe essere richiesta l’applicazione di misure quarantenarie”. I contatti asintomatici che controllano adeguatamente e regolarmente il loro stato possono continuare le attività quotidiane di routine come andare al lavoro e frequentare la scuola (e in questi casi la quarantena non è necessaria), specifica ancora il ministero.

Per i contatti stretti èindicato di evitare di donare sangue, cellule, tessuti, organi, latte materno o sperma mentre sono in regime di sorveglianza. In attesa che il comitato per i medicinali per uso umano dell’Ema concluda l’esame per estendere l’uso del vaccino contro il vaiolo Imvanex anche al vaiolo delle scimmie, l’Istituto per le malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma annuncia quindi  di essere pronto a partire con la vaccinazione. Ma sarà il Ministero della Salute a esprimere le modalità di reclutamento, con i criteri di definizione della platea e l’indicazione delle fasce di età.

Il vaccino, ha spiegato la Regione Lazio, prevede una prima dose e un richiamo da somministrare dopo un intervallo di 2-3 mesi. Il direttore generale dell’Istituto di Malattie infettive Spallanzani, Francesco Vaia ha fatto sapere di avere offerto l’expertise dell’Istituto, anche con il contributo delle Associazioni, per una corretta campagna di informazione.
“Attendiamo le Linee guida ministeriali alle quali stiamo attivamente collaborando”, ha aggiunto Vaia.

La maggior parte dei casi italiani si registrano in Lombardia dove se ne contano 232, seguita dal Lazio (104), Emilia Romagna (57), Veneto (33), Piemonte (18) e Toscana (17). Sono 5 le regioni che non hanno ancora segnalato casi:
Basilicata, Calabria, Molise, Umbria e Valle d’Aosta mentre le rimanenti 7, (comprese le province autonome di Bolzano e di Trento), ne contano meno di 10.

L’ultimo bilancio che risale al 26 luglio vede in Europa 12.761 casi segnalati al sistema Tessy e riportato dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie ed hanno riguardato 32 paesi. La situazione continua a preoccupare in particolare gli Usa. Il presidente americano Joe Biden ha nominato il direttore della Fema, la Protezione civile Usa, Robert Fenton come coordinatore nazionale della risposta a questa malattia in seguito all’aumento dei casi negli Stati dell’Unione, soprattutto in California e nello stato di New York che hanno dichiarato l’emergenza sanitaria.

Negli Usa si contano 1.345 casi ma solo a New York, secondo il sindaco Eric Adams, sarebbero 150.000 le persone a rischio contagio. Ed in Francia esponenti politici dell’opposizione, rappresentanti associativi e cittadini chiedono la creazione di una commissione d’inchiesta del Senato di Parigi sull’azione del governo nella lotta contro il vaiolo delle scimmie, che ritengono al momento ”insufficiente”.

“Se si parte con un programma di vaccinazione contro il vaiolo delle scimmie deve essere offerto a tutti gli italiani che rientrano nelle categorie potenzialmente a rischio. Bisogna partire con una campagna nazionale, disponibile in tutte le regioni italiane e bisogna farlo rapidamente, perché l’Italia è in ritardo rispetto agli altri Paesi pur essendo al decimo posto per numero di casi”: così Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, dopo l’annuncio dell’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato (“lo Spallanzani di Roma è pronto a partire con il vaccino”).

“Anche noi riceviamo tantissime richieste ma dobbiamo rispondere che in Italia, in questo momento, non è ancora possibile fare il vaccino”, ha commentato Bassetti all’Adnkronos Salute, aggiungendo che l’annuncio sullo Spallanzani “è una buona notizia ma non può essere l’unico centro a vaccinare”.

E ancora. Sul vaiolo delle scimmie “credo che abbia influito molto l’aspetto ideologico – sostiene Bassetti – perché ormai due mesi fa avevo allertato sul fatto che contagio riguarda prioritariamente maschi di età compresa fra 20 e i 40 anni omosessuali, e questo era. Oggi abbiamo quasi 25mila casi nel mondo, e oltre il 95% riguarda questa categoria di persone, alla quale sarebbe bene offrire la vaccinazione. Ma bisogna correre – è il monito – siamo sempre in ritardo”.

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