Sanità

Ospedale di Velletri, dall’assessore D’Amato, incalzato da Righini (FdI), nessuna novità sui reparti chiusi. E sul Centro Trasfusionale…

Il progressivo disfacimento dell’Ospedale “Paolo Colombo” di Velletri, sottoposto in questi anni ad una continua “cura dimagrante”, con la chiusura di reparti e la soppressione di servizi, è tornato questa mattina al centro del dibattito politico dell’aula consiliare di via della Pisana. Incalzato da Giancarlo Righini, l’Assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, ha svelato che proprio due giorni fa è stata aggiudicata la gara per i lavori annunciati nel giugno del 2021, quando proprio D’Amato presentò lo studio di fattibilità, con la promessa di supportarlo da un finanziamento pubblico di circa 27 milioni di euro. Nella sua replica l’assessore regionale non ha tuttavia fornito ulteriori particolari rispetto al progetto, esimendosi dal fornire rassicurazione in merito alla restituzione del maltolto, a partire dai tanti servizi e reparti soppressi negli anni.

Proprio da questo era partito il Consigliere regionale di Fratelli d’Italia per ribadire, una volta di più, il suo disappunto per come – parole sue – “l’Ospedale di Velletri è stato privato continuamente di servizi essenziali, che lo hanno impoverito nell’offerta sanitaria e lo stanno ridimensionando notevolmente, mettendo a rischio la sua stessa sopravvivenza”.

Giancarlo Righini

“E’ doveroso – ha premesso Righini – riepilogare i servizi e l’offerta sanitaria di cui l’ospedale è stato privato negli ultimi 3 anni. Anni in cui è stata chiusa Endoscopia digestiva, ridimensionata la Cardiologia, e chiusa la Chirurgia Vascolare. Nello stesso periodo sono stati chiusi anche i reparti di Ostetricia e Ginecologia con la soppressione del Punto Nascita, in giustificazione della quale è stato utilizzato impropriamente il parametro delle 500 nascite, laddove nell’anno precedente Velletri ne aveva avute ben 470 e, è bene ricordarlo, in tutti gli altri casi si è tranquillamente andati in deroga allo stesso”.

Il consigliere Righini ha quindi ricordato anche la soppressione della Guardia Medica di Ostetricia e Ginecologia (roba dell’altro ieri, ndr), e ha messo tutti in guardia dalle voci di chiusura del Centro Trasfusionale, che senza remore ha definito “una storica eccellenza dell’Ospedale di Velletri”. Il consigliere di Fratelli d’Italia ha poi ricordato le tante promesse sul Pronto Soccorso, coi ripetuti annunci sulla Camera Calda, rimasti finora confinati nel campo dei desiderata.

“La certezza – ha ribadito Righini – è che l’Ospedale ha perso servizi essenziali, che lo hanno impoverito nell’offerta sanitaria e lo stanno ridimensionando anche in termini di conto economico, visto che purtroppo anche gli ospedali, a nostro avviso sciaguratamente, legano il proprio destino al numero di prestazioni erogate ed è evidente a tutti che sottraendo reparti così importanti diventa difficile assicurare numeri tali da garantirne la sopravvivenza”.

Nel suo intervento nell’aula consiliare di via della Pisana, Righini ha ricordato come “su questa vicenda continuo a battermi da anni, perché riteniamo che il tutto parta da una non idonea programmazione dell’offerta sanitaria, visto che i posti letto nella ASL Roma 6 sono del tutto insufficienti e il ridimensionamento dell’Ospedale di Velletri – ha aggiunto – è frutto di una scelta sbagliata, tanto più che l’Ospedale dei Castelli non appare in grado di soddisfare la richiesta di prestazioni sanitarie aggiuntive”. L’esponente di opposizione, che sull’Ospedale di Velletri ha negli anni richiesto ed ottenuto anche delle specifiche Audizioni della Commissione Sanità, ha ricordato come il presidio ospedaliero veliterno sia un punto di riferimento anche per i cittadini che afferiscono da altre Asl, come la Rm5 o della provincia di Latina, essendo frequentato anche da tanti cittadini di Artena, Valmontone, Rocca Massima, Cori, Cisterna ed altri paesi limitrofi alla città volsca.

“Il tutto – ha evidenziato il Consigliere di Fratelli d’Italia – nel silenzio più totale dell’Amministrazione comunale di Velletri, che vede progressivamente impoverire l’offerta sanitaria del nosocomio cittadino e si accontenta di sfoggiare la foglia di fico del fatto che le tematiche sanitaria non siano di competenza comunale. Noi, al contrario, riteniamo che un’Amministrazione dovrebbe battersi per difendere i propri presidi, senza lotte campanilistiche fine a se stesse, ma nella visione di calibrare un’offerta sanitaria e garantire servizi e cure primarie che così facendo stanno venendo meno. Dall’ultimo Atto aziendale della Asl Roma 6 – ha ricordato Righini – quello di Velletri doveva diventare un Polo chirurgico, ma ci si chiede come sia possibile considerare tale un Ospedale cui si toglie l’Endoscopia digestiva e lo si dota di una Tac obsoleta, di appena 16 strati”.

“A questo punto – ha concluso Giancarlo Righini prima di cedere la parola all’Assessore D’Amato – mi auguro un ripensamento totale e un’inversione di rotta, con l’immediata restituzione di qualche servizio, a partire da Urologia o Chirurgia Vascolare, salvando il Centro trasfusionale”.

“Non c’è al momento nessuna indicazione di sospensione o trasferimento”, ha replicato Alessio D’Amato proprio sul Centro Trasfusionale, con un intervento che non ha soddisfatto l’interrogante: “La locuzione “al momento” preoccupa, visto che ci aspettavamo elementi di certezza rispetto ad una realtà in cui negli anni si sono succeduti dei veri e propri luminari”, ha ribattuto Giancarlo Righini.

Generico agosto 2022

Sull’oggetto dell’interrogazione, depositata addirittura nel marzo del 2021, D’Amato ha evidenziato come il servizio di Urologia è oggi “svolto in regime ambulatoriale e con ricovero in day hospital, con 4 posti letto. Nell’ambito della programmazione ospedaliera – ha aggiunto – all’Ospedale di Velletri viene confermato il DEA di Primo livello, inserito nella rete di emergenza, con una dotazione di 153 posti letto”.

Nella sua controreplica il consigliere di minoranza non le ha mandate a dire all’assessore regionale: “Ci aspettiamo che nelle prossime ore, alla luce dall’aggiudicazione della gara, con la redazione del progetto esecutivo, vengano comunicati in maniera chiari quali servizi e reparti verranno restituiti ai cittadini, perché altrimenti si fatica a capire come verranno investiti i 27 milioni e se verranno effettivamente spesi. Spero, allora, che all’interno dell’affidamento della progettazione esecutiva sia rinvenibile un’idea su quello che deve essere il futuro dell’Ospedale, perché l’andazzo di questi anni cozza con l’idea rappresentata oggi”.

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