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Velletri, l’esempio di Claudio, 57enne che coi forbicioni combatte il degrado della Casermaccia fotogallery

DEGRADO CASERMACCIA L'ESEMPIO DI CLAUDIO

In un caldo pomeriggio estivo, quello di giovedì 11 agosto, in una passeggiata nel centro storico di Velletri, ci ritroviamo all’ombra della “Casermaccia“, il celebre convento che si dice ospitò San Francesco, e anche Garibaldi, l’eroe dei due Mondi, per poi diventare nel tempo ritrovo per le truppe tedesche, ed essere infine avvolto dal degrado che lo ha accompagnato ai giorni nostri.

E’ li che tra rifiuti di ogni genere (i più gettonati cartacce, bottiglie, lattine, gratta e vinci e, persino, passeggini), prima di scendere le scalette che da via San Francesco conducono in via di Ponente, ci imbattiamo in un uomo armato di…forbicioni, intento a porre riparo a tanto scempio.

Lui è Claudio, un 57enne residente proprio nelle palazzine antistanti. Alla nostra domanda, piuttosto banale – “cosa ti spinge a fare questo?” – lui risponde con un ghigno, facendoci cortesemente vedere che i rovi, alcuni con le more mature al punto giusto da essere gustate, hanno ormai raggiunto le scale. Sul suo braccio è ben visibile il segno lasciato da una spina, anche se lui, imperterrito, continua nella sua “missione”. Nonostante il sangue.

“Perché lo faccio? – ci risponde -. Abito qui di fronte e non mi arrendo a questo degrado. Ogni tanto scendo e provo a fare la mia parte, perché è davvero un peccato che quest’area sia ridotta così”.

Schermato da lamiere e serrata in ogni sua entrata l’area della Casermaccia è ormai invasa da rovi, ed è proprio quelli che Claudio prova a tenere a bada, tagliandoli con doviziosa pazienza.

“Purtroppo qui non si vede mai nessuno e tanti di quelli che ci passano non si fanno problemi a gettare di tutto”. Non un caso che anche i roditori ne abbiano fatto un habitat privilegiato: “Spesso di vedono topi, anche di grosse dimensioni”, e il degrado della zona fa si che non manchino neppure i rettili. 

Mentre Claudio continua la sua opera di “potatura”, ci congediamo da lui ringraziandolo, a nome dell’intera comunità, evidenziando l’alto valore civico del suo operato, che contrasta certamente con l’inciviltà di chi ha trasformato quell’area in un ricettacolo di rifiuti e anche col disinteresse di chi dovrebbe mantenere un minimo di degrado e sicurezza, a tutela della pubblica incolumità e del decoro urbano. 

Velletri, il rilancio della Casermaccia sempre più lontano, tra rovi e degrado…

 

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