Politica

Intervista a Roberto Mastrosanti da Frascati candidato alla Camera con Azione-Italia Viva

roberto mastrosanti frascati

Avvocato classe ’66, già sindaco di Frascati e amministratore di lunga esperienza, Roberto Mastrosanti ha accettato di affrontare l’ennesima sfida elettorale, scegliendo questa volta di scendere in campo come candidato alla camera dei deputati nel Collegio uninominale Lazio 8 per il progetto moderato di centrosinistra della renziana Italia Viva e Azione di Carlo Calenda. Un collegio difficile ed esteso che comprende diciotto comuni dell’area della Città metropolitana di Roma, dai Castelli Romani fino al litorale.

Una candidatura, quella dell’avvocato tuscolano, che nasce da un grande amore e una conoscenza puntuale del territorio, con la consapevolezza di chi sa bene che “chi lo vive quotidianamente ha la percezione immediata dei benefici che le iniziative assunte a livello parlamentare possono produrre nell’ambito locale”.

Da qui parte il percorso elettorale e si snoda il fil rouge che caratterizza l’intensa campagna vissuta tra la gente di Roberto Mastrosanti che lo sta traghettando verso la chiamata alle urne di domenica 25 settembre. Un territorio e un collegio dalle enormi potenzialità da sostenere: ricerca e sviluppo, sanità, valorizzazione del patrimonio storico, economico e culturale, sanità e trasporti.

“Gli investimenti in ricerca – ricorda Mastrosanti – andrebbero a beneficio del più grande polo scientifico europeo che ha sede a Frascati e che oggi tutto il mondo conosce. Delle risorse destinate all’istruzione e alle  università beneficerebbe poi il grande e vicino ateneo di Tor Vergata. Non possiamo non ricordare poi, in un’ottica di valorizzazione delle potenzialità di tutti i Castelli Romani, la magnificenza delle Ville Tuscolane, da inserire in un sistema interconnesso che sappia finalmente esaltarne le peculiarità. In questo senso sarà importante spendersi affinché vengano riconosciute come Patrimonio dell’Unesco. Come non pensare poi che garantire un sostegno ai processi di valorizzazione ed internazionalizzazione delle eccellenze enogastronomiche italiane produrrà benefici anche ai nostro prodotti:  penso ad esempio alla DOCG Frascati che è una delle prime in Italia. Gli elettori dovrebbero anche solo per questa ragione sostenere i candidati che conoscono il territorio e che dal territorio vengono espressi e nel territorio continueranno ad operare, vrispetto a quelli che vengono davvero proiettati dall’alto dalle segreterie dei partiti”.

Importante poi, sempre in ottica territoriale, rivalutare sanità e trasporti: “La modalità di gestione della sanità italiana – ha sottolineato Mastrosanti – va assolutamente riformata. È necessario, innanzi tutto,  riformulare la sanità di territorio: sono stati disattesi tanti impegni sui nostri ospedali e il sistema delle Asl non sta funzionando. Va elaborato un piano per garantire sui territori l’assistenza primaria e immediata di qualità e nei grandi hub per curare le altre patologie più importanti. Riguardo ai trasporti sostengo che debbano essere utilizzati i fondi PNRR per mettere mano al sistema viario e le infrastrutture: se le strade funzionano meglio, tenendo conto della salvaguardia del territorio, si muove meglio anche l’economia. Al di là delle ricette di miglioramento e di politica amministrativa, per cui non esiste una bacchetta magica, penso che comunque il tema politico vero, su cui siamo chiamati a riflettere il prossimo 25 settembre, sia la politica estera e come il nostro paese sia collocato a livello internazionale.

Su cosa dobbiamo riflettere?

Votare la Meloni oggi vuol dire porre l’Italia in Europa e nel mondo in una situazione di ambiguità che la indebolisce. Non prendere posizione netta su Orban, strizzare l’occhio a Vox vuol dire che l’Italia domani sarà un Paese che dialogherà con gli estremismi di destra europei e la porterà ad avere una situazione di marginalità che condizionerà tantissimo il futuro del nostro Paese. Stiamo riportando l’Europa su un sistema di contrapposizione tra blocchi: oriente e occidente. Come se ne esce? Solo se si è più forti in Europa e più convintamente europei.

Vanno quindi mantenute le sanzioni contro la Russia?

Vanno mantenute e va fatto un percorso di protagonismo in una ricerca di pace ma senza mediare sui valori, perché c’è una nazione che ha aggredito un altro stato e questo non si può disconoscere. Il nazionalismo ci porterà indietro e questa destra, con Meloni premier, rappresenta una grande pericolo.

Perché votare Calenda e Renzi?

È l’unico progetto che dice le cose come stanno, non fa promesse vane, sta dando delle soluzioni a delle problematiche, sulla politica estera non c’è ambiguità. Noi abbiamo bisogno di una forza politica che sappia parlare ai cittadini con rispetto.

Un appello contro l’astensionismo:

Un appello contro l’astensionismo che però che sia per un voto consapevole: veniamo fuori da due durissimi anni di pandemia e questa guerra ci sta portando conseguenze enormi che necessariamente ci impongono di guardare fuori dai nostri confini, con una visione globale. Renzi e Calenda oggi sono gli unici politici che veramente riescono a guardare fuori da ciò che accade in Italia e sono capaci di affrontare con serietà certi temi che comunque vanno proposti con coraggio ai cittadini.

Un voto che ha bisogno anche di coerenza…

Oggi andiamo verso una legislatura che sarà molto fluida, questo è ormai chiaro; non c’è più il bipolarismo che abbiamo messo in campo in passato. Si è tornati ad un sistema proporzionale. Vediamo ad esempio un Partito Democratico alleato oggi con Sinistra Italiana ma che già ci dice che con loro non formerà un governo, quindi è evidente che alla fine, come è accaduto fino ad oggi, sarà il Parlamento stesso a premiere il governo migliore. Per questo dobbiamo cercare di mandare in Parlamento i più capaci: teste pensanti che al di là degli schemi sapranno affrontare temi importanti per il nostro Paese.

Ha detto perchè non votare Meloni. Invece perché non votare il PD?

Il Pd avrebbe dovuto essere la forza trainante di un progressismo in Italia, è diventata invece una forza di estrema sinistra, Votare il PD per far cosa? Perché votare un partito con una grossa spaccatura interna che guarda da una parte a una ideologia estrema e dall’altra che guarda all’area di centro. Un problema che ci ritroveremo anche alle regionali qui nel Lazio.

Quale augurio per questo appuntamento elettorale?

Auspico in una bella partecipazione dei giovani che ho intuito hanno saputo intravedere le potenzialità del nostro progetto che guarda al futuro con fiducia, ad un riformismo solidale, al premio del merito per una società sempre più inclusiva e senza frontiere.

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