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Marino, grande successo per la cerimonia di premiazione del premio letterario “Moby Dick-Danko”

Il giorno è quello post-elettorale. Ma qui, nell’occasione del Premio Moby Dick-Danko, prima edizione (2022), gli unici vincitori che sono attesi sono quelli della gara delle parole e composizioni, e dei sentimenti forti suscitati o sussurrati. Per questo lo scroscio di applausi che ha accolto il Maestro Vittorio Nocenzi, presidente onorario del premio, quando ne è stato annunciato l’ingresso in sala consiliare a Palazzo Colonna, era già pieno di affetto, come si riserva a un vecchio amico o a una persona cara che frequenti.

Del resto, la sala che ha accolto il pubblico, certo, da Marino, ma dal Lazio e dalle altre regioni d’Italia, era una folla – per questo l’organizzazione ha fatto ricorso allo spostamento degli scranni da consigliere per metterli in sala e far accomodare le oltre 100 persone intervenute (oltre alle decine di collegamenti via web in diretta) -. Questa stessa folla, appunto, fino all’ingresso di Nocenzi, aveva già ascoltato note e versi assai conosciuti e attinenti: “Grande Moby Dick, dove saranno tutti gli amanti che hai, dolce Moby Dick, nessuno ti ha baciata mai. Grande Moby Dick, regina madre, segui le stelle che sai. Non fidarti della croce del sud, la caccia non finisce mai”. Fino a giungere alle ultime “E danzerai sopra una stella marina, e danzerai colpendo al cuore la Luna, chi impazzì dietro a te non tornò mai più”.

Da qui agli applausi all’ingresso, è stato molto naturale e con trasporto.

Con Nocenzi, il sindaco di Marino Stefano Cecchi e l’assessora alla Cultura Pamela Muccini, hanno preso posto in alto i due presidenti di giuria, Marco Onofrio, ideatore del concorso, e Roberto Pallocca, della giuria Narrativa.

Il pàthos, naturalmente, oltre alla spontanea partecipazione spirituale e fisica degli intervenuti, è stata massimo ogni volta che l’ottima Sabina Barzilai, regista e attrice, ha dato voce ai brani e ai versi di alcune delle opere selezionate.

La serata ha avuto inizio con la nota che Maurizio Aversa ha voluto riservare per evidenziare il tema della cultura come prodotto intellettuale e, da qui, del ruolo degli intellettuali come inteso da Antonio Gramsci, tema trattato e dirimente per la storia dei comunisti, ma anche della cultura in generale (soprattutto in Italia, ma nel mondo intero), circa il passaggio da “casta” (dagli scriba a noi) a, quando scelto, intellettuale organico, dopo l’incontro di molti intellettuali con l’analisi marxista. Di qui anche l’affermazione concettuale che ognuno di noi è un intellettuale.

A seguire ha trattato della storia – e successo, e successi – della associazione Acab Bibliopop, fino a dar vita al Premio Moby Dick. Ulteriormente, Sergio Santinelli, presidente di Bibliopop, ha fatto emergere come le attività di carattere sociale e culturale che Bibliopop svolge, utilizzando l’arma nobile del volontariato e dell’impegno civile di ognuno e collettivamente, trovano sempre nelle forme e si dispiegano per quanto contenuto e passione mettiamo nella divulgazione della lettura e nel mettere al centro la conoscenza da fornire a chi riusciamo a ingolosire.

Ha rivolto, naturalmente, ringraziamenti al sindaco e all’assessora per il patrocinio e la disponibilità all’uso della prestigiosa sala di Palazzo Colonna. Così come a Vittorio Nocenzi, che si è immediatamente messo a disposizione e innamorato della proposta avanzata da Marco Onofrio circa il nobile uso di Moby Dick. Un grande ringraziamento anche a Roberto Pallocca, impegnato a presiedere la sezione Narrativa, e ai giovani Giorgia Di Mattia e Valerio Canu, per il disbrigo della distribuzione/catalogazione del materiale giunto al Premio, tutto mantenendo il totale anonimato delle opere verso i giurati.

A Santinelli, che nel proprio intervento aveva anche sottolineato l’importanza della scuola e delle strutture a essa destinate – pur nella negatività attuale di alcune situazioni nel comune di Marino, come ad esempio il Liceo Istituto d’Arte Paolo Mercuri, che vede gli studenti defraudati della loro struttura naturale e degli strumenti (laboratori) per studiare -, ha fatto seguito il saluto del sindaco. Il primo cittadino si è soffermato al tema dell’evento serale, dichiarando soddisfazione e complimenti per l’ottima riuscita – di partecipazione al concorso, di presenza di pubblico, di qualità, che ha recepito dai commenti dei presidenti di giuria – del Premio. Ha poi voluto ricordare una sua esperienza personale positiva, proprio nello studio di Vittorio Nocenzi, e legare questo all’ottima capacità di fare sempre proposte di qualità a Bibliopop.

Dal canto suo, l’assessora Pamela Muccini ha detto che l’amministrazione, e lei in particolare, si è sempre resa disponibile e accompagna e promuove le attività come quelle che svolge Bibliopop sul territorio, perché testimoniano la vivacità di tante associazioni che, in modo del tutto volontaristico, mettono energie a disposizione della comunità intera.

Anche Vittorio Nocenzi, prima della vera e propria premiazione, ha voluto spendere due parole sul Premio e su Bibliopop, oltre che sul tema generale della nostra società, che produce persone sole. La cultura, che è strumento che aiuta a leggere, fa in modo, suggerisce l’artista/filosofo, che ognuno, specialmente tra i più accorti e, si spera, tra le nuove generazioni, coltivi erba fresca, che esca fuori dal cemento che soffoca esistenza e vita quotidiana. La visione di Bibliopop, nella sua fisicità, e con tutte quelle persone che agiscono attorno, ha riempito di meraviglia Nocenzi, il quale ha ringraziato Bibliopop, per i suoi sforzi, e l’amministrazione, che li sostiene.

Marco Onofrio ha raccontato del grande successo nazionale del Premio Moby Dick-Danko.
“Il Premio ha avuto grande riscontro. Siamo stati letteralmente sommersi da centinaia di testi, inviati da tutte le regioni. Tra i motivi, sicuramente il fascino del tema, la sua portata universale, che implica la vastità e la profondità dei termini entro cui siamo racchiusi, e che mette in gioco i limiti sfuggenti dell’identità, la complessità del nostro rapporto con l’interno e l’esterno delle cose. Da una parte la Natura, cioè la balena bianca; dall’altra la Cultura, cioè il capitano Achab. Quindi ciò che il poeta Giorgio Caproni, sulla scorta di Dante Alighieri – nel X Canto dell’Inferno – chiama “muro della terra”: il nucleo ultimo, irriducibile e inesplicabile, che si oppone alla conoscenza umana. E, d’altra parte, l’ulissismo che nutre la nostra ansia metafisica, il nostro bisogno innato di oltrepassare l’orizzonte e stanare la belva del mistero, col suo orrore che ci repelle e attrae, allo stesso tempo”.

“Mi sembra quasi inutile – ha aggiunto Marco Onofrio – sottolineare il valore simbolico di Moby Dick come metafora profonda del mistero della creazione; del male (ovvero, dell’innocente ferocia) che incista nell’universo; dell’assoluto che l’uomo insegue e non raggiunge mai. Da qui l’invito alla ricerca e alla rincorsa eterna dell’ideale, poiché il viaggio senza fine è la condizione stessa dell’uomo. Poi la consonanza storica con i tempi critici che stiamo vivendo, ed è il secondo motivo con cui provo a spiegare il successo di questa iniziativa. Evidentemente – ha illustrato Onofrio – le suggestioni evocate e irradiate dal tema del Premio hanno incontrato un così grande favore perché congeniali e, per così dire, favorevoli al sentire contemporaneo. Il sogno senza tempo e senza luogo che intravediamo nell’utopia, appartiene in realtà a ogni luogo e a ogni tempo”.

“[…] La risposta ottenuta dal Premio e, soprattutto, la qualità dei testi pervenuti a concorso, sono una cartina di tornasole, che dice molto sul fervore sommerso che anima le esistenze per altri versi mortificate e grigie delle persone. Abbiamo tastato il polso del momento storico e possiamo, ragionevolmente, testimoniare che c’è grande bisogno di riscatto, di valori, di speranza, di libertà. W la cultura – conclude Marco Onofrio -, che nutre i nostri sogni, apre le prigioni invisibili, dà spazio e voce alle cose davvero essenziali e importanti, per cui vale la pena di resistere e vivere!”.

Roberto Pallocca, da parte sua, ha confermato e sottolineato la forza della visione e la passione come chiave di impegno che fanno la differenza e ha così concluso il suo intervento: “Questo concorso, questa esperienza, è la prova che non è affatto vero che non si può fare cultura con successo anche nelle piccole realtà, anche senza grandi fondi, anche senza nomi altisonanti. La differenza la fanno le idee, la competenza e, sempre, ma proprio sempre, la passione”.

Quindi si è proceduto a premiare i singoli autori ed autrici delle varie opere.

I finalisti della sezione Narrativa sono i seguenti:
“Nelle fauci del mostro”, Dario Marsilio
“Un passo da baratro”, Monica Gorret
“Il capitano e la balena”, Nicolò Pedemonti
“Immersione”, Ferruccio Filippi
“Radici”, Carla Fidecaro
“Oltre il confine”, Laura Giorgi
“AAA cercasi poesia”, Maria Teresa Infante
“Le mani invisibili”, Antonio Villa
“L’(in)cantastorie”, Jennifer Bertasini
“In my solitude”, Fabio Mavelli
“Destinazione Mont Thabor”, Susanna Terenzi
“Shu Ling”, Rosario Vitale
“Contro natura”, Leonardo Lastilla
“A Latina piaceva andare a scuola”, Anna Maria Pace
“Sognando Filadelfia”, Maria Natalia Liriti.

I vincitori, della prima edizione del Premio Moby Dick-Danko, per la Narrativa, sono:
1°  “La bic nera”, Wilma Greco
2°  “Massa bianca, azzurro oceano”, Cosimo Dellisanti
3°  “Come rose d’inverno”, Samantha Falciatori
4°  “Il racconto” Enrico Manzo
5°  “Bella a metà” Luana Troncanetti

Questa la motivazione della Giuria Narrativa, per l’assegnazione alla vincitrice del Premio: La motivazione del primo classificato, LA BIC NERA: Un’opera lucida e potente, un utilizzo sapiente del flashback, un linguaggio essenziale ma portentoso, per raccontare la storia di una docente carceraria, che ricorda le lezioni con una sua alunna che ha scontato la sua pena ed è, oggi, una donna libera. Quegli sguardi, quelle domande, quelle lezioni che trascorrevano tra ironia e difficoltà. Una finestra aperta, una boccata d’aria fresca, su una terra di nessuno, il carcere, che molti considerano luogo di frontiera, lontano, disgiunto dalla vita, quasi irreale. Un promemoria necessario e delicato su quanta umanità ci sia, ovunque e sempre, tra esseri umani che si parlano, a prescindere da tutto. E su quanto umane restino le persone e umani i desideri – libertà, amore, felicità, bellezza -, anche quando si resta sospesi, per qualche ragione, in quei momenti cupi della vita che conosciamo tutti”. Dopo la lettura, la vincitrice, ringraziando, ha voluto sottolineare quanto detto circa l’impegno, anche tramite la cultura, concludendo che si riallacciava alla citazione di Gramsci e la rafforzava volgendola al richiamo gramsciano contro gli indifferenti.

La Giuria Narrativa ha anche assegnato una menzione, intitolata a “Ruggero Lupini”, maestro e partigiano, oltre che animatore sociale della comunità locale, a Dario Marsilio, per l’opera “Nelle fauci del Mostro”.

Un’altra menzione, quella dedicata a “Mario Di Falco”, giovane partigiano e sindaco di Marino, la Giuria Narrativa ha assegnato all’opera “Bella a metà”, di Luana Troncanetti.

Infine, i giudici hanno scelto di indicare Segnalazioni di Merito a: “Il racconto” di Enrico Manzo; “Si dice che i delfini parlino” di Matteo Annunziata; “In my solitude”, di Fabio Mavelli.

Per la sezione Poesia, i finalisti sono i seguenti:
Paolo Polvani, con “Mare Baiadera”
Emanuela Lazzaro, con “L’alba degli uomini”
Stefano Peressini, con “L’attimo”
Stefano Peressini, con “Achab”
Tullio Mariani, con “Achab”
Adriano Viola, con “Moby Dick”
Eleonora Mele, con “L’immensità della tristezza”
Maria Grazia Previato, con “Muro”
Marco Lamolinara, con “Moby Dick – Una vita”
Adelmo Cavuti, con “Nemi”
Rodolfo Zanardi, con “A Silvio”
Francesco Mosca, con “Ultimi istanti di un marinaio. Tu”
Rita Arcangeletti, con “Sorella Moby Dick”
Barbara Lozzi, con “Libertà”
Antonio Villa, con “Andata e ritorno”

I Premi speciali assegnati dalla Giuria Poesia sono i seguenti:

Menzione d’onore “Maura Carrozza”, sindacalista e femminista, promotrice della salvaguardia della struttura in cui oggi opera Bibliopop, per “Achab”, di Stefano Peressini

Menzione d’onore “Giselda Rosati”, insegnante e amministratrice comunale, a cui è intitolata la biblioteca popolare Bibliopop, per “Mi chiamo Moby Dick”, di Cinzia Milite

Menzione d’onore “Aurelio Del Gobbo”, partigiano e tra i primi sindaci di Marino del Dopoguerra, a cui è intitolata la locale sezione ANPI, per “Sprazzi di libertà”, di Elisa Pellegrini

Premio speciale della Giuria per “Sorella Moby Dick”, di Rita Arcangeletti

Premio speciale della Giuria (Sezione Junior) per “Libera di volare”, di Ginevra Puccetti

Premio speciale della Giuria (Sezione Castelli Romani) per “Dolci declivi latini”, di Massimo Giannocco

La classifica vincitori della sezione Poesia è la seguente:
1a classificata, vincitrice assoluta: Chiara Mutti, con la poesia “Io vivo. Ma se fossi sogno?”
2a classificata: Caterina Pentericci, con la poesia “La caccia di Pequod”
3a classificata: Ilaria Mainardi, con la poesia “A sorsi”
4° classificato: Andrea Serra con la poesia “La via della neve”
5° classificato: Giorgio Baro con la poesia “Sfida”

La motivazione per l’assegnazione del primo premio è la seguente: “Poesia sublime, di taglio amletico, che rivela il confine sottilissimo, ma decisivo, tra il mondo delle idee e quello delle cose, laddove i mari della realtà e dell’immaginazione si mescolano, arricchendosi reciprocamente nell’oceano senza rive dell’infinito. La voce di Chiara Mutti, in questa lirica, si rende disponibile a una temporanea sospensione dell’incredulità, che risulta più efficace proprio perché si muove attraverso il dubbio della conoscenza. In tal modo lascia emergere un inquieto desiderio del desiderio, che estrae la parola dalle forme invisibili del vuoto, disegnate contro il prisma dei riflessi proiettati dall’esistenza sullo schermo del tempo. Ecco l’ambivalenza suprema dell’assoluto! La tenebra notturna svela la verità brillante dei colori, ma racchiude altri inarrivabili e incomprensibili abissi, poiché è ‘prigione’ tutto l’universo in cui siamo racchiusi. E allora resta solo la sostanza dei ricordi e il valore supremo dell’esperienza, contro cui la morte non può nulla. Una così alta e potente solennità pervade il dettato poetico nelle sue intime fibre, rendendo la composizione un’ode minima e preziosa al mistero della nostra vita e, malgrado tutto, alla bellezza della nostra eternità”.

In chiusura di evento, dopo che sono stati ricordati e ringraziati i componenti delle giurie, c’è stata anche l’occasione di annunciare, da parte di Bibliopop, che sarà data alle stampe una antologia delle opere di vincitori e finalisti. Inoltre, si è colta l’occasione di fare appello all’amministrazione, anche in virtù dei positivi giudizi espressi e della riuscitissima, partecipata iniziativa culturale, affinché voglia considerare per la prossima edizione, che a breve sarà indetta, oltre il patrocinio gratuito fin qui concesso, anche un intervento di sostegno alle spese.

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