Attualità

Velletri – Transizione verde e il ruolo della cittadinanza al centro del convegno “Comunità Energetiche Rinnovabili e Amministrazioni locali”

Generico dicembre 2022

La transizione “green” passa anche per l’istituzione di Comunità Energetiche. È quanto è emerso dal convegno Comunità Energetiche Rinnovabili e Amministrazioni locali’ organizzato presso la Sala Tersicore del palazzo municipale di Velletri lo scorso martedì 6 dicembre. A partire dalle ore 18 si è tenuto infatti un incontro organizzato dall’associazione ‘Punto&Basta!’, con la collaborazione di Regione Lazio, Università La Sapienza e con il patrocinio dei Comuni di Velletri, Genzano e Albano Laziale.

La discussione è stata tenuta dal Docente di Ingegneria Energetica prof. Andrea Micangeli, con gli interventi di Adriana Calì, Presidente dell’associazione ‘Punto&Basta!’, e del consigliere comunale Paolo Trenta, tra i principali promotori dell’iniziativa. L’evento di oggi è parte di un tour informativo che l’Associazione e il docente stanno mettendo in atto per sensibilizzare e avvicinare la popolazione alla creazione di CER (acronimo appunto di Comunità Energetiche Rinnovabili). Lo scorso 4 novembre infatti la prima serie di incontri si era svolta nella città di Monte Compatri. L’obiettivo del prof. Micangeli e di Punto&Basta! è arrivare a 100 Comunità nel Lazio, sfruttando anche i fondi del PNRR e quelli messi a disposizione dalla Regione.

Ma cos’è nel concreto una Comunità Energetica e quali sono i vantaggi per la cittadinanza? “Una Comunità Energetica – ha spiegato lo stesso docente –  consiste in un’associazione tra cittadini, famiglie, attività commerciali, imprese o anche Comuni, che decidono di unire le proprie forze e condividere risorse energetiche ottenute da fonti rinnovabili. Queste possono essere pannelli solari fotovoltaici, biomasse, pale eoliche“.

I cittadini veliterni presenti, accorsi all’incontro ben preparati, hanno dunque incalzato il professore dell’Università La Sapienza con domande puntuali e tecniche, approfondendo tematiche come i criteri che queste comunità debbono soddisfare, sia dal punto di vista fisico che da quello giuridico. “Un gruppo di soggetti unisce i propri codici fiscali, crea un’associazione, un conto corrente e costruisce un impianto a energia rinnovabile comune, o ne sfrutta uno già usato dai soggetti aderenti. […] Una comunità energetica – ha spiegato poi Micangeliè composta ad esempio da cinque abitazioni: se una di queste dispone di pannelli fotovoltaici, vuol dire che produce energia rinnovabile. Chi produce energia viene pagato.

Attualmente 1Kw/h di energia viene pagato circa 0.40 euro. Se io questa fonte non la consumo del tutto, ho la possibilità di rivenderla ad esempio a 0,22 euro per Kw/h. Se uno di noi cinque la sta consumando e siamo in “comunità”, costui utilizzerà e comprerà l’energia rivenduta dal fornitore mentre l’associazione, che si è costituita e ha un suo IBAN, vedrà il proprio guadagno per Kw/h crescere nella cassa comune“.

La discussione è poi proseguita, con i cittadini presenti che non hanno esitato nell’intervenire e nel ribattere, mostrandosi estremamente interessati al tema. Come ha spiegato lo stesso docente Micangeli, quella delle Comunità Energetiche può essere una straordinaria possibilità non solo per mettere in pratica una vera transizione ecologica, eliminando dunque fonti fossili o batterie difficili da smaltire, ma anche per unire la società e renderla autoconsapevole del proprio utilizzo energetico in tempo reale.

A porre domande all’interno del dibattito è stato anche Paolo Trenta, rappresentante nel Consiglio comunale veliterno di un Movimento 5 Stelle che nei Castelli Romani si è già dimostrato molto sensibile a questo tema:Come amministrazione comunale e cittadini possono collaborare all’interno di una Comunità Energetica e quali benefici può portare, e come anche l’Università può contribuire alla realizzazione?

Il professore di Ingegneria Energetica alla Sapienza di Roma, ha dunque risposto: “In una Comunità, il Comune o una scuola possono essere soci alla pari o, nel caso siano essi fornitori principali di energia, possono essere nominati azionisti principali dagli altri membri. Si può decidere dunque di nominare come promoter il sindaco di una data città. Si può così accedere a bandi, finanziamenti, ecc… per la realizzazione di questi impianti. Per quanto riguarda l’Università, per noi la cosa più bella è lavorare insieme. Avere i dati per farvi una “fotografia”, cioè sapere chi siete dal punto di vista energetico. In questo modo noi possiamo valutare e aiutarvi a fare un bilanciamento energetico, in base alle strutture che consumano”.

Micangeli, che ha contribuito alla realizzazione di questo tipo di associazioni in tutto il mondo, ha poi proseguito nel suo intervento, spiegando ai cittadini le procedure per poter partecipare ai bandi che la Regione Lazio aprirà tra poche settimane, e quindi ottenere i fondi per la creazione di Comunità Energetiche. Anche il Parlamento italiano, dopo aver recepito una norma europea, entro fine anno dovrebbe approvare una legge che regolamenti questa nuova frontiera ecologica. Sono infatti solo 32 le Comunità Energetiche attualmente presenti in Italia, di cui solo 3 stanno effettivamente vedendo i profitti crescere. Il dibattito si è infine concluso con i presenti che hanno scambiato saluti e recapiti con il professore, al fine di ricevere ulteriori delucidazioni.

PER ULTERIORI INFORMAZIONI

REGIONE LAZIO COMUNITA’ ENERGETICHE RINNOVABILI

TECHNICAL SOLIDARITY

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