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Neve, bianco risveglio per i Castelli Romani: in tanti da Roma verso il candore di paesaggi fiabeschi

bimbi giocano alla pompa

Buona parte del territorio dei Castelli Romani questa mattina è stato risvegliato dal bianco candore della neve. Chi se lo è ritrovato tra i vicoli e i tetti delle case fumanti, come se il proprio borgo fosse stato ripennellato da un pittore, e chi ha dovuto aprire la finestra e sbirciare verso i monti, per avere conferma che un po’ più su, tutta quella pioggia che si è riversata su alcuni paesi altrove è scesa sotto forma di placidi fiocchi, i cui resti sono ancora li, quasi come in un’infiorata di petali bianchi.

Bianco risveglio per l’incantevole borgo di Rocca di Papa, da scena fiabesca. Di bianco vestita anche Rocca Priora, che coi suoi 768 metri sul livello del mare è il più alto dei paesi castellani.

Ma ce n’è stato per tutti, ed il colpo d’occhio, pur senza neve in città, è stato da mozzafiato anche per i veliterni, i cui sguardi si sono persi verso i Monti Lepini, così generosi di coltre bianca, ma anche verso quel Monte Artemisio che un tempo era solito sfoggiare a più riprese l’abito di colore niveo.

E il borgo di Nemi imbiancato è apparso ancora più bello osservato da Genzano, con lo sfondo di Monte Cavo tutto bianco e quel Lago che è sembrato quasi anelare esso stesso il contatto con quanto sceso dal cielo. 

Generico gennaio 2023

Per un giorno non si è parlato di “global warming“, perché quando arriva il Generale Inverno anche tutte le chiacchiere sul Riscaldamento globale possono essere accantonate, almeno per qualche ora. E ai bimbi, quelli con poche primavere e quelli cui bastano due fiocchi per tornare ad esserlo, si può dare libero sfogo. Purché si coprano bene, non si sa mai, direbbe la nonna coi suoi saggi consigli…

neve rocca di papa

Liberi di rincorrersi, di prendersi a pallate, di dare sfoggio alla propria creatività nel realizzare qualcosa che abbia le sembianze di un pupazzo. E pazienza se la carota è rimasta in frigo e per dargli un naso da cui respirare bisogna arrangiarsi con qualcos’altro.

Dai Pratoni del Vivaro alla Pompa di Rocca di Papa, in tanti sono venuti anche dalla Capitale per respirare l’aria di neve. Perché vuoi mettere vivere nella Città Eterna, voltarsi e perdersi nel proprio sguardo verso l’orizzonte “sfarinato” dei Colli Albani.

Un’attrazione troppo grande per chi è cresciuto con le emozioni delle nevicate del biennio d’oro, quello dell’85-86. Ai reduci del ’56, invece, difficile far passare quella di ieri come una nevicata, vi risponderebbero “a regazzí, questi so du fiocchi in raffronto a ciò che è stato..”. E come dargli torto, se ormai quasi 70 anni fa il Polo Nord alloggiò per qualche settimana nel Belpaese, e vi prese residenza, senza bussare!

E il bello della neve è anche questo: spalanca l’album di ricordi mai sbiaditi, perché il suo bianco candore sovrasta tutto e ridona colore anche laddove la memoria sembrava essersi un po’ ingiallita.

Perché le emozioni del cuore, come in una bufera di neve, sono come quei fiocchi che vedi scendere giù sospinti dal vento, senza sapere dove andranno a posarsi…

Si squaglieranno anche loro, come si squaglia un’emozione sovrastata dalle pieghe della vita. Ma non dite che non è valsa la pena: sarà pure un fugace passaggio il suo, ma quanto è bello quel fiocco, quando scende dal cielo. Insieme a tutti gli altri.

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