Cronaca

Colonna, ai funerali di Bruno Astorre il ricordo commovente di politica e amicizie fraterne

funerali astorre

L’ultimo saluto che oltre 3mila persone hanno tributato al senatore Bruno Astorre  è andato in scena oggi, alla vigilia di quello che sarebbe stato il suo 60esimo compleanno, sotto un cielo carico di nuvole, da cui a tratti faceva capolino un timido sole invernale.

La politica, quella che normalmente si incontra nei grandi palazzi di Roma, oggi era tutta nel campo sportivo di Colonna, il luogo caro e sicuro in cui Astorre tornava per fare una visita al cimitero dove riposano i suoi amati genitori e ritrovare i vecchi amici con cui progettava viaggi ed esperienze.
Bruno Astorre, il Senatore dei Castelli Romani, segretario regionale del Partito Democratico, era un uomo carismatico, talentuoso, appassionato, preparato, una personalità capace di coinvolgere e unire anime diverse di un intero partito, riuscendo a trovare punti d’incontro con gli avversari politici che con discussioni e grandi risate, tipiche del Senatore, diventavano amici.

E questa sua anima gentile e attenta, oggi, è stata omaggiata dai tanti ricordi di amici, parenti, compagni di partito come la senatrice Simona Malpezzi, di vita come il Sindaco di Colonna Fausto Giuliani e di politica come il Ministro Francesco Lollobrigida.

“Piazza Madama la chiamavamo Piazza Astorre, Bruno lo trovavi lì, e se non c’erano le commissioni lo trovavi al tavolo del bar con le persone davanti ad un caffè mentre si fumava la sigaretta. Bruno era un politico come dovremmo immaginarci tutti quanti, uno che stava tra la gente e per la gente: un politico che conosceva il territorio palmo a palmo e che si divertiva ad interrogarci in geografia per comprendere se sapevamo di che territorio stavi parlando” è cominciato così il lungo intervento della Senatrice Malpezzi, capogruppo PD a Palazzo Madama.

“Ieri, alla Camera ardente in Senato – ha proseguito – non sono rimasta stupita del miracolo che ha compiuto con le lunghe code di persone venute a salutarlo e ad abbracciare i suoi cari: forse frutto di quella famosa Piazza Astorre di cui abbiamo parlato poco fa. Ieri sono stata al fianco di Francesca per rappresentare il gruppo del Partito Democratico che anche qui oggi rappresento sperando di essere all’altezza di questo momento nel portare le loro voci, i loro pensieri, il loro affetto – ha continuato la senatrice -. Sono state tante le persone che si sono presentate a Francesca ricordando Bruno e ringraziandola per quello che lui aveva fatto per loro: un politico che amava il suo lavoro e che si dedicava anima e corpo alla sua gente.

Bruno – ha detto la Malpezzi rivolgendosi ad Astorre – tu con questa notizia terribile hai fatto un miracolo: ci hai fatti fermare. Venerdì ci hai messi davanti all’assurda frenesia delle nostre vite, piene di persone di appuntamenti, di emendamenti e ora come si fa a pensare ancora che sia tutto davvero fondamentale? Tu Bruno ci hai fatto sedere a guardarci negli occhi e a chiederci se siamo davvero capaci di sfiorarci e di incontrarci di conoscerci e riconoscerci nell’altro. La verità è che quel silenzio di venerdì, al Senatore, lo avremmo voluto riempire con tutte le nostre domande, ma è rimasto silenzio e caro Bruno alla tua interrogazione questa volta siamo noi gli impreparati. Ti vogliamo bene Bruno”.

Ha preso poi la parola il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, avversario politico di Bruno Astorre che ha condiviso con il Senatore il percorso in Regione.

“Oggi porto i saluti e le condoglianze ai cari di Bruno Astorre da parte mia e di tutto il Governo, della Presidente Giorgia Meloni e di tutto il centrodestra. Bruno per me è stato un avversario politico, ma anche un amico: una persona che ho conosciuto tanti anni fa, una persona che mi ha insegnato tanto. Ho incontrato Bruno in provincia di Roma 24 anni fa: eravamo presidente e vicepresidente della commissione bilancio. Lui era un democristiano di scuola come amava sottolineare, mentre io e Giorgia – neoeletti – ci trovavamo neofiti in un’istituzione, avevamo tanto da imparare e io grazie a Bruno ho imparato tanto.

Siamo stati avversari, ma senza mai un insulto, una polemica che non avesse fondamento nella volontà di rappresentare al meglio le nostre idee politiche: ci siamo incrociati all’alba e al tramonto davanti ai seggi elettorali degli angoli più sperduti del territorio, ci siamo incrociati alternandoci a chiedere consiglio, ci ritrovavano da Don Mauro nel monastero benedettino in cui riuscivamo a volte ad incontrarci accompagnati da amici che si stupivano nella serenità delle battute e delle risate tra avversari politici.

Io oggi voglio salutarlo, voglio salutare il mio amico Bruno Astorre esprimendo le mie più sentite condoglianze a tutti quelli che gli hanno voluto bene, alla comunità del Partito Democratico, a chi lo ha conosciuto, alla politica tutta che oggi perde un bell’esempio. Io, davanti a tutti voi, ricambio il saluto dell’ultimo messaggio di Bruno – poche ore prima della sua morte terrena -: buonanotte, cerca di riposare bene”.

Prima di concludere la lunga cerimonia funebre è intervenuto il sindaco di Colonna Fausto Giuliani, amico sincero e compagno di vita e di tante avventure di Bruno Astorre.

“Guarda quanta gente hai radunato qui oggi nella nostra amata Colonna, sicuramente ne sarai fiero come ne ero fiero io quando nel presentarmi tante volte ai tuoi colleghi Deputati e Senatori o agli altri dirigenti del Partito mi bastava nominare Colonna per poter subito scherzare con loro su di te, sulla tua simpatia, la tua spregiudicatezza e il tuo essere direi generosamente sopra le righe.

Davanti a me ho Colonna, una Colonna senza più la palla, senza più il dindarolo, una Colonna senza più una grande colonna qual eri tu per tutti noi: non me ne vogliano le tante autorità di colleghi sindaci, ci mancherebbe, ma tu prima di essere il senatore Bruno Astorre eri semplicemente l’amico di tutti il colonnese doc, quello della classe del 1963 con la quale so che stavi preparando la gita dei sessantenni da fare tra qualche settimana, quello che fischiettava dovunque entrava ma stonava in una maniera incredibile.

Ti saluto stasera caro Bruno – ha proseguito Giuliani senza cedere alla commozione –  indossando la fascia tricolore; questa fascia che avresti voluto portare tanto anche tu e sulla quale abbiamo più volte scherzato.

Mi dicevi mamma mia sta fascia quando mi tocca e noi dicevamo Bru: mettete in fila, al limite come De Mita…a novant’anni! Ti lascio ora con una canzone, che ti accompagni in cielo tra i colori dell’arcobaleno, Ciao, grande fratello”.

Tra gli applausi scroscianti e una commozione palpabile addolcita dalle parole fraterne del sindaco Giuliani, la cerimonia si è conclusa sulle note della canzone “L’arcobaleno” di Adriano Celentano e i fuochi d’artificio sparati dal campo immediatamente sopra l’altare.

Una Colonna che ha omaggiato il suo senatore partito “così all’improvviso, senza il tempo di salutare….”

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