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Ciampino – “Saggio sull’uomo artificiale”, CyberAlex (Alessio Fusco) racconta la sua mostra fotogallery

Ciampino - Alessio Fusco, mostra "Saggio sull'uomo artificiale"

A Ciampino tutti conoscono CyberAlex (o, più semplicemente, “il Cyber”), al secolo Alessio Fusco: 48 anni di “energia pura”, come lui stesso ama ripetere, e volontario del gruppo comunale di Protezione Civile, ma anche attivista politico, sempre al servizio della comunità, amante della palestra, magazziniere e, all’occorrenza, muratore e pittore edile.

Ma è soprattutto una l’immagine che di Alessio Fusco è universalmente nota a Ciampino. Non importa che ci sia il solleone o che la temperatura del termometro sia prossima o inferiore a 0 gradi: lui è sempre in giro per le strade della città, in sella alla sua bicicletta, in canottiera e pantaloncini corti, mostrando l’impressionante sequenza di circuiti elettronici tatuati su braccia e gambe.

Una passione, quella per l’elettronica e la cibernetica, che lo hanno portato a esporre, all’interno di una mostra, dei manufatti realizzati con materiali di vario genere, quali polistirolo, plastica e alluminio, ricavati da oggetti presenti in casa. La mostra, allestita nel mese di ottobre al cinema “Il Piccolissimo” di via Palermo e dal 6 novembre (con durata prevista fino a lunedì 27) al Dub’s Pub di via Francesco Baracca, ha per titolo Saggio sull’uomo artificiale – Proiezioni visive futuriste.

Abbiamo incontrato Alessio Fusco proprio nel pub dove sta esponendo attualmente, per farci spiegare la genesi e i contenuti del suo lavoro.

Alessio, da dove nasce il “Saggio sull’uomo artificiale”?

Nasce dal fatto di voler mostrare come ormai l’essere umano sia all’ultimo stadio. Siamo invasi dalla tecnologia, la carne è diventata pezzo asservente che fa parte di un unico ingranaggio. Questo ho voluto raccontare con la mia prima mostra, che avevo in mente da tempo ma che, per pura timidezza, non avevo mai avuto il coraggio di allestire“.

Come mai sei conosciuto come CyberAlex?

Sono conosciuto come CyberAlex perché negli anni ’90 amavo vestirmi da cyborg, uomo-macchina dotato di protesi elettroniche e già allora utilizzavo mascherine FFp2 o maschere antigas, perché immaginavo un futuro radioattivo. Vestito da cyborg frequentavo i vari locali della movida romana, di musica dark, alternative ed elettronica, nel 2003 fui anche presentato al Cocoricò. Insomma, amavo illuminare le serate. Inoltre, ho sempre avuto la passione per la musica elettronica, per la letteratura distopica e per il cinema d’avanguardia. E poi, la mia particolarità di andare spesso in giro a maniche corte e con i pantaloncini anche d’inverno mi rende, agli occhi di molti, un vero cyborg, che non avverte il caldo e nemmeno il freddo. Una volta un amico, scherzosamente, mi chiese: ‘Per caso bevi whisky e plutonio?’“.

La tua mostra è ad accesso gratuito, oppure è previsto il pagamento di un biglietto d’ingresso? Gli oggetti che esponi cosa rappresentano? Quale effetto hanno prodotto sl pubblico?

La mostra è assolutamente ad accesso gratuito. Sono assolutamente favorevole a una cultura fruibile liberamente per tutti. Le opere che espongo sono fatte in corrugati, fascette elettriche, polistirolo, plastica, alluminio e altri materiali presi da oggetti che avevo in casa, come, ad esempio, condizionatori e telefoni. In questa mostra sono visibili parti come mani, caschi, corpetti e bracciali. L’effetto sul pubblico è stato assolutamente positivo, non solo in termini di gradimento, ma anche e soprattutto a livello di ammirazione e curiosità, da parte di adulti e bambini“.

Oggi si parla sempre più spesso di “intelligenza artificiale”. Il futuro dell’uomo è davvero questo? L’essere umano sta sparendo e sta diventando, a tutti gli effetti, un cyborg?

Il cyborg già esiste. Come dicevo, noi siamo all’ultimo stadio e stiamo diventando uomini sempre più artificiali e sempre meno umani. Ricordiamo che la cultura cyber nasce negli anni ’80 contro l’imperialismo delle multinazionali. I cyborg sono per l’ambiente, per la pace, per l’energia e il progresso sostenibili e avvertono da sempre un futuro distopico. Di fatto sono come i sopravvissuti del film ‘Mad Max: Fury Road’“.

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