Attualità

Albano, il Museo Civico “Mario Antonacci” celebra il 50esimo dalla sua fondazione: lectio magistralis del direttore Massimiliano Valenti 

Ad Albano Laziale il Museo Civico "Mario Antonacci" celebra oggi il 50esimo anniversario della sua fondazione. Durante tutta la giornata, sia nelle sale della sede del museo a Villa Ferraioli sia a Palazzo Savelli, sono stai organizzati una serie di eventi di studio e festeggiamenti con Istituzioni, esperti, appassionati e cittadini.

Particolarmente vestito a festa per le prossime festività natalizie, avvolto in una caratteristica e scintillante illuminazione, il Museo Civico di Albano Laziale “Mario Antonacci” ha celebrato il 50esimo anniversario della sua fondazione. Durante tutta la giornata di sabato 16 dicembre, sia nelle sale della sede del museo a Villa Ferraioli sia a Palazzo Savelli, sono stati organizzati una serie di eventi con l’obiettivo di celebrare il museo come istituzione e come importantissimo luogo di cultura e storia per la cittadina di Albano e di tutto il territorio dei Castelli Romani.

Ad aprire la giornata celebrativa, una interessante conferenza che si è svolta nella mattinata, nella pittoresca sala del museo, dove il Direttore Scientifico Massimiliano Valenti ha tenuto una lectio magistralis che ha entusiasmato tutti i presenti. Molti i cittadini e gli appassionati intervenuti che lungo il filo conduttore della storia, da quella più antica a quella moderna, hanno potuto scoprire informazioni peculiari e ammirare sullo schermo testimonianze fondamentali che il Direttore Valenti ha dettagliatamente spiegato per capire “come si è arrivati oggi alla definizione di un monumento in un paesaggio evocativo tra mito e storia come è il territorio di Albano Laziale e dei Castelli Romani” – queste le sue parole – e “il particolare processo culturale alla base di un monumento e tutto il lavoro incredibile alle sue spalle”.

Dopo i saluti e i ringraziamenti iniziali, il Direttore Massimiliano Valenti ha lasciato la parola all’Assessore alla Cultura, Vincenzo Santoro, in rappresentanza del Sindaco Massimiliano Borelli. L’Assessore Santoro ha così evidenziato:Come politici siamo orgogliosi di essere qui a celebrare il nostro museo”. “I politici Mario Antonacci e tutta l’amministrazione di allora, diedero tanta forza al progetto di questo luogo. Ricordo Santoro ha continuato – con affetto tra di loro Pino Chiarucci, da poco scomparso, il quale ha desiderato con passione questo museo. Tutti, allora, compresero la forza che questa istituzione avrebbe potuto dare alla città di Albano, anche con tutte le complicazioni che la gestione portava e ancora oggi comporta, organizzativamente ed economicamente. All’inizio, era una semplice associazione, la prima sede a via del ciglio n. 11 e poi qui a Villa Ferraioli dagli anni Ottanta, dove è diventato il centro per eccellenza della cultura di Albano, intorno al quale nascono tante iniziative. Per noi, come Amministrazione, questo museo è un vanto. Ringraziamo tutti coloro che con impegno cercano di renderlo ogni giorno un riferimento non solo nell’ambito del nostro territorio ma anche in quello nazionale!”.

A prendere la parola, è stata poi il funzionario rappresentante della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma – Met. e prov. di Rieti, la quale, dopo avere ricordato ancora la figura di Pino Chiarucci, ha espresso la gioia nel condividere le celebrazioni di questo 50esimo anniversario con il Direttore e tutti i presenti, rimarcando l’esclusività di un luogo di cultura così importante per tutto il territorio.

Un viaggio all’insegna della storia dei monumenti di Albano che con dedizione e cura il Direttore del Museo ha poi sapientemente illustrato, emozionando non poco i presenti grazie alla visione di slide inedite, che hanno mostrato antiquari, architetti e viaggiatori che, nel corso degli anni, hanno contribuito con passione e talento alla nascita di un paesaggio archeologico distintivo e fortemente rievocativo, come sono la città di Albano e tutti i Castelli Romani. Una narrazione minuziosa dell’evolversi dell’attenzione sulla storicità del territorio a partire dal mito di Albalonga, dallo stanziamento del popolo degli Albani, alle lotte tra Curiazi e Orazi; alla Seconda Legione Partica Severiana (la Castra Albana) che ospitava circa 6000 legionari con le loro famiglie; alle Terme e all’Anfiteatro dei Cisternoni, utilizzati per la raccolta di acqua dall’esercito; al ruolo della via Appia che ha condizionato tutto l’abitato; fino alla definizione della proprietà dei Savelli, e ancora quando si cercavano e recuperavano materiali archeologici da offrire per la costruzione del duomo di Orvieto in cambio di “pagamenti” con “pepe cera e zafferano”, e all’ampliamento urbanistico della cittadina intorno al XVI e XVII secolo; e ancora fino agli artisti del Gran Tour, periodo nel quale la città di Albano rappresentava  il luogo di incontro e scambio culturale tra artisti, pittori e intellettuali; ed, infine, l’epoca in cui è cominciata l’archeologia moderna, con la datazione precisa di alcuni importanti monumenti della cittadina e dei territori più limitrofi.

50 anni museo di albano

Così, con il susseguirsi di immagini e vedute che hanno documentato i reperti, i disegni e le prime documentazioni e rappresentazioni più significative della città di Albano, si è arrivati a quelle più caratteristiche e, poi, alle mappe topografiche di Pietro Rosa (che realizzò la prima vera mappa della campagna romana) e a quelle di fine Settecento e Ottocento, quando oramai con l’invenzione della fotografia si concretizzarono anche le prime foto con le quali studiare e avere mappe sempre più vicine alla realtà con prospetti e documenti analitici accurati. L’attenta analisi dei tanti antiquari, architetti e viaggiatori delle varie epoche ha così rivelato l’evoluzione dei confini della città di Albano, in un percorso che spesso resta conosciuto solo tra esperti e appassionati. Particolarmente originali anche le slide che hanno tracciato i vari ritrovamenti di reperti antichi relativi ad epoche diverse incastonati nei vari monumenti della cittadina e ancora oggi ben visibili ai visitatori.

A dare suggestione alle narrazioni del Direttore Valenti, anche la presenza in sala del Presidente della Legio Secunda Parthica Severiana , Roberto Alessandrini, che, abbigliato nei tipici costumi dell’associazione, dopo avere richiamato alla memoria Pino Chiarucci, quale ispiratore del gruppo di archeologia sperimentale di rievocazione storica, ha rimarcato pure  il legame con il museo, descrivendo la figura del legionario e la didattica di archeologia sperimentale immateriale dei combattimenti dei legionari singoli e in gruppo, che l’associazione porta avanti insieme ad un costante supporto agli studiosi e alla partecipazione a scoperte importanti ancora  poco conosciute.

La parola è passata poi agli esperti, all’Associazione Nazionale Archeologi, i quali hanno portato avanti un convegno mirato sull’apporto dei professionisti archeologi al Museo, come luogo di tutela e valorizzazione della storia e della cultura di una città, e come punto di partenza per nuove possibilità professionali legate all’archeologia.

La giornata celebrativa è continuata nel pomeriggio e nella serata di a Palazzo Savelli, dove, alle 17.00, c’è stato prima un momento legato ai saluti istituzionali con la vera e propria Festa del Museo e, alle 18.00, con un entusiasmante concerto al lume di CandelaLucevan le stelle”, a cura di Le Capinere ensemble.

50 anni museo di albano
50 anni museo di albano
leggi anche
albano finanziamento progetti
Politica
Albano – La città si aggiudica 2 finanziamenti per i progetti “Koru” e “Casa Creativa”
commenta