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Ariccia, gremito il convegno sulle Foibe, organizzato dall’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia Colline Romane fotogallery

Sono intervenuti, tra gli altri, il senatore Marco Silvestroni, il deputato Andrea Volpi, l'avv. Ivan Boccali (Commissario straordinario del Parco dei Castelli Romani) e il sindaco ariccino Gianluca Staccoli

Ad Ariccia il convegno sulle Foibe, organizzato dall'ANIPd'I (FOTO)

All’interno del magnificente Palazzo Chigi di Ariccia, in una gremita sala Bariatinsky,  ha avuto luogo questo pomeriggio il convegno “Foibe, Esodo, Memoria”, legato al ventesimo anniversario dell’istituzione del Giorno del Ricordo.

L’iniziativa, organizzata dall’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia, ha inteso onorare la memoria di coloro che hanno vissuto gli orrori delle foibe e dell’esodo, eventi tragici, che hanno segnato l’Italia in un periodo buio come quello della Seconda Guerra Mondiale e nel periodo immediatamente successivo alla stessa.

Anni di oblio, di Damnatio memoriae”, per dirla con le parole dell’avv. Ivan Boccali, il cui intervento è stato apprezzato ed applaudito dai presenti, a partire dalla sua proposta di istituire una giornata di festa nazionale in memoria del “genocidio perpetrato ai danni di migliaia di italiani”.

L’incontro è stato aperto dal presidente di ANPd’I Colline Romane, par. Gilberto Montebello, che ha presieduto l’incontro, riunendo eminenti figure politiche e figli di testimoni storici di quei drammatici anni. Il relatore dell’evento è stato il dr. Marino Micich, Direttore dell’Archivio Museo Storico di Fiume, la cui competenza e profonda conoscenza degli avvenimenti legati alle foibe e all’esodo giuliano dalmata hanno offerto uno sguardo chiarificatore ed approfondito. Un lungo intervento, il suo, da figlio di esuli della Dalmazia, che ha ripercorso tappe cruciali nella storia di quel territorio di frontiera, “come molti dei nostri cognomi denotano. La popolazione fiumana, dalmata e istriana aveva le proprie autonomie, statuti, organizzazioni, ma erano e sono terre che avevano una solida presenza identitaria italiana”, ha dichiarato Micich, dimostrando il proprio rammarico per il fatto che il 4 Novembre  sia stato cancellato come festa nazionale. Ha poi ricordato Norma Cossetto, “che simboleggia tutte le italiane infoibate, uccise e spesso anche violentate”, ed evidenziato la “profonda divisione nello schieramento italiano” appena dopo l’8 Settembre.

“Gli istriani, i fiumani, i dalmati, hanno vissuto quel periodo come un tradimento da parte dell’Italia. Le case venivano date agli slavi, così come le terre degli esuli. La negazione delle foibe è andata avanti a lungo e la storia mistificata e nascosta per anni, anni in cui veniva raccontato il contrario di quanto è stato. Una giustizia non c’è stata e non ci sarà mai, visto che quella che hanno provato a garantire è stata parziale e ingiusta”.

“Il Giorno del Ricordo – ha concluso Micich – riscatta tutta l’Italia, la Patria. Ricorda una sconfitta, ma pure dalle sconfitte si può trarre la forza e bene ha fatto il Governo ad istituire il Museo Nazionale del Ricordo, che riguarda tutti gli italiani e tutti gli europei”.

Prima di lui sono intervenuti il senatore Marco Silvestroni e il deputato Andrea Volpi, preceduti dal Sindaco di Arriccia Gianluca Staccoli, coi saluti istituzionali a nome dell’intera città. Ciascuno di loro ha contribuito alla discussione, evidenziando l’importanza di mantenere viva la memoria storica per le generazioni future. Tra la platea anche la consigliera regionale Edy Palazzi, a nome della maggioranza che sostiene in Regione la Giunta Rocca.

Siamo qui a ricordare quanto accaduto, a differenza di quanto fa la sinistra, che ogni volta si gira dall’altra parte perché si vergogna dei tanti cittadini trucidati e infoibati”, ha esordito il senatore Marco Silvestroni, che ha poi ringraziatoil Governo e il ministro Sangiuliano che hanno istituito il  Museo del Ricordo, che rappresenta  una vittoria di tutti quelli che non si sono mai arresi, anche quando era difficile farlo”. Proprio Silvestroni ha ricordato come “il maresciallo Tito ancora mantiene la maggiore onorificenza. Gliela può togliere solo il Presidente della Repubblica, cosa che prima o poi accadrà”, ha concluso il parlamentare castellano.

“Su questa storia una parte della sinistra fa ancora ostruzionismo e pensate a quanta cattiveria ci può essere nel farlo, in chi si professa persino democratico”, ha esordito il deputato Andrea Volpi. “Anche nelle massime istituzioni italiane fino a qualche anno fa c’era ancora la volontà di negare gli spazi per il ricordo. Quanto accaduto non possiamo dimenticarlo, in primo luogo perché erano italiani e un po’ perché, come ricordato giustamente da Mattarella, quello è stato il nostro Muro di Berlino”. Volpi ha infine ricordato l’impegno di Giorgia Meloni sul solco della memoria e l’istituzione dei Treni del Ricordo: “La battaglia in commissione per togliere l’onorificenza a Tito non è un vezzo ma un dovere per trasmettere quanto è stato ai ragazzi, cui dobbiamo tramandare la verità”.

Un prezioso contributo al dibattito è giunto anche dallavv. Ivan Boccali, Commissario del Parco dei Castelli Romani, che ha esordito ricordando la sua visita alla Foiba di Bassovizza: “Per capire cosa è stato bisogna andare, vedere, sentire e respirare quell’aria particolare che c’è li e che non si può raccontare, se non ascoltando da chi certe cose le ha realmente vissute. Conoscere il dramma di chi è stato infoibato e di chi ha dovuto lasciare le proprie case e la propria terra solo perché italiano. E’ stato un genocidio, l’unico, tutto italiano, di gente che ha dovuto lasciare le proprie case solo perchè italiana. Ci sono stati migliaia di morti e più di 200mila sfollati; nonostante ciò – ha continuato Boccali – per 60 anni è regnato il silenzio, l’omertà e la paura anche solo di dirle certe cose, con la complicità di una sinistra che ha negato tutto. Il primo a farne accenno, nel ’91, è stato il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga, ma è allucinante che si sia potuto negare tutto per tanti anni”.

Dopo aver rammentato di essere stato un ufficiale paracadutista e di avere nel cuore il basco amaranto, Boccali ha ricordato come le persone venivano “legate col di fil di ferro, e poi per risparmiare colpi, alcune venivano buttate giù vive, con le grida che si sentivano ovunque. Come hanno potuto dei soldati fare questo? – ha aggiunto -. Ben vengano iniziative bellissime come queste, che ci permettono di ricordare. Dobbiamo anzi chiederci come fare per rafforzare il messaggio ed è per questo che dico: perché non trasformare la giornata del ricordo in Festa nazionale?”.

E’ poi intervenuto il Tenente di Vascello in riserva, Sergio Mura, che ha raccontato la sua esperienza diretta e quella filtrata dai racconti della mamma, oggi 103enne: “In quelle cavità buttarono dentro tutti, dagli impiegati della miniera all’ostetrica, oltre a gente che non aveva fatto niente e aveva come unica colpa quella di essere italiana. Ecco – ha concluso dopo un lungo intervento -: siamo qui per rendere onore a chi non c’è più e ha pagato la sola colpa di essere italiano”. 

Sul finale Gilberto Montebello ha ripreso la parola ricordando l’impegno della sezione dell’ANPd’I Colline Romane, di cui è presidente, non senza un richiamo a chi, “in zona, usa impropriamente il nostro nome e il nostro logo. Siamo circa 60 – ha ricordato con orgoglio – di cui 29 ufficiali, in parte in servizio e in parte in riserva, e veniamo tutti dalla brigata, a differenza di altri”.

“Il nostro desiderio è quello di portare un messaggio di informazione e controinformazione. Ho conosciuto Rosario Neglia (consigliere comunale di Genzano di Roma, presente in sala, ndr) e devo ringraziarlo, anche a nome della presidenza nazionale, visto che grazie a lui siamo riusciti per la prima volta ad entrare nelle scuole e lo abbiamo fatto a Genzano, dove in memoria di un caduto abbiamo regalato una lavagna digital board di 64 pollici, assegnando un tema sull’importanza del tricolore italiano. Siamo aperti ad entrare nelle scuole e a collaborare con le istituzioni, come pure ad organizzare una Giornata del paracadutista, in cui scendere nelle piazze e organizzare anche dei giochi per i più piccoli”.

Gilberto Montebello si è poi avviato a conclusione ricordando l’organizzazione di ben 9 convegni in programma nei mesi a venire, a dimostrazione di una volontà di essere presenti sul territorio, con impegno e voglia di far sentire la propria presenza e tramandare i propri valori.

 

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