Cultura

30 anni fa il concerto dei Nirvana al Palaghiaccio di Marino, uno degli ultimi show di Kurt Cobain

Il 22 febbraio del 1994 ai Castelli Romani si esibirono i Nirvana, in quella che sarebbe passata alla storia come una delle ultimissime esibizioni di Kurt Cobain, morto suicida poche settimane dopo

nirvana

Chi quella sera, era il 22 febbraio del 1994, ebbe l’onore di entrare nel Palaghiaccio di Marino è ancora oggi un profluvio di emozioni. Quella sera sul palco si esibirono i Nirvana, in quella che sarebbe passata alla storia come una delle ultimissime esibizioni di Kurt Cobain, morto suicida poche settimane dopo, a Seattle, ad appena 27 anni. 

Quella del 22 febbraio 1994, per i Castelli Romani, finirà quindi per trasformarsi in una data storica per gli amanti della musica, impressa nella memoria di molti fan dei Nirvana come l’ultima opportunità di vedere Kurt Cobain esibirsi live. Il Palaghiaccio di Marino fu il palcoscenico di un concerto che avrebbe segnato la fine di un’epoca e il triste epilogo della vita del carismatico leader della band.

L’esibizione faceva parte del tour mondiale legato al terzo album dei Nirvana, “In Utero”. L’album, pubblicato nel settembre del 1993, aveva suscitato interesse e controversie per il suo suono più grezzo e intenso rispetto ai lavori precedenti. Il tour rappresentava un’opportunità per la band di esplorare nuove sonorità e presentare dal vivo le tracce del nuovo disco.

Il Palaghiaccio di Marino, con la sua atmosfera intima, è stato il luogo perfetto per un concerto che avrebbe fatto la storia della musica. Il pubblico si radunò per assistere a uno degli ultimi spettacoli della leggendaria band grunge.

Dopo la tappa nei Castelli Romani, i Nirvana si esibirono a Milano il 24 e 25 febbraio, concludendo il tour mondiale il 1° marzo a Monaco di Baviera. Ma l’attenzione dei media e dei fan si concentrò soprattutto su quanto accadde nella Capitale alcuni giorni dopo il concerto.

Kurt Cobain tornò infatti a Roma, e la mattina del 4 marzo, fu ricoverato d’urgenza per un’overdose. Quel momento segnò l’inizio di una tragedia che avrebbe portato alla prematura scomparsa di uno dei più grandi talenti della musica contemporanea.

L’8 aprile del 1994, Cobain fu infatti trovato morto nella sua casa a Seattle. La notizia scosse il mondo della musica e i fan dei Nirvana, lasciando un vuoto irrimediabile nella scena grunge. La sua morte fu un colpo duro per la cultura popolare, portando alla fine precoce di una delle band più influenti degli anni ’90.

Il concerto al Palaghiaccio di Marino rimane un capitolo significativo nella storia dei Nirvana, segnando il culmine di un periodo artistico e il preludio a una tragedia che avrebbe segnato la fine di un’era. A trent’anni di distanza, quel concerto resta nella memoria dei fan come un momento da custodire gelosamente nel proprio cuore, nel rispetto di quello che è stato il genio di Cobain, pilastro della band grunge Nirvana. Nato il 20 febbraio 1967, Cobain crebbe a Aberdeen, nello stato di Washington, e fin da giovane manifestò una forte inclinazione per la musica.

La sua carriera musicale decollò con la formazione dei Nirvana nel 1987, insieme al bassista Krist Novoselic. La band raggiunse il successo mainstream con il loro secondo album, “Nevermind”, nel 1991. L’esplosione della canzone “Smells Like Teen Spirit” diede inizio a un movimento grunge che influenzò la scena musicale mondiale.

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La musica dei Nirvana incarnava un mix di aggressività e melodia, con testi spesso oscuri e malinconici. Cobain, autore principale delle canzoni, si distinse per la sua voce graffiante e la sua abilità nel trasmettere emozioni sincere attraverso la musica. La sua personalità ribelle e anticonformista contribuì a definire l’immagine della band e a rendere i Nirvana un simbolo della generazione X.

Tuttavia, dietro l’immagine di ribellione e successo, si celava una complessità interiore che finì per consumarlo. Cobain lottò con problemi di salute mentale, dipendenze e pressioni mediatiche. La sua natura sensibile e introspettiva emergono chiaramente nelle sue composizioni, che spesso esplorano temi di alienazione, depressione e disillusione.

Uno degli episodi più noti per i fan italiani fu proprio il concerto al Palaghiaccio di Marino del febbraio 1994, che precedette di poche settimane la sua tragica morte, che venne accompagnata da una lettera d’addio e un saluto commosso a sua moglie Courtney Love, sposata alle Hawaii, e alla loro figlia, di appena 2 anni, Francis.

Il lascito di Kurt Cobain perdura attraverso la sua musica intramontabile e la sua influenza duratura sulla scena rock. La sua abilità nel trasmettere autenticità e vulnerabilità ha ispirato molte generazioni di artisti. Inoltre, la sua figura è spesso oggetto di venerazione e analisi, con dibattiti sulla sua eredità e il suo impatto sulla cultura popolare.

Se nel 2019, per il 25° anniversario dello storico concerto, venne organizzata da Radio Libera Tutti, in collaborazione con Luca Onorati e Francesco Gargamelli, una proiezione del “live” sulla parete esterna del Palaghiaccio, ormai in disuso, quest’anno, purtroppo, l’anniversario è scivolato via, senza l’attenzione che avrebbe probabilmente meritato…

Inghiottito nel tempo, così come il Palaghiaccio, di cui è rimasto solo lo scheletro, anche se chiudendo gli occhi sembra ancora di rivedere i bambini pattinare gioiosi e riecheggiare suoni e voci dei tanti concerti che lo animarono.

Marino – Al Palaghiaccio l’ultimo concerto italiano dei Nirvana. Gli anni ’90 nel documentario “I wish I was like you”

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