Politica

Le Carceri del Lazio “scoppiano”, tra sovraffollamento, salute mentale e condizioni di lavoro – Eleonora Mattia dopo audizione in Regione

Tra le strutture con i maggiori problemi, spicca il Regina Coeli di Roma, seguito da Civitavecchia, Velletri e Rieti

Eleonora Mattia carcere

Il problema del sovraffollamento delle carceri, della salute mentale dei detenuti e delle condizioni di lavoro degli operatori è stato al centro dell’audizione svolta giovedì 8 maggio alla Pisana, sede della I Commissione Affari Costituzionali del Lazio, su richiesta della Vicepresidente del Partito Democratico Eleonora Mattia. Le audizioni hanno rivelato dati preoccupanti e criticità che necessitano di interventi urgenti.

Secondo quanto emerso dall’audizione, nel Lazio vi sono attualmente 6.758 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 5.281, con un sovraffollamento di 1.477 unità. Tra le strutture con i maggiori problemi, spicca il Regina Coeli di Roma, seguito da Civitavecchia, Velletri e Rieti. Il dato più allarmante riguarda però l’Istituto per Minorenni di Casal del Marmo di Roma, dove, nel primo trimestre del 2024, il numero dei minori detenuti è raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre il personale si è dimezzato.

Il sovraffollamento si riflette anche sulla qualità dell’assistenza sanitaria nelle carceri. Eleonora Mattia ha sottolineato la necessità di affrontare il problema dell’assistenza psichiatrica: nelle Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (REMS) vi sono 99 utenti, mentre altri 15 attendono di esservi trasferiti. Inoltre, esiste una lunga lista d’attesa per i posti nelle Articolazioni di Tutela della Salute Mentale (ATSM).

“Questo bilancio conferma il sovraffollamento cronico delle carceri e i problemi che ne derivano per detenuti e operatori, in termini di sicurezza, qualità del servizio e trattamento erogati a tutti i livelli”, ha spiegato Mattia. Ha poi evidenziato le principali criticità segnalate dai direttori delle strutture carcerarie, tra cui la carenza di assistenza sanitaria, dovuta alla mancanza di personale, che spesso lascia il lavoro a causa delle precarie condizioni contrattuali e di lavoro.

Le criticità a livello normativo includono la necessità di rivedere il protocollo per la prevenzione dei suicidi, risalente a oltre 10 anni, e di ridefinire le procedure e i ruoli di competenza delle REMS e degli istituti penitenziari per i trattamenti relativi ai casi di salute mentale con pericolosità sociale.

“La Regione ha un ruolo di responsabilità”, ha continuato Mattia, sottolineando la necessità di coinvolgere il Sistema Sanitario Regionale per redistribuire il carico di utenti e garantire condizioni di lavoro migliori per il personale sanitario. Ha inoltre suggerito di incentivare i medici e il personale sanitario con indennità specifiche, come avviene nelle cosiddette sedi svantaggiate.

Mattia ha concluso affermando che si farà carico di trasferire le istanze emerse in Consiglio regionale e di impegnare il presidente Rocca a portarle all’attenzione dell’ambito nazionale in un confronto Stato-Regioni. Queste azioni, secondo la Vicepresidente, sono fondamentali per affrontare e risolvere i gravi problemi del sistema carcerario nel Lazio.

“Un bilancio allarmante che conferma il sovraffollamento cronico delle carceri e i problemi che ne derivano per detenuti e operatori, in termini di sicurezza, qualità del servizio e trattamento erogati a tutti i livelli. Tra le principali criticità evidenziate dai vari direttori delle strutture ascoltate, la carenza di assistenza sanitaria, in particolare per la mancanza di personale, che fugge appena può dall’incarico, per le per le precarie condizioni di lavoro anche a livello contrattuale. Tra le criticità a livello normativo, la necessità di rivedere il protocollo per la prevenzione dei suicidi, risalente a oltre 10 anni, da aggiornare con le nuove linee guida, e di ridefinire le procedure e ambiti di competenza di Rems e istituti penitenziari rispetto ai trattamenti di casi salute mentale con pericolosità sociale”.

“La Regione ha un ruolo di responsabilità, come confermato dal Garante per i diritti dei detenuti del Lazio, ad esempio può coinvolgere tutto il Sistema Sanitario Regionale per redistribuire questo carico di utenti, che attualmente grava principalmente sulle Rems, anche vincolando la concessione della convenzione delle strutture sanitarie con la Regione all’accoglienza di una quota di detenuti e incentivando medici e personale sanitario riconoscendo un’indennità specifica come per chi lavora nelle cosiddette sedi svantaggiate. Ho chiesto queste audizioni oltre sei mesi fa, ringrazio tutti coloro che sono intervenuti, mi farò carico di trasferire le loro istanze in Consiglio regionale affinché questo possa impegnare il presidente Rocca a portarle all’attenzione dell’ambito nazionale in un confronto Stato-Regioni”, ha concluso Eleonora Mattia.

commenta