Un 22 maggio con un tempo variabile ha visto il sole che da secoli ombreggia tra le fronde, far giochi di luce sulla cappellina eretta tra lapillo e basalto sulla Via Sacra di Monte Cavo, a Rocca di Papa.
E’ dedicata a santa Rita da Cascia, santa degli impossibili: a lei si rivolge chi invoca grazie con fede e determinazione e molte sono le preghiere esaudite, grazie a questa suora agostiniana nata nel 1381 a Rocca Porena.
Tradizione vuole a Rocca di Papa, ai Castelli Romani, che questa piccola chiesuola, costruita intorno al 1700 dai Padri Passionisti del Convento di Monte Cavo e dedicata alla Madonna, sia diventata agli inizi del secolo scorso, luogo di venerazione di Santa Rita appena canonizzata e là, tutti gli anni, molti fedeli in spontanea processione si ritrovano e partecipano alla funzione religiosa celebrata tra il canto degli uccelli, lo stormire delle foglie, il fruscio del vento e sprazzi di luce qua e là tra i rami di alberi, nati tra lapilli e rocce laviche.
Celebrata da don Felix, la funzione religiosa è stata particolarmente sentita e partecipata da un selezionato numero di fedeli: una ripresa dopo anni, organizzata in quattro e quattr’otto in seguito alla richiesta di alcuni devoti e grazie alla grande disponibilità del giovane religioso, il quale nell’omelia ha ricordato la vita di Rita ragazza, moglie, madre, vedova, monaca con una grande fede, santa alla quale ci si rivolge per ottener grazie.
Il sacerdote ha benedetto le rose portate dai fedeli, fiori che saranno conservati con devozione fino al prossimo anno.
E con la benedizione finale, la sua promessa per l’anno venturo di organizzare per tempo con i parrocchiani questa celebrazione, riprendendo la bella usanza degli anni passati quando, Luisa prima e Adriana poi provvedevano all’acquisto dei fiori che, una volta benedetti si portavano a casa e come le palme erano conservati tutto l’anno.
Un pomeriggio di fede e di vicinanza quello di ieri: ai ricordi abbiamo affidato i nostri cari, gli amici e le amiche e tutti coloro che portiamo nel cuore, affinché con noi vivano, tra preghiere e canti, fiducia, vicinanza e gratitudine per la Divina Provvidenza.
Foto di Pio Serafini
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