Oggi sarebbe stato il gran giorno della Sagra delle Castagne di Rocca di Papa. L’evento che ha sempre riversato nella cittadina dei Castelli Romani migliaia di persone, in un appuntamento annuale divenuto ormai irrinunciabile per i tanti visitatori alla ricerca dei sapori della tradizione in un centro storico che, malgrado tutto, in quei giorni di festa ha sempre dato il meglio di sé.
L’emergenza sanitaria, come risaputo, quest’anno ha posto il veto sulla 41esima edizione della Sagra, che ogni anno cade il terzo weekend di ottobre. Ed oggi, solo silenzio.
Una mannaia caduta già su altri importanti appuntamenti fieristici della tradizione, di cui sono ricchi i Castelli Romani, dalla sagra delle Pesche di Castel Gandolfo alla Sagra dell’Uva di Marino e Velletri, passando anche per l’Infiorata e la Festa del Pane Casareccio di Genzano. Tutto ha dovuto interrompersi, ma quasi da nessuna parte un evento tanto importante è passato nell’indifferenza più totale.
Una sagra la cui valenza è indiscussa, in termini di partecipazione ed anche per la straordinaria capacità di mettere in mostra, almeno una volta l’anno, il cuore della città, le sue tradizioni ed il suo volto più bello, tra vicoli e panorami, l’aria frizzantina ed i profumi della buona cucina. Un patrimonio importante ed una risorsa non indifferente per la debole economia locale che, nonostante il Covid e nel pieno rispetto delle misure anti contagio, avrebbe meritato almeno di essere ricordata, magari attraverso idee e progetti virtuali che avrebbero potuto omaggiare la città e infondere fierezza e speranza.
Un vero peccato che nessuno abbia pensato ad un modo per non lasciare orfana – almeno idealmente – l’intera città di Rocca di Papa di una sagra che, tra caldarroste su fuochi scoppiettanti e vino locale, ha sempre saputo unire e fare comunità.
Michela Emili
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