di Maria Lanciotti
C’era una casetta a Ciampino con la veranda, l’orticello, la fontana, la pergola e tante piante di fiori e da frutto. Sempre stata lì, a memoria dei vecchi ciampinesi, in via Fiume angolo via Trieste. Adesso la casetta non c’è più. Al suo posto c’è una cattedrale di tre piani e mansarde, spuntata con la velocità tipica dei funghi. Nemmeno un anno è passato da quando si videro montare i ponteggi. “Mi leva la visuale” si lamenta passando una signora, che dice di abitare in uno dei palazzoni di fronte. Nessun’altra recriminazione. E tutto questo a cento passi dal muro dell’aeroporto. Con gli aerei che ti rombano sopra la testa e ti spaccano i timpani. E – a quanto pare – nessun divieto di edificare a ridosso della pista.
C’è ancora qualche casetta in giro, nei paraggi, che resiste all’assalto dei cementificatori. E la speculazione edilizia che arrota le ganasce in attesa di farne polvere.
Per costruire sulle loro rovine palazzi che “levano la visuale” ai dirimpettai dei piani alti. Rapidamente, a passo di carica proprio dell’edilizia privata. A differenza di quella pubblica, sempre in affanno.
E nulla che si opponga all’incessante colata di cemento.
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