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Solo l’Aspal al Tar contro l’Imu agricola: in prima fila Stefano Giammatteo

Stefano Giammatteo
L'intervento del veliterno Stefano Giammatteo, presidente dell'Aspal (Associazione Produttori Agricoli Laziali)

L’intervento del veliterno Stefano Giammatteo, presidente dell’Aspal (Associazione Produttori Agricoli Laziali)

Il 17 giugno una delegazione di agricoltori, sindaci e cittadini, su invito del “Coordinamento Nazionale No Imu sulle terre, ha tenuto un presidio in occasione della seduta in cui la II sezione del TAR del Lazio ha avviato, finalmente, l’esame di oltre i 400 ricorsi presentati da Comuni e ANCI regionali e sostenuti da diverse Associazioni. Tra queste anche l’Associazione dei Produttori Agricoli del Lazio (ASPAL Lazio), presieduta dal presidente Stefano Giammatteo e dal suo vice Piero Valeri.

Tra gli intervenuti i Sindaci dei Comuni di Vasanello e Tuscania (VT), Gravina di Puglia (BA) e il Presidente della Provincia di Matera, che hanno sottolineato la condivisione della piattaforma e delle proposte di iniziative approvate il 21 maggio durante il Consiglio Comunale aperto in P.zza Montecitorio indetto dal Comune di Gravina di Puglia e i rappresentanti di diverse associazioni sindacali e di categoria e di movimenti di base di agricoltori. Tra queste l’Aspal aveva una rappresentanza formata da circa 50 persone. Una delegazione del Coordinamento NoImu ha assistito all’udienza del TAR del Lazio che, dopo aver rinviato il dibattimento, ha avviato l’esame di una parte degli stessi con particolare riferimento alla discussione sulle eccezioni di incostituzionalità avanzate in ordine all’uso dei parametri ISTAT per definire l’entità della tassazione e gli stessi criteri per cui i cittadini abitanti in alcuni Comuni sono chiamati a pagare mentre quelli di altri sono esentati. 

Dopo che gli avvocati ricorrenti hanno rifiutato la proposta del Presidente della II Sezione del TAR del Lazio di spostare l’esame ad ottobre (per dare tempo al Governo ed al legislatore di intervenire risolvendo i problemi che si stanno manifestando) l’esame si è avviato con l’esposizione delle principali ragioni a sintesi della corposa documentazione presentata.

Osservazioni per cui un imbarazzato Avvocato dello Stato non ha potuto che rilevare la fondatezza di molte ragioni di incostituzionalità della norma sull’IMU agricola almeno per quello che riguarda l’uso dei parametri ISTAT. Al termine di una discussione che lo stesso Presidente ha definito “interessante e fondata su importanti questioni di diritto”, la II Sezione del TAR del Lazio si è riservata di comunicare le proprie decisioni. 

Dunque inizia con un buon primo passo il percorso di esame dei ricorsi contro l’IMU agricola che avrebbero potuto essere dichiarati come inammissibili fin da subito (come spesso accade che il TAR faccia su questioni dal profilo tributario e fiscale) ma che, invece, sono stati discussi nel merito e per cui si è stabilito un ulteriore calendario di esame.

“Un atteggiamento dei giudici adeguato” ha riconosciuto alla fine Gianni Fabbris a nome del Coordinamento NoImu “che salutiamo positivamente. Del resto siamo venuti in presidio a Roma chiedendo alla politica di fare un passo indietro e di non esercitare nei confronti della magistratura pressioni come quelle per cui se dovesse cadere il provvedimento si sforerebbe il tetto del 3% sul deficit concordato in Europa. Alla politica spetta il compito di fare buone leggi eque, giuste e funzionanti, ai magistrati quello di valutarli sotto il profilo della legittimità legale e costituzionale, ai cittadini il diritto di difendersi e resistere di fronte a delle palesi ingiustizie come quelle introdotte dalla norma dell’IMU sui terreni.”.

 Salutando positivamente l’avvio dell’esame sui ricorsi contro l’IMU agricola, il movimento Riscatto prepara un salto di qualità e di capacità organizzativa nella mobilitazione. “Se anche i Comuni e le Anci non dovessero avere giustizia sul piano legale” hanno ribadito gli interventi nella mattinata di presidio “nessuno si faccia illusioni: stiamo organizzando la risposta dei cittadini e degli agricoltori sia sul piano legale che su quello sociale e la mobilitazione sta solo cominciando”.

Annunciata una iniziativa in quattro tempi: una forte campagna di controinformazione e denuncia per chiarire la gravità dei rischi per tutti i cittadini all’opinione pubblica ed ai media, una petizione con l’obiettivo di raccogliere decine di migliaia di firme (petizione.riscatto.info), una serie di iniziative di disobbedienza civile (fra cui quella di aprire migliaia di ricorsi alle Commissioni Tributarie per arrivare direttamente alla Corte Costituzionale senza passare per il TAR), una forte mobilitazione nazionale fra settembre e ottobre che coinvolga tutte le regioni italiane e che si concluda con una manifestazione a Roma.

I sindaci e gli agricoltori che si sono dati appuntamento di fronte al TAR del Lazio, si sono riconvocati per un incontro operativo la prossima settimana per articolare e organizzare le iniziative che si concluderanno solo con il ritiro della norma che sta provocando tanti guasti nelle aree rurali italiane dopo aver deciso di inviare due lettere: una ai sindaci italiani coinvolti dall’applicazione dell’IMU cui si chiede (come ha dichiarato di voler fare il sindaco di Tuscania ed hanno condiviso gli altri presenti) di stringere l’alleanza con i cittadini e agricoltori rifiutandosi di condurre azioni contro chi non pagherà una tassa ingiusta e insopportabile economicamente, ed una rivolta al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio prof. De Vincenti, per tornare a chiedere un incontro. 

Incontro per discutere delle proposte alternative del Coordinamento NoImu e dei sindaci chiesto nelle settimane scorse e sollecitato da più parti (Presidenza della Camera, forze politiche e parlamentari, Presidenti di regione) ma che, nonostante le assicurazioni, ad oggi non si è ancora tenuto. Il MOvimento Riscatto, l’ASPAL LAZIO, e il Comitato NoIMU di Viterbo, l’ASTAP ABRUZZO, al termine hanno dichiarato: “Anche alla luce del rischio serio che il TAR del Lazio adotti provvedimenti su una norma dai palesi profili di illegittimità incostituzionale e delle parole dello stesso presidente Renzi, che l’ha definita un grave errore, è arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti e di aprire un percorso di confronto che porti tutti fuori dal guado”.  

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