POLITICA

Velletri, i piddini assicurano: ‘troppe riunioni inutili in 2^ commissione’

Taddei e Bagaglini attorniati da buona parte del gruppo consiliare del Pd

 

I ‘fuoriusciti’ Taddei e Vincenzo Bagaglini attorniati da buona parte del gruppo consiliare del Pd

La diaspora del Partito Democratico veliterno continua a lasciare strascichi tra chi se n’è andato, più o meno sbattendo la porta, e chi è rimasto e si ritrova privo, più o meno volentieri, dei fuoriusciti. La tensione si taglia con le fette e nonostante permanga vicinanza fisica nell’aula consiliare non corre più buon sangue tra coloro che sono stati fatti fuori o si sono tolti di mezzo (De Santis, Taddei e Vincenzo Bagaglini) e il resto del partito che fino a poco tempo fa era la loro casa.

Lo si evince anche da quanto sta accadendo nella tribolatissima 2^ Commissione consiliare, la stessa che è rimasta inoperosa per svariati mesi proprio sulla stregua delle diatribe interne al partito di maggioranza.

Neppure dopo che il nodo è stato sciolto, con l’inevitabile elezione di Fabio Taddei a presidente della stessa, si è riusciti a dare ai lavori quell’accelerata tanto attesa. Merito, o colpa, dei solidi dissidi tra piddini ed ex piddini. Allo sfogo di Taddei, che ha denunciato l’impossibilità di imprimere un’accelerata ai lavori per l’ostruzionismo degli uomini di maggioranza rispondono ora i tre consiglieri del Pd presenti in commissione, che rifiutano strenuamente l’idea del boicottaggio.

“Per ragionare sulla questione – premettono Daniele Barracchia, Patrizio D’Andrea e Walter Bagaglini – bisogna innanzitutto considerare che le Commissioni hanno il compito di snellire i lavori del Consiglio Comunale, approfondendo in maniera compiuta gli argomenti e le delibere che saranno poi portate all’attenzione del Consiglio. Taddei, invece, nel corso della conferenza stampa ha lamentato che ‘la continua assenza dei Dirigenti e degli Assessori non permette alla II Commissione di trattare temi caldi d’interesse economico/sociale’, omettendo di dire che le reiterate richieste di chiarimenti e approfondimenti si riferiscono a questioni già trattate  in commissione o su atti o  provvedimenti e materie che esulano dalle normali competenze della Commissione stessa. Con ciò – continuano i tre – si vuole dire che Taddei sta stravolgendo il ruolo della Commissione consiliare, trasformandola da articolazione funzionale del Consiglio comunale a proprio palcoscenico politico riservato, con cui impegnare risorse e fondi dell’amministrazione nelle strumentalizzazioni politiche che tutti, ormai, ben conosciamo. Tanto è dimostrato dalle numerose convocazioni della II Commissione, ormai chiamata a riunirsi a giorni alterni su temi secondari”.

 

Ancora una volta, quindi, lo scontro torna sul personale, rituffandosi nel calderone della lotta tra gli ex alleati.

“Qualche numero – reiterano il concetto i tre piddini – renderà l’idea: da quando Taddei presiede la II Commissione (21 febbraio 2012), al 21 giugno 2012 si sono tenute ben 26 commissioni, una ogni 3 giorni lavorativi; di queste 26 solamente 6 hanno riportato nell’o.d.g.  proposte deliberative, le altre 20 convocazione hanno riguardato questioni non di stretta competenza, secondo l’arbitraria voglia di chiacchiere dell’illustre Presidente. L’inconsueto modo di procedere di Taddei ci ha portato, una volta sentito il nostro Capogruppo, a disertare sistematicamente le convocazioni che non hanno come oggetto dei lavori l’esame di atti propedeutici ai lavori del Consiglio Comunale, questo anche per evitare all’Amministrazione il costo di queste inutili riunioni. Torneremo a frequentare con soddisfazione e solerzia le riunioni di commissione solo quando il Presidente dimostrerà quel minimo equilibrio che dovrebbe essere necessario per ricoprire incarichi pubblici”.

Al di là della fiera a rimetterci, ancora una volta, sono i cittadini, privati di una componente essenziale come può essere una commissione consiliare che se per mesi e mesi non è stata più convocata, senza dare la possibilità di discutere temi importantissimi, atti anche a snellire i lavori consiliari, ora viene accusata di voler freneticamente recuperare il tempo perduto. Ancora una volta la sensazione è che si difetti di equilibrio, tra accusati ed accusatori, con buona pace di chi soffia sul fuoco dell’antipolitica.

 

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