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TERREMOTO – L’esperto: ‘a breve ci aspettiamo un sisma nelle nostre zone’

faglia

logo“Al momento non siamo nelle condizioni di poter escludere un terremoto nelle nostre zone da qui ai prossimi mesi, anzi, tutto fa pensare che possa essere molto molto probabile”.

Lungi da noi qualsiasi intento allarmistico, ma le dichiarazioni che ci giungono dal dr Daniele Cataldi –  esperto di primo piano nello studio dei Precursori Sismici di tipo Elettromagnetico correlato all’innesco sismico globale, in collaborazione col Centro Internazionale sulla Previsione Sismica e Vulcanica  con sede a Orlando, in Florida – ci sono sembrate meritevoli di approfondimento. 

Daniele Cataldi

Daniele Cataldi

A chi questo nome suonasse come nuovo ricordiamo che tra i primi Paesi al mondo impegnati nella ricerca scientifica sulla previsione degli eventi geofisici catastrofici (CGE) troviamo proprio l’Italia che, soprattutto in questi ultimi anni, ha avuto modo di ottenere importanti riconoscimenti scientifici nell’ambito della previsione dei gradi terremoti su scala globale, attraverso lo studio dei Precursori Sismici di tipo Elettromagnetico condotto proprio grazie all’instancabile lavoro di tre ricercatori del Belpaese, di cui due di Velletri, lo stesso Daniele Cataldi, membro dell’European Geosciences Union EGU, co-fondatore e ricercatore del ‘Radio Emissions Project’, e suo fratello Gabriele, membro dell’European Geosciences Union EGU, iscritto all’American Geophysical Union.

 

Proprio loro due lavorano a braccetto col prof. Valentino Straser, geologo italiano di fama internazionale, impegnato da molti anni nello studio scientifico sulla previsione dei terremoti e anche lui specializzato nella ricerca sui precursori sismici elettromagnetici di tipo geomagnetico.

 

Le 'striature' sul Lago di Nemi

Le ‘striature’ sul Lago di Nemi

Tornando all’estrema attualità ha fatto scalpore quanto ammirato da svariati cittadini nei giorni scorsi, allorché sulla superficie lacustre del lago di Nemi sono comparse delle particolari ‘striature’, poi riprese e diffuse in Rete da diversi utenti.

Da questo fenomeno ne è scaturito un botta e risposta al quale Daniele Cataldi non si è sottratto, appagando le nostre curiosità.

Cataldi, tutto normale quanto accaduto?

“Affatto, e non può essere archiviato come un fenomeno da sottovalutare senza prima essere approfondito.  La verità è che già da alcuni mesi stiamo osservando fenomeni che preludono a sismi d’una certa importanza, attesi da qui ai prossimi mesi”.

Quindi?

“Quindi, occhio!”.

fagliaPerdonaci, su cosa si basa questa previsione e quale la sua attendibilità?

“Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad una serie di fenomeni di origine geologica che non devono essere affatto sottovalutati. Tornando ai nostri laghi, chiaramente d’origine vulcanica, i meccanismi legati al movimento delle faglie determinano variazioni dei flussi delle acque sotterranee e la formazione di piccoli vulcanetti, comprese variazioni del livello dei laghi e loro modificazioni. Sappiamo tutti come la stampa ha evidenziato molto bene le recenti formazioni geologiche osservate nella provincia romana, mentre altre testimonianze sono state da me raccolte in questi mesi e si riferiscono alla presenza di acque solforose e calde comparse misteriosamente nottetempo in diversi pozzi romani sparsi nella zona prospiciente al litorale romano e pontino”.

E cosa emergerebbe, in concreto?

“Fenomeni importanti, che ci dicono che qualcosa sta avvenendo in profondità…e questo movimento perdura ormai da diversi mesi”.

Beh, come sempre del resto…

“Ci può stare l’ironia di chi non è efferato sul tema, ma restando seri secondo i dati geomagnetici e l’attività solare possiamo osservare come nei prossimi giorni ci saranno fenomeni molto importanti.  Proprio tra il 23 e il 24 giugno, in poche ore, si sono verificati 4 sismi intensi compreso quello di magnitudo M7.9 avvenuto in Alaska, dopo che l’attività solare ha determinato un incremento geomagnetico importante e la variazione ionica (protoni ed elettroni) misurata in orbita attorno alla Terra”.

Ci si perdoni l’ignoranza: ci sono possibilità che il vulcano nemorense si sia risvegliato?

“Il vulcano è attivo in profondità  e vi è una faglia che parte da Lariano e raggiunge Aprilia”.

Stessa cosa per il Lago Albano e il cratere di Vallericcia.

“Certamente, il lago di Albano Laziale sovente emette bolle di anidride carbonica ed è cosa risaputa da tempo, in una occasione testimoniate anche dal sottoscritto nel 2010″.

Di quali tecnologie vi avvalete?

“Noi utilizziamo un sistema di rilevazione delle onde elettromagnetiche, completamente autocostruito e prototopizzato. Le registrazioni vengono correlate con i dati provenienti da oltre 30 fonti istituzionali, compresi NASA e osservatori geomagnetici mondiali e sonde spaziali (GOES, NASA, Radio Emissions Project, HAARP, SpaceWeather, Stereo A Spacecraft, Stereo Spacecraft B, Splitzer Spacecraft, Kepler Spacecraft, IPS, EVE, CCMC, SWPC, Solar Dynamics Observatory (SDO), SNO SOLIS, GON, LASP, PROBA 2 Spacecraft, SOHO EIT, NOBEYAMA RADIO HELIOGRAPH, RTSW, SWEPAM, MAG, IMPACT, PLASTIC, Università del Maryland, NERC, Tromsø Geophysical Observatory, NGDC, GDGPS, IPS, BATSRUS, Eumetsat, Meteosat, SOD, FESN, SKiYMET, Kiruna Magnetometer Monitoring, iNTEGRATED SPACE WEATHER ANALYSIS SYSTEM, OLR, UAH-Space Weather Service, WSA-ENLIL Solar Wind Prediction, TESIS, SDAC, SAM, etc.).

Caspita, tutte queste sigle incutono terrore…

“Piuttosto confermano che siamo in continuo contatto con diversi ricercatori sparsi nel Mondo e collaboriamo attivamente con il centro di previsione sismico mondiale, con sede in Orlando,  Florida (IEVPC – http://www.ievpc.org/)”.

In prossimità dell’ipotetico fenomeno potrebbe esserci qualche avvisaglia particolare? E fino a che entità (grado) potrebbe arrivare l’eventuale sisma?

“In questo caso le informazioni sono coperte da segreto, ma vi basti pensare che le conferme ci sono da diversi mesi. Di avvisaglie, d’altronde, ve ne sono sempre, ma  purtroppo non esiste una rete di monitoraggio del genere in Italia”.

Non per essere petulanti, ma capirà bene che è un conto un lieve sisma, avvertito solo dai sismografi, un conto un terremoto che possa creare nocumento a persone e cose.

“Se proprio dobbiamo produrci in stime si valuti che in casi come questi i sismi possono essere superiori a 3 – 3,5° della Scala Richter, e ciò non toglie allora che si possa verificare anche un terremoto di maggiore intensità”.

Sei conscio che più di qualcuno potrebbe storcere il naso e riderci su?

“Tale possibilità è sempre presente, ma se fosse stato per chi nel 2010 ci aveva guardato con il fumo negli occhi, questa importante ricerca, di cui l’Italia è oramai uno stendardo internazionale, non sarebbe mai iniziata. Storcere il naso è giusto, ma senza accantonare alcuna possibilità. Del resto le novità spesso non vengono accettate, ma poi col tempo danno i loro frutti”.

Sareste stati in grado, coi vostri sistemi, di prevedere il sisma che ha flagellato L’Aquila?

“Chi lo sa… questa è una delle domande che oramai ci perseguita da anni, ricordo che il giorno prima dell’infausto evento stavamo lavorando sull’induttore che poi ci avrebbe permesso di iniziare tale studio, la stazione di monitoraggio all’epoca era poco più di un piccolo PC e un avvolgimento di rame. Chissà?”.

In cosa il vostro sistema si differenzia e si eleva rispetto a quelli tradizionali?

“Nella ricezione delle onde ELF e dal tipo di sistema utilizzato per correlare i dati da noi acquisiti che senza tale correlazioni risulterebbero insignificanti. Il nostro sistema, pertanto, non è basato su sismometri e sismografi, i quali in questo ambito non possono prevedere nulla ma solo misurare le forze in accumulo una volta liberatesi nel sottosuolo a mo’ di sisma”.

È molto costoso?

“Affatto, più che altro è stata complessa la realizzazione.  Colgo l’occasione per invitare a smetterla nel far passare informazioni fuorvianti, in cui si cerca di asserire che per fare ricerca si debbano avere a disposizione ingenti somme di denaro. Il nostro sistema di monitoraggio è costato solo 300 euro”.

Sarete pure in contatto con le istituzioni italiane?

“Nel nostro Paese siamo nel Medio Evo tecnologico… Quello che possiamo fare è considerare i fenomeni che studiamo e che sono oramai pubblicati a livello scientifico, settore in cui l’apertura verso ricerche di questo genere è enorme”.

E a livello locale?

“Tra alcune settimane inizierà la sperimentazione delle nostre centraline di monitoraggio presso il Comune di Lariano, e per questo ringrazio personalmente il Maurizio Caliciotti, che diversi mesi fa aveva assicurato la sua disponibilità in merito”.

Avete dei progetti futuri?

“In questo momento stiamo lavorando come consulenti assieme all’Aeronautica Militare Italiana, ad un gruppo d’ingegneri dell’Università di Tor Vergata, all’ASI Agenzia Spaziale Italiana e al Politecnico di Roma (Facoltà di Ingegneria), per il lancio di un pallone stratosferico che poterà con sé anche un magnetometro da noi realizzato e che trasmetterà in tempo reale i dati registrati. Un progetto che non è mai stato fatto e che per il Radio Emissions Project è un’opportunità di confronto e studio non di poco conto. Nei prossimi mesi rilasceremo le informazioni relative ai risultati di tale monitoraggio. Ci sono poi altri studi e abstract scientifici già pronti che pubblicheremo nel 2015 e altre collaborazioni internazionali in atto in questo momento, ovviamente assieme al dr. Straser”.

daniel lestini

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